Aldo Lado è regista che gode di un certo culto da parte degli appassionati di cinema di "genere"; personalmente lo trovo un po' sopravvalutato ma ho avvicinato questo film proprio perché firmato da lui. C'è invece ben poco da salvare in questa pellicola melodrammatica dove tutto è scontato e non nobilitato nemmeno da un po' di sana autoironia. La recitazione è meglio lasciarla perdere, l'unico che si salva è Josè Quaglio in un ruolo di cattivo ma non troppo, la trama oltre che banale è zero credibile; l'unica cosa gradevole è Agostina Belli.
Più che un film, mi è sembrato un fotoromanzo, idem per i personaggi che recitavano leggermente dando vita ad interpretazioni non certo memorabili. Agostina Belli è quella che si è impegnata di più ed emerge da questo mare di mediocrità. Un film che è meglio evitare per non rimanere delusi.
Questo film ha poco da dire al cinema. Nonostante una trama che poteva essere cinematograficamente meglio concepita, la pellicola lascia molto da ridire. Girato con una lentezza e una noia che difficilmente lascia sveglio lo spettatore. Aldo Lado, sì, è sopravvalutato. Bella la protagonista.
Melodramma che più lento non poteva esser, nonostante la storia abbia qualcosa di interessante. Scene mielosissime con attori che sembrano siano stati presi all'ultimo momento. Nemmeno Morricone aiuta con le sue musiche ad uscire dal "sonno". Lado ha fatto di meglio.
Ripensando a La corte notte delle bambole di vetro e a L’ultimo treno della notte, da Lado era lecito aspettarsi di più in termini di atmosfera e tensione; invece la sua regia si fa smorta e passa in subordine rispetto alla levigata cornice da feuilleton settecentesco (c’è di tutto: dagli intrighi ai veleni, dalle cavalcate ai duelli all’arma bianca, dai merletti alle feste) dipinta a tinte pastello dalla fotografia di Mario Vulpiani. Degli interpreti si fanno onore un Bonuglia d’irreprimibile perfidia e un Quaglio cattivo (part time) per costrizione. Con un seguito.
MEMORABILE: Le allucinazioni di Bonuglia; la Belli che partorisce in completa solitudine.
Non è così male questo insolito film di Aldo Lado che punta molto sulla bella Agostina Belli (ai tempi molto ricercata). Il resto del cast non è eccezionale, ma neppure indegno, la storia è il classico intrigo tra nobili. Ebbe anche un seguito firmato da Luciano Ercoli e con un cast diverso.
MEMORABILE: Agostina Belli passa 6 mesi chiusa in una torre.
Pazzesco e sorprendente successo degli Anni Settanta. Fotoromanzo al massimo grado, con inverosomiglianze folli, assurde concentrazioni temporali, momenti che muovono al riso (terribile la sexy moscacieca). Di rara lentezza e tedio cospicuo. Attori fuori parte e recitazioni spesso basse (si salvano Quaglio e la grande Laura Betti, in un ruolo delirante). Surreale vedere reiteratamente le cascate di Monte Gelato di fronte ad un castello della Val d'Aosta. Insalvabile (*).
Flop artistico di Lado che realizza un film in costume (siamo nel Settecento) con un intrigo tra nobili; ci sono tutti gli ingredienti del genere ma l'impianto è da sceneggiato televisivo dei 70s, aggravato da un ritmo che definire soporifero sarebbe un complimento. Qualche momento dalla discreta atmosfera nelle scene della torre con prigioniera la Belli, specialmente verso il finale "acquatico", ma per il resto del minutaggio c'è da sorbirsi dialoghi logorroici, momenti da melodramma e banalità assortite. Paradossalmente andrà leggermente meglio col - comunque superfluo - sequel.
MEMORABILE: La Belli nella torre allagata.
Dominique Darel HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare la registrazione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Il film è tratto dal romanzo di appendice di Marie Eugenie Saffray.
Probabilmente ti confondi con l'altro film, chiamato "La sepolta viva" (1949) di Guido Bignone e che, appunto, è tratto dal libro omonimo di Francesco Mastriani.
Inoltre Lado voleva fare il film da LA SEPOLTA VIVA della Invernizio, ma la produzione, per errore, prese il libro francese. Lado lo lesse e si convinse di fare il film da quest'ultimo!
fonte: Lado a Nocturno.