Il film parte bene, l'argomento è buono e le suggestioni psichiche ci stanno a pennello, in più la fotografia non pecca. Brava la Demick, non al top Don Backy. Il tutto però si spegne in quanto non incide. Il bersaglio dell'ipocrisia e della noia di stampo borghese è solo sfiorato ed accarezzato, non dà un segnale chiaro e inequivocabile, cosicchè anche la non casualità dell'ultima scena lascia del tutto indifferenti. Peccato, come storia era interessante.
La notte sarà stata anche chiara, ma sul senso del film grava invece un'impenetrabile oscurità che la trovatina finale non contribuisce certo a diradare. Dopo La stagione dei sensi - ma senza il suo bizzarro fascino figurativo - Franciosa ci propina un'altra astrusa esercitazione intellettualistica, irta di metafore e carica di imponderabili e stiracchiatissimi significati metafisici. Del tutto inadeguato Don Backy, brava e sensuale la Demick, simpatica e fresca la Rizzi. Tranquilli ripete il clichè già sperimentato ne La donna invisibile.
MEMORABILE: L'auto di Don Backy; Le "creazioni" artistiche della sua segretaria-pittrice.
Diciamolo pure che Massimo Franciosa come regista non era proprio il massimo, nonostante qualche film particolarmente interessante (La stagione dei sensi); qui gli attori hanno le facce giuste e la Demick è molto brava. La storia è ricca di problematiche tipiche del periodo ma stranamente non è cosi pesante come in altri casi e tutto sommato ho apprezzato la buona direzione degli attori.
Confusionario, con alcuni virtuosismi (spezzoni di montaggio anticipati) che non convincono. Però a convincere ancora di meno è la vicenda, con dialoghi che se volevano rappresentare una critica alla vita di coppia finiscono invece col lasciare perplessi. Se la Demick è brava, intensa e adatta (riuscendo a dare qualcosa di credibile al suo personaggio, a metà strada fra l'insoddisfatto e il sofferente), Don Backy (forse mal diretto) è davvero ai minimi livelli attoriali. Tranquilli azzecca le sue espressioni, ma sono sempre le stesse due. La Rizzi è di raro fascino, ma si vede poco.
MEMORABILE: Il dipinto mobile della segretaria di Don Backy.
L'idea di una storia fortemente antiborghese, così come era decisamente nello spirito dell'epoca, è qui contaminata da uno svolgimento confuso e da interpreti non all'altezza. Peccato, perché lo spunto da cui parte il film non era niente male. Nicoletta Rizzi, quasi una sosia di Patti Pravo, era un volto tipico del cinema di quel periodo, ma qui è sottoutilizzata.
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CuriositàDusso • 6/05/13 10:19 Archivista in seconda - 1831 interventi
Nei titoli di coda è accreditata una certa "Anita Edberg" e non Ekberg, ma nel web si è diffuso questo errore, credendo che fosse Anita Ekberg: invece si tratta di Anita Strindberg, in una piccola parte (probabilmente al suo debutto italiano). Riconoscibile senza errore per il seno siliconato (una moda non certo diffusa all'epoca). Su IMDb l'errore è stato corretto nel dicembre 2020.