Discreto: la storia è molto romanzata con particolari probabilmente inventati di sana pianta. Di buono, la presenza delle belle canzoni di Rino Gaetano e la convincente interpretazione di Santamaria ben calato nella parte e in grado di interpretare decisamente bene i brani musicali.
Fiction tv sulla vita del grande cantautore crotonese. La trama è decisamente romanzata, si è un po' calcata la mano sugli eccessi e sul tormento interiore del cantante, che fanno tanto "mito". Però è anche godibile, ben fatta, con protagonista un Santamaria a dir poco nella parte, che interpreta personalmente le canzoni in modo magistrale. Fiction di qualità, consigliabile a tutti, non solo ai fans.
MEMORABILE: Santamaria solo dentro una casa vuota, seduto al pianoforte, intona 'Ti ti tì...
Questa fiction ha il merito di consacrare Rino Gaetano quale icona, all'apice della rivalutazione postuma dell'artista di origine calabrese. Alcune situazioni sono state create ad arte, ma al centro di tutto c'è l'artista e l'uomo, la sua solitudine, ed il rapporto perverso col successo. Le canzoni sono inserite in maniera perfetta, non facendo da cornice, ma giocando un ruolo primario, da protagoniste. Santamaria sembra nato per questo ruolo e canta pure bene. Ben vengano queste fiction!
Intanto un plauso a Santamaria eccellente e come attore e come cantante. La storia, poi, la conoscevamo o quasi, ma il punto di forza, dal mio punto di vista, non è tanto la carriera dell'istrionico Rino, vero giullare nonchè poeta, quanto la buona e varia alternanza di canzoni ben interpretate. Che poi alcuni passaggi siano un po' forzati e altri non siano del tutto veritieri credo passi in secondo piano. Emerge il carattere del cantante e la bravura e questo importa. Più che piacevole.
Dal punto di vista della qualità televisiva è un ottimo prodotto: non siamo certo dalle parti del Luigi Tenco di Alessandro Gassman, qui Santamaria non ha niente da invidiare (sia come attore che come cantante) al Johnny Cash di Joaquin Phoenix. Non mi ha invece convinto come ritratto di Rino Gaetano: quasi che in funzione della sua morte precoce si sia voluta inventare a posteriori una valenza maledetta del personaggio. Superficiale (a volte demenziale) l'affresco d'epoca.
MEMORABILE: L'esecuzione televisiva in playback di "Aida".
Fiction piacevole ma tendente al fantasioso; alcune vicende sono inventate di sana pianta, tuttavia la narrazione è scorrevole ed il cast interessante. Bravo Santamaria a metterci pure la voce, con risultati più che decorosi. L'enfatizzazione però era dietro l'angolo.
Fiction sulla vita di Rino Gaetano che mi ha fatto porre il quesito: ma il cantante di "Gianna" e altri successi anni '70 e '80 era veramente così nella vita privata? A sentire la sorella no e le credo. Ma la fiction è fiction, è spettacolo nello spettacolo e vive nella legge del "show must go on". Claudio Santamaria è un somigliantissimo Rino Gaetano, ma torno a dire che questa fiction non è la vera storia del cantante morto nel 1981. Il film sarà coraggioso quanto vi pare, ma se dobbiamo sempre campare con le cine-sfighe io non ci sto!
Rino Gaetano è un mito, inutile negarlo. È riuscito a scrivere pagine memorabili nella storia della musica italiana con un'originalità assoluta e con un'ironia graffiante e profonda. Questa fiction merita un pallino per come la storia di Rino sia stata stravolta ma ne merita cinque per l'interpretazione di Claudio Santamaria che qui, come attore ma anche come cantante, ha davvero raggiunto un livello altissimo. La media fa tre pallini.
Non è la storia di un cantautore romanzata al punto giusto per farne un film ma una pessima libera interpretazione legata agli standard piu ipocriti della fiction italiana in stile Rai. Carica di dialoghi banali, situazioni inventate di sana pianta per il solo piacere di adattarle alla figura del protagonista, bellezze, baci e tradimenti che ci stanno in un film di questo tipo ma non nella vita di Rino! Santamaria canta bene, ma non è calato nei panni del vero cantante bensì di quello inventato.
Uno dei più amati cantautori italiani, simbolo del povero che riesce a farsi strada grazie al talento, ma anche simbolo di un’epoca inquieta. Il cantante esprime un animo debole, incapace di una vita sentimentale stabile, oppresso dalla disapprovazione paterna che per lui aveva il sogno di uno squallido impiego alle Poste. Santamaria è autore di prova convincente, interprete diretto delle canzoni. Appare azzeccata e garbata la scelta di non mostrare l’incidente fatale.
Perché fare una fiction su Rino Gaetano (ottima scelta peraltro) se poi di lui non c'è nulla come uomo e quasi nulla come artista, dentro? Queste scelte registiche le capirei se non ci fosse niente da raccontare sul personaggio (ma allora, poi, perché farci un film?). Per fortuna il teleromanzo è riscattato da un bravissimo Santamaria che conferisce veridicità cantando personalmente le canzoni (scelta impavida ma riuscita) e ben interpretando. Dunque mediocre, ma con un suo perché (Santamaria).
Fiction sicuramente piacevole che rende omaggio al compianto cantautore calabrese. La difficile interpretazione è affidata a Claudio Santamaria, molto bravo sia a recitare che a cantare personalmente le canzoni. Non si sa fino a quanto sia voluto o meno il calcare la mano sulle debolezze del cantante, ma certe scene sembrano eccessive e forse si è esagerato nel romanzare la storia. Sia Chiara Chiatti che Kasia Smutniak non sfigurano e mettono in risalto la loro bellezza!
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Fu lo storico direttore artistico della RCA italiana. Considerato l'inventore del fenomeno "cantautori", tra le sue scoperte: Edoardo Vianello, Nico Fidenco, Bobby Solo, Dalla, De Gregori, Venditti, Rino Gaetano, Cocciante, Renato Zero, Ron, Sergio Caputo, Paola Turci.
A lui Alberto Fortis dedicò Milano e Vincenzo ("Vincenzo io ti ammazzerò / sei troppo stupido per vivere"), che Micocci perdonò e raccolse come titolo per una sua autobiografia.
Le sue scoperte gli sopravvivranno, ma alla sua professione era già sopravvissuto.
R.I.P.
Nel tragitto che il bus di Rino (Ruggiero) percorre per portarlo in istituto si vede correttamente il pannello che pubblicizza il film Controsesso, uscito nel 1964: