Rock'n roll - Film (2017)

Rock'n roll

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il rock non è qui da intendersi propriamente come genere musicale ma come atteggiamento. Guillaume Canet (nei panni di se stesso) è un attore quarantaduenne che sul set - ma anche nella sua immagine pubblica - la gente identifica come persona tranquilla, fin troppo. Priva di quello slancio e quella voglia di vivere propri dei giovani; non a caso nel film che sta girando gli rifilano il ruolo del nonno... La ragazza (Rowe) con cui recita è la prima a fargli capire come non sia proprio l'immagine del tipo moderno, alla moda, vivace e sessualmente appetibile; pure a casa la moglie (Marion Cotillard, sua compagna anche nella vita, dal momento che buona parte del cast recita nei...Leggi tutto panni di se stesso) pare adagiata in un tran tran piuttosto stanco.

D'improvviso Guillame realizza come ciò che la gente vede in lui non è quello che lui sente di essere, e decide di cambiar vita. Di andare in discoteca e bere, di farsi le piste di coca col risultato di apparire inadeguato, buffo o più semplicemente patetico. Eppure Guillame non demorde, anzi... alza il tiro, prendendosela con tutti coloro che capisce lo trattino come uno stanco divo di mezza età. Perché lui si sente rock dentro (in questo senso una delle scene più divertenti è vederlo atteggiarsi a rockstar con la minichitarra del figlio davanti agli amichetti di quest'ultimo, arrivando a sfasciare lo strumento in stile Ritchie Blackmore) e non può accettare di essere trattato da vecchio. E se sua moglie non capisce non importa, capirà. In questo il film dimostra di non volersi adagiare su canovacci stantii: la reazione di Guillame è autentica, sincera, non necessariamente costruita per ricavarci qualche battuta. E difatti si ride poco, perché l'intento è quello di descrivere con una certa aderenza uno stato d'animo preciso, pur senza rinunciare alle situazioni da commedia più tradizionale.

Canet passa dalla depressione alla rabbia, quindi ancora alla depressione perché sente di non essere compreso, nemmeno da sua moglie, nel proprio desiderio di rinascita spirituale. E se lui convince fino in fondo, soprattutto nella seconda parte quando gli interventi di chirurgia estetica al viso lo rendono di fatto irriconoscibile, anche il resto del cast che a lui gira intorno regge bene il gioco, con una Cotillard più votata alla commedia rosa e un Gilles Lellouche (preso come esempio di suo coetaneo dall'immagine giovanile e "rock") che purtroppo si vede poco incidendo meno di quanto suggeriscano i titoli di testa. Quello che dispiace è che la sceneggiatura fletta quasi subito in direzione del dramma umano - per quanto affrontato con leggerezza - dimenticando di infilare un numero sufficiente di gag che la sappia rendere spiritosa. Anche perché la situazione, una volta stabilizzatasi, tende a ripetersi senza trovare grandi idee in grado di variare sul tema.

E così, tra l'ovvia riproposizione della "Forever Young" degli Alphaville e qualche richiamo (musicale ma non solo) al TEMPO DELLE MELE, il "nuovo" Guillaume esige dal suo agente solo ruoli in controtendenza rispetto alla sua fama di grigio uomo di terza età e si propone addirittura per interpretare un ventenne per l'imminente film dell'amico Ben Foster (anche lui nel ruolo di se stesso). Simpatica la perfetta aderenza tra realtà e finzione che offre allo spettatore un brillante interscambio metacinematografico, discutibile invece l'idea di trascinare il film per oltre due ore. Finale coerente col già rilevato desiderio di rifuggire le facili soluzioni "politically correct" e per questo apprezzabile; perché il messaggio di fondo è duro, per nulla consolatorio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/11/21 DAL BENEMERITO DIDDA23 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/06/22
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Didda23 9/11/21 11:41 - 2426 commenti

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Durante lo svolgimento di una pellicola, Canet (che interpreta sé stesso nel film, come tutto il cast) viene criticato da una collega più giovane (la Rowe) per essere poco rock'n' roll. Questa osservazione lo farà cadere in depressione... Interessante e bizzarra pellicola in salsa tipicamente francese, con dialoghi ben congegnati e una evidente ironia di fondo che lascia il segno (soprattutto nel finale, al limite del trash più becero). Interpretazioni sopra la media, con tocchi di puro genio (la visita a Hallyday) e pochissimi momenti di stanca. Un'opera piena di idee.
MEMORABILE: La Cotillard alla prese con l'accento canadese; Il provino da Ben Foster; Gli interventi di chirurgia estetica.

Daniela 13/11/21 13:51 - 12666 commenti

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Con la complicità della moglie e di altri colleghi che recitano nella parte di loro stessi, Canet mette in scena una crisi di mezz'età complicata dall'esercizio di un mestiere in cui l'essere e l'apparire sono strettamente legati: il protagonista si sente ancora giovane e vitale ma chi lo circonda non lo percepisce nello stesso modo e questo innesta un processo inarrestabile destinato a sfociare in una paradossale rinascita in chiave trash. La lunga durata comporta una certa ripetività e alcune gag appaiono usurate ma nel complesso si tratta di una commedia intelligentemente ilare.  
MEMORABILE: La visita a Johnny Hollyday; Ben Foster chiede a Canet di togliersi la maglietta; Cotillard in lacrime; Il coccodrillo stile Lassie. 

Kinodrop 16/11/21 19:41 - 2956 commenti

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Un attore affermato comincia ad andare in crisi quando gradualmente ma inesorabilmente gli vengono proposti ruoli più adatti alla sua età; entra così in una paranoia giovanilistica per dimostrare a se stesso, ai colleghi e alla moglie, il contrario, sconfinando nel compulsivo e nel ridicolo. Intelligente commedia sulla crisi di mezza età, con una sceneggiatura sempre credibile, che con ironia smaschera la fragilità del mito del forever young a tutti i costi. Molto indovinata la svolta della parte finale, che ironizza sulla deriva trash, ultima spiaggia per Guillaume "e consorte".
MEMORABILE: Gli scatti di ira sul set; Le sedute dal chirurgo plastico; Le perplessità di Marion; Palestra a oltranza; La fiction a Miami e la nuova carriera.

Paulaster 3/03/22 09:49 - 4423 commenti

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Attore quarantaduenne ha una crisi di mezza età. Il tema di voler restare giovani si era visto anche nel film di Brizzi ma qui, oltre a fare commedia, vengono approfonditi i personaggi e le dinamiche del mestiere di attore. Forse la durata poteva essere minore, anche perché la regia propone diverse piccole idee sparse che valgono più di molti dialoghi. Discreta anche la scelta di umanizzare la storia nella conclusione simpaticamente trash. La Cotillard è meglio nelle fasi seriose e scarsa quando cerca di far sorridere.
MEMORABILE: L’orto in casa; In pista dopo aver tirato la cocaina; La maglia che si rompe in stile Hulk; La serie col coccodrillo.

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