De Niro trova finalmente un ruolo da protagonista nelle sue corde in questo riuscito remake di un film italiano del 1990. Jones fortunatamente non punta alla lacrima facile e, anzi, si affida proprio all'istrionico attore per qualche scena che regala un sorriso, nonostante la malinconia di fondo. Il tocco registico è leggero e grande spazio è dato alla recitazione degli attori, tutti ottimi e in parte. Buono.
Un bel tema sviluppato in modo un po' banale e maldestro, con importanti spunti di riflessione ridimensionati dal carattere un po' ruffiano dei buoni sentimenti. Nel complesso il film comunque si segue gradevolmente e le flessioni della sceneggiatura sono ben compensate dalla convincente prova del bellissimo cast (De Niro in primis), che emoziona e commuove.
Giunto alla pensione, un vedovo intraprende un viaggio per andare a trovare i quattro figli che non vede da tempo. Remake americano di uno dei primi film di Giuseppe Tornatore, è il raro esempio di un rifacimento che supera l'originale. La storia di Frank è raccontata con grazia, per fare emergere al meglio la figura di un padre che va gradualmente incontro alle sue disillusioni. Si tratta inoltre di una delle migliori performances di De Niro da parecchi anni a questa parte con il grande attore peraltro circondato da un buon cast.
Remake assolutamente superiore all'omonimo film di Tornatore con Mastroianni: l'originale è infatti infarcito d’immagini stucchevoli ed improbabili che lo rendono nel complesso abbastanza irritante, malgrado sia il modello. Il pezzo forte è evidentemente la grande interpretazione di un De Niro che finalmente, dopo alcuni anni, trova un film consono alla sua età e che gli ha permesso di rinnovare - ce ne fosse ancora bisogno - il suo talento. Molto convincenti i tre figli. Il film è anche un involontario spaccato d'America.
Sinceramente non ho visto l'originale di Tornatore, quindi non mi avventuro nel dire che questo remake sia superiore o inferiore rispetto al suo precedente; considerando il film per ciò che è, posso solo valutarlo positivamente: grande De Niro, ottimo il cast di contorno; una storia delicata, allegra e triste, commovente e comica come solo la vita può essere. A fine visione qualche lacrimuccia mi è pure caduta... Lo consiglio vivamente, è proprio un film piacevole e ben fatto.
Dovrebbe essere motivo di vanto per il cinema italiano che un nostro film sia stato oggetto di remake in America, invece l'occasione è stata utilizzata da diversi commentatori sparsi sul web per declassare ulteriormente il film di Tornatore a vantaggio di questo. Per me i due film si equivalgono, ma la differenza sta nell'approccio più ironico del personaggio di Mastroianni contro quello più concentrato di un bravissimo De Niro, che lo rende più concreto. Per il resto entrambi i film trasmettono bene il messaggio nostalgico di una tappa della vita.
Un pensionato, rimasto vedovo, decide di intraprendere un lungo viaggio per andare a trovare uno per uno i quattro figli che non riesce mai a riunire tutti insieme intorno ad un tavolo. Il protagonista è uno splendido De Niro che interpreta magnificamente il ruolo del vecchio padre che, rendendosi conto pian piano di non aver mai avuto un dialogo sincero e profondo con i propri figli, va inevitabilmente incontro alle sue disillusioni. Un buon film.
Remake del film di Tornatore, generalmente considerato superiore all'originale, viziato da inattendibilità e forzature che finivano per compromettere anche la prova di Mastroianni, oltretutto costretto a recitare sotto-vetro. Però anche questo, nonostante la cura formale ed il cast prestigioso, convince poco, troppo lusso (la villa di Beckinsale, il mega appartamento di Barrymore sono eccessivi), troppa facilità nell'elaborare il lutto (un piantino e via), un finale natalizio che più conciliante non si può. Non ho pianto, il che è tutto dire...
Film crudo, essenziale, privo di orpelli, che arriva dritto allo stomaco e al cuore. De Niro è un padre che, un giorno, cerca di capire tante cose di cui in precedenza non si era mai occupato. Con la cocciutaggine, mista ad ingenuità, dell’uomo medio americano, continua a sbattere contro i tanti universi (le vite dei propri figli) che aveva rifiutato di comprendere. Commovente, lirico e con una recitazione del grande Bob “minima” quanto ingombrante. 3 palle e 1/2.
MEMORABILE: I cavi telefonici e il quadro finale del figlio.
Bellissimo e commovente film con una sceneggiatura davvero di spessore. Quello che sorprende in positivo è ritrovare un De Niro che non ti aspetti. Rispetto al grigiore degli ultimi tempi (tipo Stone), eccolo regalarci un'altra delle sue interpretazioni magistrali che sa un po' di canto del cigno. Tutto il resto è solo contorno anche se la Barrymore e Rockwell ce la mettono tutta. Ma è ovvio che i riflettori sono tutti per Bob. Maluccio e pesce fuor d'acqua invece la Beckinsale che, come al solito, si limita ad una interpretazione troppo patinata.
MEMORABILE: De Niro parla sulla tomba della moglie: "I ragazzi hanno promesso di passare il Natale con me. Spero che tu lo possa passare con David".
Un buonissimo film che vede il ritorno ai fasti attoriali di De Niro, qui nei panni di un vedovo (meno duro e meno vecchio di quello di Gran Torino, dell'anno precedente) che cerca di fare i conti con quello che si è perso "stando in giardino". Emozionante grazie a una buona sceneggiatura che fa ruotare sul protagonista le storie di tutti i suoi quattro figli. Peccato per il finale, ruffiano e buonista nel suo clima natalizio. Meritano gli episodi del quadro finale del figlio e quello delle bugie rivelate dai bambini, bugie di loro stessi, adulti.
Riempie il cuore di gioia vedere De Niro tornare ad ottimi livelli di recitazione: in effetti dona al proprio personaggio uno spessore umano invidiabile, evitando le smorfiette sceme che avevano caratterizzato l'ultimo periodo. Jones scrive una stupenda sceneggiatura, mantenendo sempre il giusto equilibrio fra emozione e riflessione. Gli altri elementi da ricordare sono la prova del resto del cast (Rockwell su tutti) e la canzone di Sir Paul McCartney.
L'urgano Alice (verità) sta per abbattersi sull'America, un uragano di verità si abbatte sulla vita di Frank, vedovo e anche ammalato. Un grande De Niro è il protagonista di questo remake targato Italia, una storia che corre sui cavi del telefono, protetti dal Pvc e su cuori protetti solo da Love, un materiale sempre più difficile da reperire, ma che Frank, più o meno consciamente, riesce a riportare nelle vite dei suoi figli. Sceneggiato molto bene, evitando cadute nel sentimento patetico, riservato ad un finale, preparato però molto bene.
MEMORABILE: Frank, infartuato, che sogna di essere a tavola con i suoi figli bambini, sotto una nube nera e minacciosa.
Bentornato Bob! Finalmente De Niro, dopo anni di appannamento, ci regala una prova attoriale convincente in un film che merita di essere visto. Non posso confrontare la pellicola con quella originale diretta da Tornatore (non avendola vista), ma questo remake è ben sceneggiato e interpretato con la giusta misura da tutti gli interpreti. Il regista Kirk Jones si era segnalato già alla fine degli anni ’90 con il bel Svegliati Ned e qui si conferma buon direttore di attori. ***
Sorta di viaggio on the road e nei sentimenti familiari per puntare al volemose bene in chiave americana. Partenza edulcorata nel recupero dal post-funerale per svicolare poi tra le pieghe di situazioni incollate senza ritmo (i lunghi trasferimenti) o con forzature (il trolley a teatro, la Barrymore col figlio). Si sfrutta al massimo un De Niro che surclassa l'impalpabile resto del cast. La regia è poco originale per i continui richiami ai bambini, ai fili, a frasi a effetto che telefonano il finale senza commuovere.
Nella società moderna, la società liquida, i legami familiari tendono ad allentarsi, diminuire, scomparire sebbene la famiglia sia (anzi, possa essere) un elemento di fondamentale necessità anche in età adulta. Jones si muove bene – notevole qualche sua scena – e sebbene inscatoli la pellicola nel tipico contenitore standard americano, la storia coinvolge lo spettatore, il quale potrebbe persino commuoversi (le ultime sequenze sono spudoratamente strappalacrime). De Niro grande come sempre nel ruolo drammatico. Barrymore non delude.
Remake dell'omonimo film di Tornatore, con De Niro nel ruolo di un padre di famiglia rimasto vedovo che attraversa il paese per far visita ai figli. Nonostante la prova del protagonista (una delle sue migliori negli ultimi anni) e il valido messaggio di fondo sulle difficoltà di comunicazione all'interno della famiglia, il film fatica a convincere a livello emotivo: attori capaci ma poco coinvolti, eccessiva freddezza nella fotografia e nelle ambientazioni, un ricongiungimento finale che risulta facile e sbrigativo.
Un De Niro ispirato traghetta un film ben fatto, delicato, che riesce ad affrontare i suoi temi (anche molto drammatici) senza pesantezze inutili ma anzi con uno stile leggero e rilassato. Molto azzeccati i vari dialoghi, naturali e privi dei classici artifici melò di Hollywood. Oltre al protagonista si apprezzano i tre figli: le deliziose Beckinsale e Barrymore e un Rockwell nel suo ruolo ideale. Non male la colonna sonora. Da vedere.
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Disponibile in DVD e BR con queste specifiche
(fonte dvd-store.it)
Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
Formato audio 5.1 DTS HD: Italiano Inglese
extra "Robert De Niro - L'arte della recitazione" a cura di Mario Sesti
Making of del video musicale
Scene tagliate ed estese
Trailer
Video: Alta definizione 1080p 24 frame/sec
Formato: 2.35:1
Audio: DTS Master Audio 5.1 (Italiano e Inglese)
Sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra: " Robert De Niro L'arte della recitazione" a cura di Mario Sesti (non in HD)
- Making of di "(I Want To) Come Home" di Paul McCartney (HD)
- Scene Tagliate ed estese
- Trailer
Video: Veramente sorprendente la qualità video che evidenzia la prevalenza dei toni caldi della fotografia. La colorometria è ben rispettata. L'unico neo è rappresentato da qualche sabbiatura di troppo nelle sequenze notturne ( ma il totale non supera i 45 secondi)
Audio: L'audio è ben calibrato e i dialoghi sono sempre puliti e chiari. Le belle canzoni della soundtrack si sentono egregiamente. La traccia non presenta alcun tipo di difetto.
Credo che per un'opera del genere ( che non richiede chissà che qualità video/audio) il dvd può andare più che bene. Però, con tutta onestà, ritengo il Blu-ray un eccellente prodotto.