Sotto lo zero - Film (2021)

Durante un trasferimento notturno lungo una strada poco trafficata, un blindato della polizia carceraria viene attaccato da un misterioso individuo che minaccia di uccidere tutti se non gli verrà consegnato un giovane detenuto... Assedio in miniatura, movimentato dai vari incidenti che sfoltiscono via via il numero degli assediati all'interno del mezzo, fra i quali si trova anche l'unica guardia superstite interpretata dal bravo Gutiérrez. Il ritmo è sostenuto e la tensione non manca ma le incongruenze anche vistose inquinano la trama pesando sul giudizio complessivo.

Un furgone destinato al trasferimento di alcuni detenuti, durante il viaggio notturno viene attaccato da un personaggio misterioso deciso a recuperare a tutti i costi uno di loro e farsi legge da solo. Un action spagnolo molto intrigante nella parte centrale in cui guardie e galeotti non sanno che cosa stia accadendo, se non a lume di naso, mentre poi si avvita in una improbabile serie di sequenze al limite, anche se girate con un certo virtuosismo. Il finale, poi, si allenta in uno spiegone psicologico per giustificare una caccia a senso unico dall'esito prevedibile e scontato.

Film spagnolo prodotto da Netflix, la cui vicenda riguarda un complicato trasporto di detenuti. Interpretato dal talentuoso attore iberico Javier Gutiérrez, il film mantiene una buona tensione, a discapito di qualche implausibilità della trama e di alcuni passaggi che appaiono forzati. L'ambientazione è buona, con particolare riferimento alle sequenze che si svolgono a bordo del furgone e di quelle finali sul lago ghiacciato. Buona la prova di un gruppo di attori bene assortito. Non male. 

"Forte" di un soggetto più telefonato di una chiamata a casa in compagnia di Gerry Scotti, questo modesto thriller/action iberico si barcamena tra la noia e qualche blando sprazzo di interesse: un trasferimento di carcerati finisce, rullo di tamburi, male. Non aiutano nemmeno prove attoriali scadenti e salti di storia e montaggio da far rabbrividire il caro Peckinpah. Raggelante.

La prima mezz’ora si risolve in un turpiloquio ininterrotto e isterico prodotto da una serie di personaggi dal taglio risaputissimo (la guardia carogna, la guardia tutta d’un pezzo, il bandito ragazzino...). Seguono alcuni colpi di scena forzati e assai prevedibili, ma il peggio deve ancora arrivare con lo svelamento del dramma: un rape and revenge che più banale non si può. Il tritume della sceneggiatura, purtroppo, porta a fondo un cast che, a naso, sembra di buona qualità.