Skylight - Film (2022)

Due ragazze in fuga nel deserto del Nuovo Messico. Alle loro spalle le luci di ciò che stanno abbandonando: una setta dai contorni sfumati, di cui le due cominciano a parlare nelle pause di una camminata che si presenta da subito faticosa. In pieno giorno, infatti, sono ancora lì, perse nel nulla tra sterpaglie e terra, colline brulle e un orizzonte sconfinato che non mostra segni di vita. Jillian, la bionda (Akerman), e Blair (Izzo), la bruna, hanno pochi viveri, poca acqua e ritengono di non dover troppo proseguire prima di raggiungere un luogo abitato. Come si può immaginare, non sarà così.

Durante il duro viaggio, lentamente, le due cominceranno a spiegare...Leggi tutto da cosa stanno scappando e perché. E' soprattutto Jillian, che conosceva bene il capo della setta Seth (Messina), a ricordare come stesse progressivamente perdendo il controllo di sé: voleva addirittura marchiarla per permetterle di dimostrare quanto gli appartenesse per sempre. Niente di particolarmente morboso questa volta, ma di certo un rapporto oscuro, che col trascorrere dei minuti scopriremo essere figlio di un approccio alla realtà tutto da comprendere; perché se l'impianto del film è chiaramente figlio del filone "survivalista", la scarsa presenza di imprevisti nella storia non poteva che essere compensata da qualche segreto da scoprire lungo il cammino e relativo alla setta e al suo padre/padrone.

Si parla di scoperta dell'io, di barriere da infrangere, di metafisica… si sconfina nella psicologia da invasati per creare un po' di mistero intorno a qualcosa che deve gravare con la sua immanenza sulla storia. Si cerca insomma di portare - secondo uno schema già visto - le paure scatenate dall'ignoto all'interno della scarna avventura delle due giovani nel deserto. Cercheranno di orientarsi col sole, ma -- come spesso capita in film così - è come se una maledizione confondesse le direzioni; strani suoni, oggetti, presenze, saranno destinati a occupare quei rari momenti in cui, abbandonando temporaneamente dialoghi improntati alla sopravvivenza e all'interrogarsi sul cosa fare, si proverà a rendere più dinamico il tutto. Tentativi infruttuosi, perdipiù, ma se non altro le due protagoniste reggono discretamente il gioco senza perdersi in inutili urla disperate salendo sopra le righe.

Ovvi eventi inspiegabili (o quasi) puntelleranno il viaggio delle due, con Jillian nel ruolo di leader e Blair in quello di amica che la segue senza troppa convinzione. Ogni tanto, dai ricordi e dalle confuse escursioni oniriche, emerge la figura di Seth, meno inquietante del previsto e che fa capire come non si punti a percorrere la strada dell'horror. Chris Culler e Jennifer Raite, che oltre ad essere i registi sono anche gli sceneggiatori, si concentrano soprattutto nel coprire con un alone di mistero le azioni di una setta i cui unici adepti citati sono sempre le due ragazze e Seth; l'unica ad introdursi nei loro discorsi e nei flashback è Delilah (Holt), la cui funzione resta tutta da svelare.

Il finale chiarirà solo relativamente l’enigma confermando l'obiettivo degli autori di sabotare la consequenzialità delle azioni celandone in parte le risultanze. Il risultato, purtroppo, è che se nelle fasi di esplorazione del territorio è difficile appassionarsi a causa della monotonia delle stesse e delle misere varianti, non va meglio quando si prova a lasciarsi coinvolgere dallo scioglimento del mistero, stucchevole immersione in trappole psicologico-schizofreniche di dubbio gusto. La noia sale presto e ci si risveglia dal torpore per qualche sparuta scena di tensione discretamente gestita. Troppo poco.

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