La versione povera di 8 MM, con una madre disperata (Carla Dujany Solaro) che deve rintracciare la giovane figlia scomparsa negli abissi dello snuff. Non è quindi il poliziotto privato, il Nicolas Cage della situazione, a occuparsi delle indagini. Anzi, questi si limita a dare l'input alla donna e a dirle che non si muoverebbe in quegli ambienti neanche per un milione di euro! Così la mammina disperata (ma che non lo lascia troppo trasparire, vista la scarsa espressività della Solaro), che non può avvisare la polizia per via di un marito in piena campagna politica, comincia da sola l'inevitabile...Leggi tutto discesa negli inferi seguendo le tappe classiche del filone (perché 8 MM non era certo il primo e anche in Italia avevamo già i nostri bei rappresentanti): dal commesso di un pornoshop al grande officiante in persona, rappresentato dalla malefica regista di snuff conosciuta con lo pseudonimo di dr. Hader (Anita Auer). Da Parigi (dove viene rapita la ragazza) ad Amburgo il percorso è costellato dalle solite facce losche che trafficano nel porno estremo. Bruno Mattei (che si firma Vincent Dawn e co-scrive soggetto e sceneggiatura mettendo mano anche al montaggio e al commento musicale) dirige in piena emergenza economica ma in qualche modo riesce a dare una struttura solida al film, che se non altro tiene desta l'attenzione. Peccato per un doppiaggio pessimo e una fotografia paratelevisiva penalizzante, perché se si sorvola su alcuni dialoghi maldestri al limite del comico involontario ci si può quasi appassionare. Gli ambienti perversi in cui ci si muove (senza mai esagerare con nudi e violenze) sono resi discretamente.
Operazione tristemente commerciale, firmata da Bruno Mattei e ai limiti della decenza.
Nel senso che il film scimmiotta opere più famose (su tutte, il rinomato Hardcore) tipo 8mm Delitto a Luci Rosse. Attori improvvisati, nudi di "squarcione" di terza età e situazioni scabrose (l’enorme tenaglia che amputa le labbra della vulva di una vittima) solamente suggerite. Siamo lontanissimi dai migliori esempi di “brutto cinema” (leggasi Kz9-Lager di Sterminio) firmati Vincent Dawn. Alcuni momenti, che si vorrebbero drammatici, smuovono solo risate.
Sorta di remake a bassissimo costo di 8mm di Joel Schumacher, del quale vengono ripresi interi pezzi di sceneggiatura. Piuttosto deboli e ad un passo dal ridicolo le scene di sesso, violenza e tortura; l'unico motivo per dare un'occhiata a questo film è costituito dalle due bellissime bionde protagoniste, la brassiana Carla Solaro e Federica Garuti: nel film sono madre e figlia, ma sembrano invece due sorelle.
Già dalle prime scene si ha l'impressione di assistere a una telenovela in cui attori e doppiatori sono decisamente a dir poco imbranati, così come la fotografia che sembra quella di un film porno anni '80. La sceneggiatura è stata copiata da altri film e definirla simile è un eufemismo. Purtroppo non siamo di fronte neanche a un bel trash, si prende troppo sul serio... Cosa salvare? Il coraggio di Mattei di mettere su un film a costi bassi e la scelta di protagonista e antagonista tutta al femminile.
Sinceramente pensavo peggio, molto peggio, invece il prolifico Mattei ci guida verso un inferno reale, un inferno che fa veramente paura, un inferno che disgusta, un inferno calato nelle tenebre più profonde. Titolo di culto del cinema di genere italiano contemporaneo. Un thriller in cui Mattei si destreggia con sufficienza, un'angoscia che sa di finzione (o di realtà?). Dignitoso.
Quel geniaccio di Mattei - nato a Roma e non a Betlemme - di miracoli non ne può fare, ma bisogna riconoscergli una certa maestria nel portare a termine una "mission" ai limite del "possible", considerando budget e capitale umano a disposizione. Certo è che doppiaggio da brividi e fotografia spentissima non aiutano. Il calderone che ne viene fuori - da Hardcore alla new wave del torture porn - ha il merito di non annoiare mai e se visto con le giuste pretese ha il suo maledettissimo perché. Peccato che il finale con tanto di inserti pomposi sia agghiacciante.
Obbrobrio di Bruno Mattei, alias Vincent Dawn, che gira malissimo scene dalla pessima recitazione con fotografia, inquadrature, dialoghi e sceneggiatura altrettanto scadenti. Anche facendo un enorme sforzo è arduo discostare questo prodotto da un normale (e ben fatto, d'accordo) film pornografico. Ma qui non c'è nemmeno il sollazzo di scene sessuali esplicite! Pornografia allo stato impuro.
Un'inguardabile, miserrima produzione a metà strada come stile (ammesso che di stile si possa parlare) tra le fiction di pessima qualità dei paesi poveri e il peggio dell'industria pornografica italiana. Non si salva assolutamente nulla. Il paragone con le pellicole incentrate sugli "snuff movie" risulta improponibile. Che inaccettabile vaccata davvero!
Porsi dubbi sullo snuff, tra minimalismo e grottesco e lasciare sospeso lo spettatore tra legalità e marciume, è lo scopo, riuscito discretamente, in questo rip-off di Hardcore del '79. Nel film di Schrader il senso di giustizia tira dritto; qui, citando una frase del film, "Parlando col diavolo è lui che cambia te", si assottiglia il confine vittima-carnefice. Coraggioso e discutibile, giacché fa negazionismo dei traumi infantili e della psicanalisi di mezzo secolo di thrilling, è il concetto che "il gusto per la morte" piace e basta, senza fronzoli.
MEMORABILE: La carnefice: "Odio la violenza, se non proviene da me".
Il "magico mondo" degli snuff movie secondo il Bruno Mattei pensiero. La vicenda rischia più volte la farsa nonostante qua e là si scorga un pizzico di professionalità del regista dettata dal mestiere. La formosa Carla Solaro ci mette quantomeno del suo - al di là del corpo, che fa bene a esporre - per risultare credibile nel ruolo, ma il contesto che gli gira attorno è da hard tagliato Anni '90 (a partire dal digitale prima maniera, che appiattisce ogni cosa). Ci si trascina nell'ilarità involontaria. Solo per "completisti".
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CuriositàRaremirko • 7/12/11 16:26 Call center Davinotti - 3863 interventi
Nel 2003, su uno degli innumerevoli siti che mettono a disposizione la visione in streaming di filmati (tra i quali Ogrish.com), fece comparsa un misterioso video ritraente una donna bionda di circa trent’anni, seduta su di una sedia a rotelle, che viene improvvisamente colpita da un colpo di pistola sparatole in testa; dopo il colpo, una nuca femminile compare sullo schermo, e così il video finisce. Pochi mesi dopo si scoprì che la donna bionda non era altri che Carla Solaro, attrice italiana calatasi nelle vesti di Michelle, protagonista del film Snuff killer - La morte in diretta di Bruno Mattei: il filmato venne quindi estrapolato dal trailer promozionale prima della sua distribuzione ufficiale, con un cattivo gusto che pare richiamare scherzi e sensazionalismi ingenui ed infantili.