Settimo cielo - Film (2008)

Il tabù (per i moralisti) dell'amore (e del sesso) senile mostrati senza filtri in questo film di Andreas Dresen che non si rifiuta di illustrare la passione tra due persone anziane che la vivono con pudore e consapevolezza. Un film che non concede nulla allo spettacolo, fatto di immagini e pause, dialoghi e silenzi (manca la colonna sonora) ma profondamente reale.

Film particolare che non è passato inosservato a Cannes 2008 (vincendo il premio "Coup de Coeur") per una storia che tocca importanti punti tematici come la senilità e la forza dell'amore senza età. Immersa nella quotidianità, la trama scorre con ritmo lento, lunghi silenzi ed una discreta dose di erotismo con scene tra le più spontanee e naturali. Le reazioni del marito tradito trasmettono una certa apprensione, ma si poteva puntare di più sui risvolti sentimentali della relazione clandestina rispetto agli effetti del tradimento. ***

Il regista ci mette di fronte a un tema tanto reale quanto rimosso, quello della passione e dell'amore tra due persone anziane. Inge e Karl sono travolti da una reciproca attrazione e questo provoca in lei smarrimenti e sensi di colpa verso il marito, la famiglia e forti dubbi sul senso di ciò che accade. Storia di vita ordinaria ambientata in un quartiere popolare, trattata con delicato realismo e senza compiacimenti, tra slanci e crisi affettive dovute a scelte indecidibili. Notevole la prova attoriale, anche se con una lieve punta di patetismo.

In fin dei conti, che questa storia di una donna che lascia il marito perché innamorata di un altro coinvolga tre anziani è quasi superfluo: qui sta la forza del film, che dimostra davvero che l’amore (e le sue dinamiche, e la sua carica sessuale, ben esibita) non ha età. Primi piani e dettagli si rincorrono in un algido iperrealismo che riecheggia un po’ il Dogma e un po’ Haneke, ma la forma non condiziona più di tanto, perché a emergere è la carica vitale dei protagonisti, che dissimulano i sentimenti con le azioni, assolute e travolgenti.

Inge ama teneramente il marito ma è corteggiata con insistenza da un altro uomo e, dopo qualche titubanza, si lascia coinvolgere in una ardente passione carnale... Tutto qui? Si, ma con una variante decisiva costituita dall'anagrafe: il fatto che i protagonisti siano anziani (Inge è ultrasessantenne, l'amante dichiara 76 anni) dapprima spiazza, dato che ci vengono mostrate scene di sesso fra corpi segnati dagli anni, poi finisce per conquistare per il realismo della rappresentazione, la delicatezza dell'approccio, la voglia di vivere che trapela da questo amore senile. Bel film, buon cast.