Ritratto di famiglia con tempesta - Film (2016)

Ritratto di famiglia con tempesta
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/06/17 DAL BENEMERITO XAMINI
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Xamini 3/06/17 19:48 - 1252 commenti

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Con qualche richiamo a Viaggio a Tokyo, questo ritratto familiare è una riflessione tutta giapponese sull'hic et nunc, che prova a trovare il senso di una vita apparentemente fallita. Su scenari urbani del Giappone periferico contemporaneo si muovono tre protagonisti di indubbia bellezza: se alla ex moglie spetta lo scettro, è sulle spalle della signora Toku che cadono i migliori momenti di ironia e leggerezza. Decisamente un bel film.

Taxius 11/06/17 12:55 - 1656 commenti

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Il film è il ritratto di una comune famiglia giapponese e di tutti i problemi che possono cogliere una qualunque famiglia di un qualunque posto del mondo come la separazione, i figli, nuovi compagni e difficoltà varie. L'ambientazione è quella di un Giappone periferico e umile, lontano dalle luci e dalla modernità tanto che potrebbe essere benissimo un film girato negli anni 50. Molto belli tutti personaggi.

Cotola 23/06/17 00:06 - 9043 commenti

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Koreed torna a scandagliare i rapporti familiari e continua a farlo con grande delicatezza e pudore. Rispetto ad altre opere però, qui manca quel coinvolgimento umano verso le vicende che racconta ed i personaggi che le vivono. Forse perché è difficile empatizzare col protagonista che è sostanzialmente una figura per certi versi abbastanza squallida e poco positiva, sostanzialmente immatura e viziata che solo alla fine, forse, riesce a capire lo stato delle cose. Un buon film a cui, a mio avviso, mancano le vere emozioni. Un gradino sotto rispetto ad altri film del regista.

Lou 23/08/17 10:11 - 1121 commenti

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Quello di Koreeda è un cinema delicato, che affronta con la tipica lentezza giapponese una storia di sofferti rapporti familiari. Il tema centrale è lo sforzo per riscattarsi dai propri fallimenti e per accettare una vita diversa da quella desiderata. L'inettitudine del protagonista Ryota, che non riesce a rassegnarsi alla separazione dalla bella moglie e dal figlio, non è però senza speranza e la notte passata a casa della madre con la famiglia durante un tifone lo aiuterà almeno a ritrovare lucidità e consapevolezza.
MEMORABILE: La vita è semplice se si riesce a lasciarla andare.

Giùan 8/11/18 09:45 - 4559 commenti

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Koreeda prosegue con convinzione e peculiare etica cinematografica il suo rispettoso aggiornamento dello Shomin-geki, col racconto pervicacemente piatto della "banalità" del quotidiano, ancora identificata nelle nuove forme di dissoluzione familiare. Il tono è quello di un minimalismo capace di ridurre drasticamente (pur senza eliminarle) le scorie dell'artefatto, lasciando emergere in progressione reiterata i personaggi: lo scrittore infantile e indolente, l'ex moglie volitiva e seria, il bambino costretto a crescere, la nonna consapevole (splendida Kiki).

Kinodrop 8/05/19 20:45 - 2948 commenti

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Un individuo egocentrico e immaturo (anche se con vena creativa) cerca di cambiare propositi e riconquistare gli affetti della sua problematica famiglia. Storia giapponese che gioca sulla “maggiore veridicità” data dai tempi lunghi nel ritrarre la banalità del quotidiano, cercando di fornire un ritratto sincero di una famiglia comunque in crisi. Si avverte il rischio di una certa ripetitività e inconsistenza, anche se puntellate da una sceneggiatura significativa e da una buona scelta attoriale. Interessante ma non entusiasma.

Galbo 3/07/19 05:57 - 12392 commenti

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Hirokazu Koreeda dirige un film su una famiglia "irrisolta", colta nella sua problematica quotidianità, ma è in grado come spesso capita nel suo cinema di orientare l'empatia dello spettatore verso figure fragili (come quella del padre scrittore) che tentano il riscatto personale. Il tutto in un contesto di dolorosa malinconia, evocato dalle belle prove di tutti gli attori. Funzionale il contesto ambientale, quello dell'anonima periferia di una metropoli giapponese. Un buon film.

Il ferrini 5/11/22 00:01 - 2357 commenti

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Una storia comune, quasi banale nella sua drammaticità, colmata dalle anime irrisolte di una famiglia divisa; principali protagonisti un padre squattrinato e una madre algida, indisposta a ulteriori proroghe della relazione nonostante il dolore del figlio. Lui si arrangia come può, scrittore dalla vena bloccata, si mette a lavorare per un'agenzia di investigazione privata e gioca d'azzardo ma non è mai abbastanza. Poi arriva la tempesta ma soprattutto la suocera, personaggio memorabile, a rimettere i cocci assieme, almeno per una notte. Intimistico.

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  • Discussione Raremirko • 30/03/21 20:28
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Film che alla lontana ricorda Ozu, ben interpretato e vivace ma, forse, più occidentale nello s tile di quanto possa sembrare.
    Il regista, che dichiaratamente apprezza Moretti, dirige fermo e sicuro una vicenda che non innova molto ma che di sicuro ha qualcosa da dire sul versante filmico e culturale.
    Buon ritratto della società orientale, con bei dialoghi e sobrietà generale.