Ragazzi miei - Film (2009)

Un giornalista sportivo perde per malattia la seconda moglie e si trova da solo a crescere il figlio di 6 anni. La cose si complicano con l'arrivo del figlio avuto dalla prima moglie. Il film di Scott Hicks indaga sulla complessità dei rapporti familiari grazie ad una sceneggiatura che opera una buona caratterizzazione psicologica dei personaggi con il limite di cadere (sia pure raramente) nel patetico (quando il protagonista ricorda la moglie morta). Buona la prova di Clive Owen in un ruolo per lui insolito.Bella la colonna sonora dei Sigur Ros.

Scene da una ri-educazione alla paternità in una famiglia tutta infantilmente e chiassosamente maschile: rimasto vedovo, un padre deve relazionarsi con i due figli trovando il modo più giusto per farlo, sbagliando tanto ma per amore. Un film che regala qualche forte emozione, ma che ha dalla sua una grande sincerità, al punto da suonare talvolta un po' superficiale (quasi timoroso di entrare davvero nelle pieghe delle angosce della perdita) pur di dare un segno di speranza e ottimismo. Teneramente malinconico.

Buon film che poggia su una melanconia di fondo (un padre rimasto vedovo costretto a gestire cose più grandi di lui) attenuata da una regia solida e "ruspante" e buone prove attoriali dove Owen è convincente ma anche gli altri trovano il giusto spazio. Ha il merito inoltre di non proporre scene melodrammatiche e, per una volta tanto, di non riconsegnare il padre alla prima gallinella capitatagli attorno.

La figura di un padre che rimasto vedovo della seconda moglie cerca di crescere il figlio con la presenza anche di quello di primo letto. Una narrazione che inizia con tragici eventi e poi analizza le difficoltà nell'impartire una valida educazione sommata alla perigliosa genesi nei rapporti tra padre e figli. Poco emozionale e tendente al tipicamente ordinario.