Ragazza chiusa in un armadio di casa teme maniaco con coltello che lì s’aggira. Fine del prologo, uguale ad altri mille. Riavvolgiamo il nastro et voilà, una settimana prima. Fin qui siamo pefettamente inseriti nella catena di montaggio di questi thriller televisivi o paratelevisivi da 85 minuti, e pure dopo non si scherza. Quella del prologo è Kimberly (Carpenter), una giovane studentessa che per tirar su qualche soldo lavora come baby-sitter. Il suo nuovo lavoro è accudire Jasper (Austin) in assenza di sua madre. Caroline (Fortier), infatti, deve girare mezza America per lavoro ed è costretta a chiedere aiuto in casa per quando suo marito, Steve (Francis),...Leggi tutto è in ufficio e non può seguire il figlio adolescente.
Kimberly è entusiasta, cerca subito l'amicizia del ragazzino e la trova, tutto sembra funzionare al meglio. Poi però, mentre Caroline è ancora in aeroporto o poco oltre, Kimberly entra per portare un gelato in casa della famiglia felice e non vista becca Steve, che non ha davvero perso tempo, in camera con l'amante! Ci resta un po' così, non sa che fare: dirlo a Caroline, con cui sembrava aver instaurato da subito un buon rapporto? Si consulta con il suo probabile futuro boyfriend, Gabe (Bagshaw), il quale le dice di lasciar perdere e di non intromettersi.
Il giorno dopo la prima sorpresa: qualcuno ha accoppato su un ponte la misteriosa amante, che era pure l'insegnante del figlio. Steve, incontrata la polizia sull'uscio di casa, ammette di conoscere la donna ma dice di non vederla da un po'. Parla di fronte a Kimberly, imbarazzatissima e titubante: continuare a fingere o vuotare il sacco? Questa volta è Gabe a toglierla d'impaccio e ad avvertire la polizia su come stano le cose. Disastro in famiglia, con la mamma nel frattempo sempre in viaggio (Washington, Philadelphia, New York...) e perlopiù irraggiungibile. La povera baby sitter si ritrova in un gioco più grande di lei, estremamente indecisa sul da farsi; perdipiù avvicinata dalla sorella mezza pazza di Caroline che farnetica...
Proprio un bel caos, che sembra potersi avviare, attraverso sviluppi quantomeno interessanti, a una soluzione che pregustiamo piuttosto intricata. Revell Carpenter, costantemente al centro della scena, è la faccia giusta: comunica ingenua vitalità ma anche quel minimo di saggezza e maturità richiesta, e in fondo anche gli altri personaggi, a loro modo, sembrano funzionare. Sul più bello, però, il film si sgonfia e la lunga parte centrale si trascina senza che nulla di veramente importante accada, come se le buone premesse si scontrassero con un'improvvisam preoccupante mancanza d'idee, che da lì proseguirà verso una conclusione non solo fiacca e spenta ma, quel che è peggio, clamorosamente disonesta nei confronti dello spettatore, tirando fuori dal cilindro un colpo di scena che è tale solo perché supportato da qualcosa di davvero scorretto e che riguarda non tanto la storia quanto gli interventi... in postproduzione. Meglio non svelare troppo, si sa, ma di fronte a una fubata simile è difficile tacere.
Fatto sta che il rendez-vous conclusivo, in cui il killer si trova a dover riassumere in pochi secondi quanto accaduto rischiando di creare un gran caos nello spettatore, è tremendamente tirato via e raffazzonato; precede oltretutto un immancabile siparietto conclusivo che suona questa volta – nel rapporto tra i sopravvissuti - fasullo, addirittura imbarazzante. Peccato, perché c'erano gli elementi per costruire un intreccio giallo meno scontato del solito e pure una protagonista azzeccata. Niente da fare.
Giovane babysitter assiste al rapporto clandestino tra il suo datore di lavoro e un'insegnante, ma decide di tacere sulla questione; quando l'amante viene uccisa, però, la faccenda si complica. Discreto e dilemmatico punto di partenza per un giallo, ma ancora una volta, come spesso capita per i TV-thriller di Lifetime, l'invadenza di svolte di plot ora inverosimili, ora inutilmente confusionarie (i vari red herring), ora del tutto ridicole (menzione speciale per l'ovvio e sleale twist conclusivo, con spiegonazzo interminabile e movente assurdo) fa calare inesorabilmente il giudizio.
MEMORABILE: Nascosta nell'armadio con assassino coltellomunito nei paraggi in stile Halloween; L'agguato notturno all'amante; Gli incontri con la zia pazzoide.
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CuriositàZender • 11/07/24 08:49 Capo scrivano - 48842 interventi
Naturalmente di gialli sleali, "scorretti" con lo spettatore ne esistono molti, ma quello che mi ha comunicato il MarcelMJ Jr. riguardo a questo li supera davvero tutti, perché non si tratta di sempici furbate nella storia ma...
SPOILER! L'assassino è una donna che se ne va in giro per l'America. Va bene fingere che sia altrove mentre in realtà, come ammetterà poi lei, non si è mai spostata dall'Oklahoma, in cui vivon tutti, ma... il problema è che, nei luoghi da dove telefona, compare sempre sovrimpresso sotto, in grafica, il nome della città da cui telefona: Philadelphia, Washington, New York...! Come diavolo fa il povero spettatore a immaginare che quelle scritte siano spudoratamente false se sono scritte in grafica in postoproduzione e di conseguenza che sia lei l'assassina se ci viene fatto capire che sta a migliaia di km di distanza? O forse dovremmo credere che in una geniale trovata metacinematografica sia l'assassina che ha composto le lettere sullo schermo per deviare i sospetti anche dello spettatore? FINE SPOILER