Edito in Italia con tagli censori. Difficile da descrivere e da valutare. Indiscutibile la cura formale, che dà risultati visivamente e voyeuristicamente (lo spettatore verso il film, i personaggi verso quanto vedono) notevoli. Lo scanzonato Maurin (fratello di Patrick Dewaere) è un po' lezioso, ma in linea con l'assunto scherzoso del regista, mantre la Cayrol è molto brava, oltre che irresistibile. La sgargiante eleganza si sposa lussuriosamente con sesso e perversioni, con militari e diplomatici che toccano il "vertice del basso". Si sobbalza nel riconoscere Brialy non accreditato! Curioso.
MEMORABILE: Lei, dopo aver fatto sesso, gli morde l'orecchio. Lui, allora; "Ehi! Non sono Van Gogh!"
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Il romanzo Les Onze Mille Verges ou les Amours d'un hospodar è stato edito solo con al sigla dell'autore (G.A.), senza che la sua paternità sia stata ufficialmente dichiarata. La critica non ha il minimo dubbio che l'autore sia Guillaume Apollinaire.
Il titolo sfrutta la quasi perfetta omofonia fra i lèmmi verge ("verga") e vierge ("vergine").