Un giallo perfetto in cui una coppia diabolica di amanti decide, senza un minimo rimorso, di vivere felice pianificando l'eliminazione del terzo incomodo, il marito di lei. "Ogni umiliazione, ogni ostacolo poteva essere spazzato via da un semplice atto di annientamento: l'omicidio". Suspense, lettere anonime, colpi di scena ed un finale al fulmicotone per un thriller di stampo classico assolutamente da avere nella propria cineteca.
Un piccolo capolavoro. Cast superlusso a partire dalla divina Turner, con menzione per Nolan suo antipatico e morente marito, la graziosa Dee con fidanzato Saxon e Basehart che come sempre fa il bastardo. Se la prima parte tende troppo al melodramma, dopo l'omicidio il film decolla, con una tensione sempre più alta (la scena con l'attentato a Basehart è da annali) fino ad arrivare a un grandioso finale con un buon colpo di scena tutto suspense. Bellissime le musiche, una gioia per gli occhi le scenografie. Memorabile.
MEMORABILE: La Turner guida una macchina anche se non ha mai guidato!; L'omicidio di Nolan non mostrato; Il grande finale.
Film godibile, anche speciale ma di rara improbabilità in alcuni passaggi (uno soprattutto: la protagonista non sa guidare, costretta se la cava benissimo, in un contesto di pericolo). Se l'oggetto non è dichiaratamente antinaturalistico è comunque tutto svolto all'insegna dell'artificio, sia in sceneggiatura sia nella tessitura figurativa; quest'ultima è in fondo il suo vero punto di forza. E poi ha dalla sua il cast, praticamente perfetto; e la riuscita atmosfera complottista e paranoica.
Nonostante qualche eccesso melodrammatico, chiaramente figlio del periodo della sua realizzazione, si tratta di un thriller ben articolato e piuttosto coinvolgente, che specialmente nella seconda parte fa registrare una notevole tensione. Bella confezione e gran cast: la Turner e Quinn sono due amanti diabolici e ipocriti quanto basta, ma in fatto di antipatia non scherzano neppure il subdolo Basehart e il dispotico Nolan (forse i migliori del lotto); la Dee è la solita brava ragazza, mentre Saxon qui ha tutte le ragioni per essere corrucciato.
Meno male che i dialoghi sono leggeri, altrimenti non si arriverebbe vivi alla fine; una lungagna mai vista, con una Turner patetica quasi come la Leigh in Via col vento, e che frittata pazzesca va a combinare con la sua imbecillità! Sembra quasi di vedere un 4-0 calcistico con 4 autogol: da non crederci. E Quinn, che non fa mancare il suo talento, è davvero sprecato. Molto più coinvolgente e logico il rapporto secondario fra Saxon e la Dee, ma è un film che non svela nulla; il classico colpo di fortuna mal sfruttato, perché si vedono fantasmi dovunque.
MEMORABILE: Lo smascheramento della telefonata fasulla.
Marito ricco, odioso ed infermo: cosa di più semplice per la moglie e l'amante medico di por fine per sempre alle sue sofferenze? Ma a volte gli omicidi sono come le ciliege ed uno tira l'altro... Thiller il cui classico plot è rimpolpato dai risvolti melodrammatici causati dai comportamenti insensati dei protagonisti , in particolare della vedova irrequieta. Il pregio della confezione, il cast lussuoso, il gran numero di false piste e di colpi di scena rendono la visione gustosa, anche se è impossibile non rilevare le palesi incongruenze disseminate nel corso della narrazione.
Ottimo il crescendo di tensione che, nonostante alcune possibili incongruenze, viene gestito con abilità dagli sceneggiatori rapportando gli eventi con un nutrito ventaglio di umane debolezze. Bravi gli attori a rendere verosimile quanto gli si chiedeva e a non pestarsi i piedi in un intreccio tanto articolato quanto messo continuamente in discussione. Ogni tanto la Turner e Quinn si abbandonano a pose troppo plastiche ma al tempo così si faceva. Completano il quadro della maison tanti piccoli intrusi (il bimbo, la cinese, lo chaffeur) non essenziali ma pefettamente incastonati.
"Ritratto in nero" fa parte del prolifico filone dello psycho-thriller borghese, nel quale i personaggi sono perlopiù esseri spregevoli e crepuscolari, manipolati dai soldi, dalla vendetta e, come in questo caso, da un sentimento morboso e al limite del masochismo. Cast splendido, in cui spicca la granitica Virginia Gray in un ruolo minore. Fotografato con estremo gusto da Russell Metty.
Non male l'intreccio (a parte il finale che sembra una beffa più per gli spettatori che per i due amanti protagonisti di questa vicenda noir), nonostante voglia strafare aggiungendo un nuovo elemento al già complicato triangolo amoroso. Di film in cui è l'uomo a cercar di uccidere l'ignara mogliettina ne abbiamo visti parecchi: per una volta accade il contrario e la dark lady perfetta non poteva essere che Lana Turner (coinvolta in un famoso caso di cronaca avvenuto pochi anni prima), in coppia col bravo e ambiguissimo Quinn. Merita la visione.
MEMORABILE: La faccia di Sheila nell'ultima inquadratura.
Se non fosse per qualche passaggio forzato e per quel retrogusto di hollywoodiano, soprattutto nella prima metà, sarebbe un buon thriller, grazie agli interpreti, più o meno tutti in parte e alla natura dei loro personaggi, che emerge appena il ricco e burbero armatore tira le cuoia. Gli scambi verbali, più che le azioni, fanno sì che lo spettatore non perda interesse durante la visione, anche perché molti di questi, visti gli attriti, sono al vetriolo. Può risultare un po' datato, ma nel complesso non è male.
MEMORABILE: Tutta la scena delle due auto, una con cadavere (la vettura della polizia e il finestrino con foro di proiettile abbassato); Il giusto "carpiato".
Noir della Hollywood fine anni '50. Gli interni ambiente con schiere di paralumi accesi che illuminano fievolmente lo sguardo, lasciando in penombra il resto del volto, le movenze scattanti, monumentali e retoriche degli amanti, i dialoghi sentenziosi e gonfi di pathos: tutto segue la ferrea scuola del melodramma classico. Turner, curatissima stratega, e Quinn autodistruttivo oltre misura. E mentre ci si aspetta che sbuchi da un momento all'altro il Tenente Colombo si ripensa a quando il piccolo CGE bianco e nero ci tratteneva tutti in cucina, dopo cena, a guardare il cinema in casa.
Piacevole noir dagli accenni hitchcockiani (in fondo bastano i titoli di testa in stile Saul Bass per evocare il mood), che parte dal classico complotto fra amanti finalizzato a delitto coniugale per mettere in moto un'improbabile quanto divertente reazione a catena, fra misteriosi ricattatori e assassinii di riparazione. Lo script è tutt'altro che preciso e ogni tanto eccede in struggente romanticismo, tuttavia il solido cast (in evidenza Quinn nei panni del medico omicida, determinato ma assillato dai sensi di colpa), i twist ben piazzati e la suspense curata valgono una visione.
MEMORABILE: Lana Turner segue Quinn in auto nonostante non sappia guidare e incontra ostacoli a ripetizione; Il giuramento di Ippocrate; Finale tragico sul tetto.
Prigioniera di una situazione coniugale ormai compromessa, una donna con l'aiuto del medico di famiglia (e suo amante) toglie di mezzo il marito, ma le circostanze dell'omicidio e gli scrupoli tardivi del dottore portano a un secondo delitto e a una situazione via via sempre più inestricabile. Un thriller che più classico non si può, con un susseguirsi di colpi di scena conditi da una bella dose di sentimentalismo e personaggi di sostegno ben caratterizzati; il tutto nello sfarzo del Cinemascope di quegli anni, perfetto sfondo per le gesta di due divi, Lana Turner e Anthony Quinn.
Dentro un thriller teso, frenetico e quasi tradizionale cresce e si dipana un meló opulento, lussureggiante, pulsionale. Michael Gordon, aiutato da un variopinto cast di prim’ordine, si intrufola nel sottobosco dei borghesi annoiati, tutti risparmiati dal beneficio del dubbio, tutti condannati dalla pesante ombra della coscienza. San Francisco è la sexy e nevrotica cornice, piena di luci a intermittenza, di cinico disincanto e di inconfessabili segreti.
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Sono assolutamente d'accordo con te Lucius,ero sempre stato curioso di vedere questo film dopo la tua recensione,e finalmente questa estate me lo sono goduto.
Che dire,già un'altra produzione targata Ross Hunter è tra le mie preferite (madame x) sin da bambino,ma questa non è stata da meno,è diventato uno dei miei cult !
L'ho preso oggi,piacevole sorpresa perchè non avevo letto della sua uscita.
La copia usata è quella molto bella che circola,con doppiaggio italiano d'epoca di qualità non proprio eccelsa (non so come descrivere fa sentire i suoi anni,un fruscio),ma il fatto di avere il doppiaggio d'epoca per me non ha prezzo !
Rosetta Calavetta: Lana Turner
Giorgio Capecchi: Anthony Quinn
Nando Gazzolo: Richard Basehart
Maria Pia Di Meo: Sandra Dee
Pino Locchi: John Saxon
Wanda Tettoni: Anna May Wong
Franca Dominici: Virginia Grey
Vinicio Sofia: Ray Waltson
Poliziotto: Renato Turi