Ciò che sembra prima di tutto interessare De Palma (e a conoscerne i precedenti non c'è da dubitarne) non è tanto la storia (che racconta del gruppo di soldati che si rese responsabile dell'orrido stupro di Samarra, in Irak) quanto piuttosto il modo di raccontarla, attraverso un college di diverse fonti informative: si va dal girato amatoriale da parte di uno dei protagonisti a un possibile documentario francese centrato sul posto di blocco ("Barrage") a cui il gruppo di soldati è assegnato. Da un uso bilaterale della rete (da una parte i filmati clandestini dei terroristi, dall'altra quelli delle madri e fidanzate dei soldati) ai reportage degli inviati "embedded", dalle registrazioni delle telecamere...Leggi tutto fisse in loco ai telegiornali irakeni. Nulla è reale, tutto è presumibilmente vicino a quella che fu la realtà. L'insieme di diverse fonti ricostruisce la vita della squadra tentando nel frattempo di dare una visione quanto più ampia possibile della guerra in Irak. La patinatura dell'insieme dovuta a un uso eccellente della fotografia rovina in parte l'effetto verità, ma è chiaro che De Palma si sente soprattutto quando ha modo di usare la macchina da presa come sa (nel documentario francese, ad esempio). Il tema dello stupro in battaglia il regista l'aveva già affrontato in VITTIME DI GUERRA, di cui questo REDACTED pare un aggiornamento adeguato alle nuove esigenze del cinema verità. L'idea è buona, la realizzazione tecnica eccellente, ma a difettare è la godibilità dell'insieme, spesso appesantita dai dialoghi non certo nuovi dei soldati e più in generale dal filmato amatoriale, che occupa una parte preponderante. Inizialmente si apprezza ma col passare dei minuti stanca e si fa troppo ripetitivo. E quando anche l'interesse per i molteplici punti di vista viene a mancare non si vede l'ora che il tutto arrivi a una conclusione.
In Redacted De Palma si sarebbe limitato ad organizzare materiale sì ricostruito, ma eterogeneamente anticinematografico? Balle! Il regista c'è, eccome! C'è quando Salazar e McCoy si inquadrano l'un l'altro. C'è quando in un documentario francese c'è un'impossibile inquadratura all'interno del veicolo iracheno che di lì a poco sarà bersagliato dalla vedetta. C'è quando uno dei militi legge Appuntamento a Samarra. Redacted è davvero il remake di Vittime di guerra nell'epoca della con(au)di(o)visione. Lì, trionfava comunque la giustizia; qui, nonostante più punti di vista, la verità è sconfitta.
Un inconsueto De Palma propone un documentario falso ma veritiero sulla guerra in Iraq, esemplificativo dell’annullamento di ogni diritto e dignità umana nell’ambiente militare, nonché della distorsione dell’informazione attuata dai media con il consenso delle Autorità (l’Esercito, per quanto antidemocratico e marcio sia, è considerato intoccabile). Un quadro eseguito con forte realismo – visivo e verbale – e in accordo con i veicoli multimediali oggi più diffusi (videocamera amatoriale, Youtube, blogs, etc.). Citazione da Il mucchio selvaggio nella scena dello scorpione e delle formiche.
Più un documentario che un film. Critico nei confronti degli States per aver intrapreso una guerra contro il nulla. Mancanza di organizzazione e di vero senso alla causa portano dei giovani militari ad abusare di una famiglia indifesa. Ironia e crudeltà fanno da capo in una remota situazione tragica.
Gran bel film-documentario sulla guerra. C'è chi dice che il film sia angoscioso, ma, scusate, la guerra non è angosciosa? La truppa è fornita da giovani che stanno in Iraq per uccidere, chi per soldi e chi è andato perché se la credeva diversa. Come dice Oliver Stone: "la prima vittima della guerra è la verità".
Film importante per le tematiche toccate. A prima vista si potrebbe pensare ad una specie di remake di Vittime di guerra in quanto la trama è molto simile con la varante Iraq al posto del Vietnam, ma ciò è vero solo in parte in quanto le due pellicole sono girate in modo completamente diverso e l'ultima delle due oltre a condannare la bestialità che genera la guerra, suggerisce anche una riflessione sulle immagini che possono essere girate da chiunque ed essere viste da chiunque. De Palma si conferma uno dei più grandi registi in circolazione.
Ottimo esempio di cinema verità e tra i migliori film del filone "bellico" mai realizzati (poco sotto capolavori come Il cacciatore ed Apocalypse now). Con rara efficacia ed aiutato dalle tecniche di ripresa, volutamente imperfette e da cinema amatoriale, De Palma descrive non la guerra ma gli uomini che la combattono, soffermandosi in particolare sul clima aberrante e paranoico che va in direzione opposta alla retorica patriottarda ma proprio per questo appare maggiormente realistico.
Intento lodevole ma il risultato delude. De Palma dimostra classe nella descrizione iniziale del posto di blocco. Prova a trasmetterci il senso del caldo, della noia totale, dell'incomunicabilità con i locali. Ma si avverte noia nelle lunghe interviste ai soldati e nelle riprese finto amatoriali. Sono convinto che i lunghi applausi ricevuti ai festival avessero anche motivazioni politiche e di autopromozione. Ingiusto non distribuirlo da noi ma anche all'estero - a parte la Francia (terreno fertile per certi ragionamenti) - non ha sfondato.
De Palma rifà Kubrick: il suo Iraq sembra il Vietnam di Full Metal Jacket, con analoghe riflessioni sulla mistificazione operata dai mass-media e sulla brutale regressione cui va incontro il soldato semplice nel processo di condizionamento. Ma è nella parte del falso documentario che si esplica questa volontà: lenti zoom out scanditi dalla Sarabande di Handel per congelare il nervosismo e il senso dell'attesa in quadri astratti pronti a saltare in aria con il repentino esplodere della violenza... Geniale De Palma.
MEMORABILE: Lo scorpione mangiato vivo dalle formiche commentato dal tema di Barry Lyndon: Kubrick e Peckinpah riassunti in un colpo solo.
Uno dei registi visivamente più raffinati in circolazione torna sul luogo del delitto (lo stupro di Vittime di guerra) aggiornando le coordinate geografiche e mescolando le carte in un collage di materiali video eterogenei, tutti falsi e tutti verosimili. Ne risulta un'opera in cui al disgusto non viene concesso alcun alibi e, qualora lo spettatore si fosse lasciato distrarre dall'abilità di De Palma nel comporre il suo puzzle, la sequenza finale delle fotografie dei "danni collaterali" - vere ed agghiaccianti - lo inchioda alla riflessione.
MEMORABILE: I soldati durante l'incursione notturna nella casa: la luce verde dei puntatori laser e gli occhi resi ciechi dal riflesso li fanno sembrare zombi
Niente male. De Palma continua a dimostrarsi un ottimo regista, con questo documentario-film su un disgustoso evento veramente commesso dagli americani in Iraq. Gli attori non professionisti fanno la loro figura, la regia è curata (come già detto sembra un film) e la pellicola si fa ben ricordare.
Ricostruendo e manipolando i materiali video più disparati connessi allo stupro di Samarra, De Palma cerca di redigere una più profonda percezione delle cose, una finzione verosimile contro la fittizia verità dei media ufficiali. La definizione dei personaggi soffre dello schematismo tipico del cinema depalmiano, e dalle immagini trapela un tumulto di rabbia e colpa, urgenza e costernazione. Non tutto è oliato a dovere e lo sconcerto, a volte, è più indotto che spontaneo, ma il fine ultimo dell’operazione è tanto lampante quanto necessario: limitarsi a guardare non rende innocenti.
Ispirato alla vera storia dell'orribile stupro di una ragazza con strage da parte dei soldati americani in Iraq, il film è una denuncia degli orrori di una guerra sporca e malamente condotta. Ma il colpo di genio di De Palma è aver portato in primo piano il protagonista vero della guerra di questi anni, e cioè l'immagine tv (e internet), nella sua capacità di raccontare e di mistificare. Ogni inquadratura è mediata dalla telecamera di qualcuno, creando inquietudine e, in definitiva, interrogando il cinema stesso sulle sue responsabilità.
I temi non saranno certo nuovi (su tutti la denuncia dell'assurdità di una guerra inutile) ma molte sono le cose interessanti: si pensi soprattutto alla riflessione
sulle immagini ed il loro utilizzo ma anche a quelle sul "genere" che sembrano
più futili ma in realtà dicono molto più di quel che sembra su come Hollywood ritrae
le guerre nelle pellicole. Il messaggio è chiaro e va a segno colpendo duramente lo spettatore abituato ai soliti film bellici. Fortissime, e forse discutibili, le immagini finali.
MEMORABILE: Lo scorpione mangiato dalle formiche sulle note della Sarabanda di Hendel. L'uomo fatto a pezzi da una bomba. Lo stupro. Le foto finali.
Un film duro, impegnato, tecnicamente ben congegnato, ma troppo prigioniero di un impianto a tema aprioristicamente stabilito in base a uno sguardo ideologico troppo evidente. E se è facile e sacrosanto condividere l'indignazione del regista, non si può negare che il prevalere della denuncia e del messaggio depotenzia alla radice quella libertà espressiva che è sempre stata marchio di fabbrica del cinema di De Palma.
La vicenda può essere o meno interessante, ma il modo di raccontarla è sicuramente originale e ben ideato. Immagini che sembrano provenire dalle fonti più disparate per ricostruire un'avvenimento e cercare di rifletterci e dargli un senso. Tutto è finzione, ma la sensazione di trovarsi di fronte ad una ricostruzione "vera" è decisamente forte. Certo, ascoltare i dialoghi del soldato medio americano per metà del tempo è quasi insopportabile, ma se si vuole che il risultato sia realistico è il prezzo da pagare. Si sente la direzione di una mano esperta.
MEMORABILE: Il finale rientrati a casa e la sequenza di foto reali (stavolta davvero).
Deludente e fin troppo "documentaristico" per ritenerlo reale. Sicuramente i fatti narrati rispecchiano avvenimenti realmente accaduti, ma l'utilizzo di diverse fonti mediatiche rende l'insieme troppo artefatto, quasi a voler imporre una determinata verità. La stereotipata rappresentazione del comportamento dei militari e i dialoghi spesso inutili non danno lustro al prodotto. Un De Palma sotto la media...
Difficile distinguere il punto di vista documentaristico da quello registico. E in effetti non bisogna farlo, perché c'è sempre la mano, tutt'altro che discreta e defilata, di De Palma. Ma, in fondo, quello del finto documentario è solo un modo per offrire dei punti di vista quanto più prossimi alla intima, prosaica e drammaticamente banale genesi di certi fatti, di certi umori, di certe dinamiche, di certi giudizi, di certi princìpi, di certi pensieri, di certe opzioni. E pur nella fisiologica frammentarietà, riesce con felice compattezza.
Un pugno nello stomaco questo Redacted, basato su fatti realmente accaduti. La pellicola mostra cinicamente e senza filtri lo stato d'animo dei soldati americani impegnati in prima linea. A dispetto di quanto si vuol far credere dalla propaganda, i soldati appaiono deboli, sconcertati, timorosi e senza alcun rispetto per la vita. Potrà dare fastidio, ma tutto ciò è la reale condizione della migliore gioventù odierna americana.
Partendo da presupposti ideologici ben riconoscibili e da una tecnica di ripresa artificiosamente amatoriale, si assiste a un format che paradossalmente allontana più che avvicinare al vero dramma e alle atrocità della guerra. Inoltre il filtro multimediale dà una lettura dei fatti coinvolgente solo in piccola parte. Emulare il reale con mezzi pseudo-artigianali non è detto che sia più efficace di una sceneggiatura tradizionale ben costruita. I dialoghi e le sparate testosteroniche farcite di luoghi comuni sembrano girare a vuoto. Discontinuo. Prolisso nei dialoghi e delle interviste con una scena madre frettolosa.
Vita da commilitoni a Samarra tra posti di blocco, capre, bombe e stupri. La chiave di lettura è raccontare la guerra da dentro come fosse un reportage giornalistico. La nitidezza della fotografia esprime la crudezza di una guerra multimediale (tv, internet, blog e Skype) dove la censura persiste nella "pulizia" delle notizie. A volte la recitazione è troppo impostata ma la regìa dinamica dà un taglio molto scorrevole. Conclusione che, anche se è finzione, rende bene l’idea dell’orrore.
MEMORABILE: L’esplosione del soldato; Il corpo senza testa; Le lettere con le parole censurate.
Un finto reportage costruito assemblando riprese amatoriali, filmati di troupe televisive e comunicati internet, tutti fasulli ma più veri della realtà. De Palma è meritevole nel denunciare come qualsiasi “verità” possa essere manipolata, però il suo film è fatto di nulla e da un regista così cinefilo è difficile accettare tanta pochezza. Nessuna citazione se non forse quella dello scorpione assalito dalle formiche che riporta alla sequenza iniziale del Mucchio selvaggio (ma di Peckinpah qui non c’è traccia essendo semmai dalle parti di Michael Moore).
MEMORABILE: L’iniziale descrizione dello statico servizio di guardia al posto di blocco; L’incidente al sergente di colore; La brutale incursione notturna.
Come già in Vittime di guerra, De Palma denuncia gli orrori causati dalla guerra e le nefandezze di alcuni soldati americani, stavolta però agganciandosi alla cronaca. Lo stile da found footage rende le immagini più forti, la storia indigna davvero e colpisce lo spettatore più volte come pugni allo stomaco. Ben girato, asciutto e senza fronzoli, con un inizio talmente pacato che rende inimmaginabile cosa avverrà in seguito. Spontaneo il cast, potente la scelta della musica lirica sul finale. Notevole.
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Sarei anch'io curioso di sapere se mai uscirà in dvd, questo film. Non avendo Sky dubito che riuscirò mai a vederlo prima di qualche anno. E me ne dispiace, perché De Palma mi piace molto, anche se, se è vero che ricorda Vittime di guerra, non mi enrtusiasma molto il film, in partenza.
HomevideoZender • 6/12/08 10:20 Capo scrivano - 47726 interventi
Dovrebbe essere già fuori REDACTED per la Medusa come annunciato da Caesars.
Audio: Ita.5.1
Video: 16:9/1.85:1
Extra: Interviste ai rifugiati politici + Dietro le quinte + Trailer
DiscussioneColumbo • 31/10/10 11:32 Pulizia ai piani - 1098 interventi
Leggendo i documenti di Wikileaks sulla guerra in Iraq, mi sono venute in mente le immagini di questo film, rivelandomene, se ancora ce ne fosse bisogno, la sua sconcertartante attualità (anche nella sua realizzazione tecnico-visiva). Prese le dovute proporzioni, può essere definito il l'"Apocalypse Now" dei nostri tempi.
HomevideoGestarsh99 • 13/11/11 12:18 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile anche in edizione Blu-Ray Disc per Medusa Video:
DATI TECNICI
* Formato video 1,78:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 DTS HD: Italiano Inglese
* Sottotitoli Italiano per non udenti
* Extra Interviste ai rifugiati politici
Dietro le quinte
Special Tv Higher Definition
Trailer
Buona notizia per chi ama Brian De Palma. Dopo una lunghissima assenza e vari progetti annunciati e mai partiti il grande regista è tornato dietro la macchina da presa. Sta dirigendo il remake di un film francese del 2010 (questa non è una bella notizia, mi sembrano sempre inutili rifacimenti di film così recenti) di Alain Corneau "Crime d'amour". Il titolo è "Passion" (fonte Imdb). Il film è annunciato per il 2013 (quindi ben 6 anni dopo l'uscita della sua ultima fatica). Bentornato Brian.