Innamoratasi di un musicista la bella Vicki lo segue da Birmingham a Berlino, passando per varie vicissitudini... Film comodamente riassumibile col classico trittico "sesso, droga e rock and roll". C'è infatti abbondanza di tutti e tre, magari non di gran livello (i gruppi beat mostrati sono dozzinali), nonché di ogni altro topos d'epoca, financo gli Hell's angels svizzeri (!). Bonissima e nudissima la protagonista Ingrid Steeger. Visto oggi è tutto talmente vintage (compresa la morale della favola) che quasi commuove.
Per i concerti dal vivo, per la vita on the road una volta tanto non negli States ma anche nelle nostre capitali europee e per la bellezza delle due protagoniste, il film è più che godibile. Fa una gran rabbia che finisca nel peggiore dei modi per via di quella solita schifezza che tutti si illudono di poter controllare e viceversa gli esiti sono catastrofici, tanto più che c'è sempre l'avvoltoio di turno a dare con menzogne e facili illusioni il colpo di grazia.
MEMORABILE: La bellezza delle protagoniste e il loro diventare ogni minuto di più vera e propria carne da macello, per l'anima del cavolo poi!
Inqualificabile boiata all'insegna del "sesso, droga e rock and roll", specie le prime due componenti. C'è di tutto: biker nazisti, capelloni pulciosi con mutande rosse, ninfette disinibite e disinvolte. Scene di sesso poco erotiche, ma soltanto sporche e laide. La chiusura tribunizia e moralista, con la trombonesca voce fuori campo che esala un pistolotto incredibile sulla droga, stende sul tutto un velo di ipocrisia e aggiunge un vago profumo parodistico in stile Troma. Coproduttore è addirittura Roger Corman: ma dov'è finito?
Vita da groupie all'inizio dei '70: musica, promiscuità sessuale e, ovviamente, droga (il terzetto magico è completo). Sexploitation con declamata morale al seguito; un documento d'epoca, senza distinzioni formali (inventive o folli); esente da potenza di fuoco. È come sfogliare un album di figurine seventies a tema autodistruzione. Si vedranno: sgallettate, una sventola bionda spesso nuda (la protagonista), band mediocri, bikers esaltati, feste tossiche, frenesie in mutande, uso di droghe pesanti, Berlino, amplessi quasi hard e altri orpelli.
MEMORABILE: La fellatio a un batterista durante un concerto.
Insieme a Groupie girl e Permissive appartiene a un trittico di film sul tema, di differenti nazionalità, usciti nel '70; doveva quindi essere un fenomeno di costume sulla bocca di tutti in quel periodo e questo lavoro d'origine teutonica ne offre una variante basata sui soliti stilemi, tra droghe, sesso promiscuo e vagabondaggio tra Svizzera e Germania. Curiose le sconosciute band psichedeliche che si esibiscono e gli ambienti d'epoca; è se non altro uno sguardo nell'underground europeo del periodo, pur sensazionalistico e gratuito nell'usuale rappresentazione del degrado giovanile.
Uno dei film realizzati in quel periodo sul fenomeno delle groupie ma i risultati sono ancora più modesti che negli altri casi. La vicenda della giovane bella e scatenata che finisce in un brutto giro non solo era già una storia vecchia e risaputa, ma viene qui trattata in maniera a dir poco exploitativa senza il pregio dell'incisività e dell'osare abbastanza: c'è molta attenzione sulle scene di sesso che per quanto dozzinali e poco erotiche stonano con una chiusa frettolosa e moralistica. Bizzarra l'ambientazione svizzera con tanto di hippie, gruppi rock e Hell's Angels locali.
MEMORABILE: La scena di sesso orale al batterista durante il concerto.
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