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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Slither
Anno: 2006
Genere: horror (colore)
Regia: James Gunn
Note: Aka "Slither - Una fame da paura".
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Ormai sembrano uscire da una catena di montaggio: sono horror anche di una certa validità (come in questo caso), ma paiono riprodursi a dismisura faticando a trovare quel briciolo di originalità che potrebbe in qualche modo farli emergere dal mucchio. In SLITHER, scritto (si fa per dire) e diretto da James Gunn, si sprecano come d'uso le citazioni ma si guarda in particolare al cinema di David Cronenberg, che con IL DEMONE SOTTO LA PELLE e BROOD - LA COVATA MALEFICA fornisce gran parte dell'ispirazione. Si apre con il solito meteorite che si schianta sulla Terra,...Leggi tutto si continua con un uovo che si dischiude in puro stile ALIEN per poi passare ai lombrichini insanguinati che penetrano sottopelle e combinano disastri al fisico del povero Michael Rooker in versione Yul Brynner (calvo e invecchiato dai Ray-Ban da vista). La moglie nota subito che la faccia di lui è totalmente deturpata, ma quasi pare credergli quando lui si giustifica incolpando la puntura di un’ape. Passa poco e il contagio è sotto gli occhi di tutti, con i vermiciattoli rossi che si diffondono per ogni dove (anche in vasca da bagno, in una scena che cita esplicitamente il primo NIGHTMARE). Gli effetti sono particolarmente splatter e in qualche caso pure abbastanza fantasiosi e ben fatti, nei dialoghi si scoprono inattese tracce ironiche e la confezione è buona. Peccato che tutto si risolva nella solita sarabanda di sangue con annessi zombi improvvisati e una storia che non c'è.
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ChiudiTITOLO INSERITO IL GIORNO 10/03/07 DAL DAVINOTTI
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- Davvero notevole!:
Fedeerra - Quello che si dice un buon film:
Lercio, Supercruel, Greymouser, Anthonyvm, Teddy - Non male, dopotutto:
Cinevision, Brainiac, Mandrakex, Viccrowley, Pumpkh75, Kinodrop - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Rebis, Giapo, Trivex, Puppigallo, Belfagor, Pinhead80, Mutaforme, Daniela, Il ferrini - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Mascherato - Gravemente insufficiente!:
Undying
L'horror del nuovo millennio ha saputo distinguersi dal decennio precedente grazie a soggetti "puri", catartici e viscerali.
Alta Tensione, Wolf Creek, Saw, solo per citare alcuni esemplari. Poi appaiono le iatture come questo Slither, che innesta sul tema splatter la sci-fx e la commedia: proprio come fece la serie di Nightmare. Oltretutto in una versione da migliaia di euro del Society di Yuzna, chiamando in una particina (poi tagliata) Lloyd Kaufman. Ipocrisia all'ennesima potenza. Discesa del cinema, che scivola nel baratro dell'idiozia...
La struttura è quella del classico horror movie anni '80. Aggiungiamoci ogni sorta di citazione anche attraverso lo stesso cast, poi condiamo il tutto con un elevato tasso di splatter e un'ottima qualità negli effetti. Filtriamo il risultato con un pizzico di demenzialità appena percettibile e ingoiamo il tutto, lo vomitiamo ed ecco che abbiamo Slither, un interessante progetto che stupisce (se si considera il budget ristretto). Divertimento di buona qualità e con ammiccamenti per nulla banali.
Se il film non fosse datato 2006 sembrerebbe di assistere ad uno dei tanti adorabili horror demenziali anni '80, pellicole che infatti qui vengono abbondantemente omaggiate (oltre a vari rimandi a Cronenberg e Yuzna). Il gioco però, al contrario di altri brutti esempi attuali, funziona anche perché ha dalla sua alcune scene realmente disturbanti (l'esplosione di una ragazza sgorgante vermi rossi) e trovate interessanti (la famiglia simil-zombie) che lo elevano dalla media. Non male.
E' difficile credere a James Gunn quando dichiara (intervistato da Nocturno) di aver pensato solo a Il demone sotto la pelle di Cronenberg come ispirazione per questo suo esordio alla regia. E Society di Brian Yuzna? L'alieno di Jack Sholder? Non mi meraviglierei se lo sceneggiatore di Tromeo & Juliet avesse in mente anche Critters nello scrivere l'intreccio. Detto questo, Slither è un film deludente sebbene paia tornare al sano eccesso gore degli anni '80. Ma i '70 restano lontani.
La cosa che più mi è piaciuta in Slither è quell'essere così profondamente affine alla fantascienza anni 50/60 nella snellezza dell'intelaiatura narrativa: caduta dell'alieno, contagio, epidemia. Allo stesso tempo il non lesinare crudeltà visive ne momenti di tensione che cozzano con il registro comico utilizzato. La cosa che non mi ha entusiasmato è l'utilizzo della computer graphic per gli effetti speciali, che mescolata agli spunti ironici della sceneggiatura mi ha ricordato a tratti la leggerezza (nell'accezione peggiorativa del termine) di M.I.B.
In buona sostanza il remake non dichiarato di Dimensione Terrore ma con il senno di poi, vale a dire innesti conseguenti da: Cronenberg, Blob, Alien, Society, Il Ritorno dei Morti Viventi, L’Alieno e chi più ne ha più ne metta… Un’indigestione da sindrome anni '80 paura blu. L'entusiasmo citazionista è il suo carburante e, insieme, il suo limite più grosso: attento com’è a rinsaldare il tracimante puzzle il film perde freschezza e spontaneità. Il giochino ha il fiato corto e tutto è meno divertente di quanto si pretenda. Gli effetti in GCI anestetizzano pesantemente il raccapriccio. Modesto.
MEMORABILE: La horror family all'attacco...
Simpatico omaggio al cinema horror degli anni 80. La storia è risaputa e abusata, tuttavia il film è molto godibile per un certo umorismo di fondo e per gli effetti speciali disgustosamente ottimi. Nel complesso un film che non aggiunge niente agli innumerevoli B-movie girati finora, ma che si fa seguire piacevolmente.
James Gunn, scuola Troma (il toxic avenger fa capolino sulla tv di un personaggio) dirige un b-movie horror divertente e visivamente appagante. In primis funzionano i personaggi, simpatici cazzoni con la faccia giusta. In secondo luogo ci sono gli effetti speciali, davvero di buona fattura. Il resto è un'improbabile trama che frulla Cronenberg e Yuzna, giusto per citare i due modelli più scoperti. Un esercizio di stile che farà felici i fanatici di certo cinema, a patto di non prendere Slither sul serio.
Fanta-horror di vecchia scuola che riproduce consapevolmente situazioni e atmosfere da b-movie, rappresenta nel suo genere un lavoro sostanzialmente riuscito. In particolare, tutta la prima parte, quella di preparazione, fino alla piena epifania della mostruosità aliena, è davvero notevole. Poi il film si perde un po' in una serie di passagggi di sceneggiatura troppo ovvi e scontati. Ma nell'insieme è più che dignitoso.
Benvenuti ai nuovi carnivori venuti da chissà dove, che si inglobano come nella migliore società, danno luogo al pensiero unico e distruggono il pianeta che invadono. L'horror splatter è nella piccola comunità americana, guidata dal sindaco idiota e dal capitano coraggioso, con la moglie giovane in crisi, rinnovata nell'amore dall'imperizia aliena. Scanzonato nell'andazzo, è il classico film del sabato al cinema dell'adolescente americano, che paga il biglietto al più grande per bypassare il rating R. Producibile e distribuibile, ma vedibile con riserva.
Gregg Henry HA RECITATO ANCHE IN...
Non c'è niente di veramente originale. Si scopiazza un po' là e un po' qua, saccheggiando senza pudore. Ma bisogna dire che la confezione è dignitosa, gli attori sopportabili (fanno addirittura qualche buona battuta) e gli effetti sono piuttosto curati, anche se ricordano molto, soprattutto nel finale, quelli de La cosa e di Society. I vermetti zombificano e mutano a tutto spiano e gli infettati sputano un gel colloso che deforma le persone (stile Il signore del male). Detto ciò, un’occhiatina la merita, pur non aggiungendo assolutamente nulla al genere.
MEMORABILE: L'essere alla protagonista: "Siamo in circolazione da un miliardo di anni e tu pensavi di fregarci?".
Hrror che pesca un po' dalla fantascienza anni '50 (la linearità della trama, l'ambientazione nella tipica piccola città) e dallo splatter anni '80, senza lesinare sugli elementi comici. Il risultato, seppur non molto memorabile, è comunque divertente, soprattutto perché consapevole della propria natura di b-movie. Ad impedire al film di puntare più in alto è l'indecisione fra i diversi registri narrativi, che non permette di sviluppare la storia in modo più corposo. Meglio la prima parte.
James Gunn deve essersi sentito in dovere di omaggiare un sacco di cinema horror (Cronenberg e Yuzna su tutti) in quanto il film è un continuo riferirsi a opere di questi grandi registi. Il risultato però non è evidentemente lo stesso in quanto Gunn non riesce a trasmettere la medesima carica orrorifica-erotica che rende unici questi film. Oltretutto non essendo un'opera originale il risultato diventa un mezzo pasticcio.
Horro mediocre, dalla trama non certo originale: molte situazioni sono già state viste in altri film del passato (in particolare l'alieno sceso dal cielo), ma lo sviluppo è tutto sommato passabile. Per gli amanti del genere può risultare godibile a tratti, specialmente nelle parti disgustose.
Il meteorite è piccolo ma il contenuto si riproduce a velocità esponenziale, mettendo a rischio la popolazione di una tranquilla cittadina americana abitata per lo più da zotici, che ricorda analoghe ambientazioni joedantiane. Se si cerca un briciolo di originalità, meglio evitare, dato che è arduo trovarne in questo mix fantaorrifico declinato con toni da commedia, che comunque riesce a suscitare un discreto raccapriccio grazie ai buoni effetti speciali con cui sono rappresentate le mutevoli forme degli invasori alieni. Discreti anche confezione e cast, con Rooker particolarmente bruttino.
Un alieno vermiforme giunge sul nostro pianeta e contagia gli abitanti di una cittadina trasformandoli in mostri affamati di carne. Trattasi di furbesca mescolanza tra la fantascienza anni '50 (la minaccia "esterna" per la comunità) e l'horror anni '80 (splatter, erotismo e male che infetta tutti), insieme a una spruzzata di computer grafica (non così riuscita). C'è poco di inedito, le prove del cast sono deboli e lo svolgimento della vicenda prevedibile. Comunque restano impresse alcune scene cruente. Esperimento curioso ma non del tutto riuscito.
MEMORABILE: La prima infezione nel bosco; La caccia al mostro nelle campagne; L'esplosione "strisciante"; La riunione truculenta di corpi fusi in stile Society.
Fin dai primi istanti è palese il gioco ultracitazionistico imbastito da Gunn, a partire dall'ossatura stessa del film, che richiama palesemente il mini cult Dimensione terrore. E la simpatica invasione di vermoni alieni ammicca continuamente in un gioco di rimandi che risulterà piacevole all'appassionato. Rooker è il mattatore assoluto sia in forma umana che in quella di orrido polipone spaziale e il finale che omaggia Society di Yuzna strappa senz'altro un sorriso. Buoni gli effetti protesici, meno la CGI. Tutto sommato divertente.
MEMORABILE: La tizia rinchiusa nel fienile e abbuffata fino a scoppiare letteralmente.
Dopo una prima parte molto riuscita in cui assistiamo alla lenta metamorfosi di Michael "Henry" Rooker (che ricorda quella di Pretorius di From beyond), il film si arena su lidi già noti, con i soliti superstiti dell'invasione zombi che devono sopravvivere e debellare la minaccia. Il tono scanzonato, unito al brio del regista, al citazionismo intelligente (c'è da divertirsi a individuare rimandi e omaggi) e allo splatter, ne fanno comunque un prodotto godibilissimo e simpatico con diverse scene memorabili. Per i patiti della commedia gore.
MEMORABILE: I tentacoli che Rooker usa per "ingravidare" le vittime; La ragazza grottescamente piena di vermi parassiti; La pseudo-orgia finale in stile Society.
Un bel minestrone di folle amore per tutto il cinema horror di genere. Dalle mutazioni cronenberghiane agli alieni del cinema fantascientifico anni 50, fino allo splatter più irriverente che strizza l’occhio a Peter Jackson e Romero. La cifra stilistica è impeccabile, le umide location della provincia americana un palcoscenico perfetto e il cast semplicemente azzeccato.
Pimpante patchwork di tanta roba che negli anni 80 mandò in estasi il fan del cinema horror, fecondato da un ritardatario spermatozoo di qualche decennio prima e sinceramente rispettoso, ma mai predone, di tutta la materia che brancica. Quando arrivano i vermoni lo smalto però si perde e sembra che si vada troppo di fretta anche se, in fondo, sembra una scelta dettata dalla paura di rimanere con il serbatoio vuoto. Sempre gradita la presenza di Greg Henry e Rooker, insipida la Banks. Più che sufficiente.
James Gunn HA DIRETTO ANCHE...
Definirlo derivativo è un eufemismo, fra demoni sottopelle cronenberghiani e contagi via orale alla maniera di Alien, il film scorre senza mai (fortunatamente) prendersi sul serio. I caratteri sono grossolani, come richiede il genere, e tutta l'attenzione è rivolta agli effetti speciali, ben fatti anche se talvolta ridicoli (l'amante "palla" che esplode ricorda Il senso della vita dei Monty Python). Nel delirio generale brava Elizabeth Banks a rendere credibile il suo personaggio. La breve scena post credits lascia aperta la porta a un seguito.
Un meteorite cade vicino a un villaggio e sarà causa di contaminazione dal ritmo esponenziale che invaderà tutta la comunità. Narrazione non nuova che ricalca alcuni cult horror '80 e con tante citazioni qua e là, Cronenberg, Yuzna ecc., ma che si fa apprezzare per la carica ironica e per l'abilità tecnica nel restituire raccapriccio e splatter a quintali. La prima parte è certamente la migliore, con le tentacolari metamorfosi di Grant e la sua voracità carnivora mentre, con il proliferare dei vermoni, il seguito si fa più banale e tirato per le lunghe con annesso filone zombesco.
MEMORABILE: Le trasformazioni di Grant e lo sterminio nelle fattorie; La donna "mongolfiera" gravida di vermoni.
La regia (James Gunn) ci mette il cuore - cinefilo, appassionato, spontaneo - la GCI e i make-up artist ci mettono la forma e la tecnica. Rendez-vous tra passato e futuro che non elude il luogo comune e l’effetto nostalgia, definendo però un doppio binario, quello dello splatter più repulsivo e quello della commedia politicamente scorretta. Cast non particolarmente rilevante; satura e definita la fotografia.
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