Storia di donne - Film (1981)

Storia di donne
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Les ailes de la colombe
Anno: 1981
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal romanzo di Henry James "Le ali della colomba".
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Location LE LOCATIONCineprospettive

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In una splendida cornice veneziana vividamente fotografata da Ennio Guarnieri si consuma il dramma della giovane parigina Marie (Huppert), ricca ereditiara orfana che in albergo, mentre è con la sua madrina e di fatto tutrice Suzanne (Bellon), conosce Catherine (Sanda), prostituta d'alto bordo con cui stringe da subito una forte amicizia. Sandro (Placido), critico musicale veneziano che entrambe incontrano tra ponti e calli, s'innamora di Catherine, ma quest'ultima tenta di convincerlo a sposare invece Marie, gravemente malata da tempo e che alla morte gli lascerebbe un autentico patrimonio. In un clima quindi da tragedia incombente - tratto dal romanzo di Henry James "Le ali...Leggi tutto della colomba" ma che per aver sostituito il luogo di vacanza dei protagonisti da New York a Venezia fa venire in mente più il classico di Salerno - si muovono i pochi personaggi che agiscono nella storia. E' nei rapporti tra loro che si ritrova tutto il senso del film, costruito su dialoghi centellinati, dosati soppesando ogni parola con un gusto fin eccessivo per la risposta spiazzante alla ricerca delle frasi e delle reazioni ad effetto (si veda il finale con la non-lettura della lettera). La Sanda, elegantissima, è di gran fascino, Placido le tiene testa con fare da bel tenebroso, la Huppert pare una minorenne ma al tempo aveva 28 anni! Brava mentre mantiene il mistero sull'origine della malattia di Marie (che mai ci viene detto quale sia), è tuttavia un po' legnosa nell'interpretazione, così come fredda pare nel complesso la recitazione di tutti, con un Jean Sorel che spunta fuori come medico curante di Marie senza trovare significativa collocazione nella storia. Per fortuna ci pensa la malia di una Venezia decadente a instillare naturale bellezza nel film: ripresa in alcuni scorci suggestivi, solare senza tuttavia mai comunicare alcuna gioia, la città si fa complemento ideale dei momenti più intensi. L'alternanza con una Parigi volutamente molto più anonima (in luogo della Londra del romanzo) fa pendere nettamente la bilancia dell'impatto visivo in direzione del capoluogo lagunare, caratterizzante e da sempre al cinema teatro naturale di storie d'amore da cui traspirino miasmi mortiferi. In una vicenda tutto sommato elementare nei suoi sviluppi e in fondo anche nella sua concezione di base, la parte del leone spetta ai dialoghi e al cast, che non si lascia mai travolgere dalle emozioni mostrando un distacco difficile da conciliare con le passioni e i sentimenti ma che conferma l'aproccio adulto al tema. Peccato che quanto poi resta sia qualche buon momento disperso in un mare di confronti modesti e di pensieri ambigui da concretizzare non si capisce con quanta convinzione da parte della coppia Sandro/Catherine. Una patina di classe confeziona un film che però fallisce nel coinvolgere, scendendo bene in profondità nello scavo psicologico ma arenandosi in una messa in scena di maniera che lascia piuttosto gelidi. Modesto.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/08/20 DAL BENEMERITO GIùAN POI DAVINOTTATO IL GIORNO 29/09/21
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Giùan 31/08/20 18:58 - 4528 commenti

I gusti di Giùan

A Venezia, prostituta d'alto bordo francese e ragazzotto italiano vorrebbero “mettere in mezzo” una giovane ereditiera americana gravemente malata. Chi ama James vi ritroverà ahimè solo un esangue “sondaggio” per tradurre in immagini la crudele estetica del romanzo. Constatata l'impossibilità di rappresentare l'intreccio intellettuale jamesiano e il confronto culturale insito in esso, Jacquot alterna plein air lagunari, interni parigini e inquadrature in cui a un cast pur di buona qualità è affidato l'improbo compito di “rivelare” ambiguità. Placido stenta.
MEMORABILE: L'eleganza "glaciale" della Sanda; Gli sguardi "malati" della Huppert.

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