Il titolo è un chiaro riferimento al celeberrimo brano cantato da Judy Garland per il MAGO DI OZ, che uscì nel 1939 ma che era naturalmente già in preparazione nel 1938, anno in cui è ambientata questa stramba commedia. Rainbow è infatti anche il nome dell'hotel nel quale convergeranno tutti i personaggi le cui vicende cominciamo a seguire da prima. Considerato il momento storico non potevano mancare innanzitutto i nazisti, con Hitler che incarica Otto (Barty), un nano, di recuperare in quello stesso albergo da un agente giapponese (Mako) la mappa delle difese americane. “Come lo riconoscerò?...Leggi tutto E come riconoscerà lui me?” Beh, un nano e un giapponese... impossibile sbagliarsi, spiega il führer. Purtroppo per entrambi si stabiliranno proprio al Rainbow il nutritissimo cast di nani destinati a recitare nel MAGO DI OZ e un altrettanto folto gruppo di fotografi giapponesi in visita a Los Angeles. Forse non basterà la parola d'ordine (“The pearl is in the river”), per individuare la persona giusta. All'hotel alloggiano inoltre l'addetta della MGM (Fisher) chiamata ad occuparsi della sistemazione della troupe del MAGO DI OZ in 150 stanze, il Duca d'Austria (Maher), sua moglie (Arden), l'agente segreto (Chase) preposto alla sicurezza della coppia e il killer (Donner) che punta a uccidere il Duca. Tutti insieme animeranno nella prima parte un gioco d'equivoci discretamente raffinato e scambi di persona con più di un momento comico azzeccato (si pensi ad esempio alla tragica fine che fanno regolarmente tutti i cani del Duca, che questi sostituisce senza problemi lasciando credere alla moglie che si tratti sempre del loro caro Streudel). Chevy Chase controllato e a dire il vero un po' ingessato riesce comunque a far sorridere mentre Carrie “Leila” Fisher resta presto in intimo cominciando a girare così per stanze e corridoi inseguita dal nano nazista, convinto che abbia lei la mappa consegnata al giapponese sbagliato. Sono le due star di un film corale che, tuttavia, a una prima parte impostata con gusto e confezionata riccamente ne fa seguire una seconda in cui si fa strada un rumoroso caos destinato di fatto a proseguire fino alla chiusura (un po' lo stesso difetto che affliggeva HOLLYWOOD PARTY). Cominceranno le scorribande impazzite di decine di nani tra le sale dell'albergo con conseguente espansione del disastro all'esterno, pronto a riversarsi sui set di VIA COL VENTO o di un western compreso di impiccato sul patibolo scatenando il finimondo. Dalla commedia si passa quindi a un catastrofismo che stanca presto e che finisce col farci dimenticare quanto di buono si era riusciti a realizzare fin lì: l'hotel Rainbow è messo a soqquadro, il proprietario lanciato su un lampadario e via dicendo. Dispiace non poter giudicare meglio una commedia che invece le idee e i numeri per convincere li aveva e che (anche nella figura di Chase dopotutto), almeno inizialmente, intrigava per l'ambientazione insolita e i tanti personaggi bizzarri.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Ultimo spettacolo: inediti USA", venerdì 6 febbraio 1987) di Sotto l'arcobaleno: