Buon western diretto con mano ferma dall'esperto John Sturges. Dal ritmo svelto e con un crescendo di tensione, il film può contare su un ottimo cast, da Richard Widmark, perfetto come sempre nel ruolo del cattivo, a Robert Taylor. Ottima la fotografia, valorizzata al meglio dal cinemascope. Se proprio gli si deve trovare un difetto, sono taluni scenografie alquanto posticce. Bello il duello finale.
Un uomo tenta di cambiare vita, ma il suo passato lo reclama. Il grande John Sturges dirige un western godibile nel quale azione e caratterizzazione dei personaggi sono ben bilanciati con progressivo incremento della tensione che culmina nel significativo finale. Funziona la contrapposizione tra i due personaggi principali ben interpretati da Robert Taylor e Richard Widmark, anche se il secondo incide maggiormente.
Solido western con il riabilitato e il cattivo desideroso di vendetta. Plot narrativo abbastanza consueto ma ben sostenuto dagli interpreti, tra cui si osserva un laido Silva, futuro protagonista dei nostrani poliziotteschi. Accattivante la resa finale, scenografie montane e paesaggistiche posticce in modo marchiàno.
Sceneggiatura lineare che non si fa mancare nulla (ogni cosa è al posto giusto), una regia professionale ma non rigida e buone interpretazioni ne fanno un western veramente godibile. Il soggetto non è nuovissimo, ma è sviluppato senza retorica e molto credibilmente. I protagonisti sono adatti, il cinismo disincantato di Richard Widmark si contrappone bene alla seriosa rettitudine di Robert Taylor, meno impomatato del solito. Gli indiani sono un buon diversivo, anche se si fanno uccidere troppo facilmente, ma servono all'economia della storia.
MEMORABILE: Buon finale, svelto ma non tirato via.
Trattandosi di rapitori e ostaggi la tensione è obbligata, ma il film del veterano Sturges trae forza anche dai paesaggi western (montagne, deserti, gole, la città morta del titolo) e dai buoni dialoghi che contrappongono i due antagonisti: Taylor, sceriffo dai trascorsi poco puliti, e l’ex sodale Widmark, astuto e meravigliosamente sarcastico grazie anche all’ottimo doppiaggio di Nando Gazzolo. La sparatoria finale vale più per la sua preparazione che per la messa in atto, sbrigativa e con una troppo brusca chiusura.
MEMORABILE: La ruzzolata di Taylor nella gola; la preparazione della resa dei conti finale.
Western dalla trama classica ma rafforzato da una regia veloce che non perde tempo in inutili preamboli per gettare direttamente lo spettatore al centro dell'azione. Il rapporto tra i due protagonisti è ben sviluppato e averne affidato le interpretazioni a un buon Taylor e uno straordinario Widmark aiuta non poco. Anche il cast di contorno se la cava e l'ambientazione, prima nel deserto roccioso e poi nella città fantasma, è riuscita. Buono.
Già compagni di malefatte, Jack e Clint hanno poi preso strade diverse: il primo ha imboccato la retta via fino a diventare sceriffo di una piccola città, l'altro ha continuato a sfidare la legge. I conti in sospeso renderanno inevitabile lo scontro... La trama lo condanna alla sconfitta, ma Widmark, che calza come un guanto i panni del suo personaggio ambiguo e beffardo, ha gioco facile nel sovrastare attorialmente l'ingessato Taylor. Nel resto della banda, spiccano le belle facce di Middleton e Silva, oltre a Kelley pre dr.McCoy, mentre Sturges dirige con polso saldo. Finale memorabile.
MEMORABILE: Riferendosi alla pistola, Widmark "Io te l'avrei data in mano" e la replica di Taylor: "Ma tu hai per me un debole che io non ho per te"
Buon western, che ha le carte in regola per interessare lo spettatore, grazie ai protagonisti, su tutti il cattivo di turno, che ritrascina l'ex compare di malefatte in un gorgo dal quale aveva tentato di fuoriuscire. Anche i personaggi di contorno, uno dei quali ancora amico del pentito, sono ben assortiti; e alla fine sarà evidente che la loro è una pasta diversa, soprattutto quando gli indiani si faranno più minacciosi. Merita la visione, soprattutto per il rapporto tra i due. E cosa piuttosto rara in questo genere, anche la figura femminile non è solo zavorra.
MEMORABILE: I due parlano, mentre sullo sfondo un indiano passa da un nascondiglio all'altro; Scavo con sorpresa.
John Sturges HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàDaniela • 16/01/17 12:50 Gran Burattinaio - 5903 interventi
Soggetto dal romanzo omonimo dello scrittore americano Marvin H. Albert, pubblicato nel 1956.
Le opere di Albert hanno fornito spunto a vari altri film, fra i quali spicca la serie dedicata al detective Tony Rome interpretato da Frank Sinatra.