Abbastanza buono in quanto la componente thriller è molto ben amalgamata al poliziesco (che agisce da sfondo) e il film è ricco di colpi di scena, scazzottate ed inseguimenti (anche per la tenacia di chi vuole andare a fondo ignorando qualsiasi ordine dall'alto). Alla fine si aprirà un brutto barattolo di vermi. Non particolarmente suggestivo ma molto sciolto e si lascia vedere volentieri, specie da chi, come me, ha sempre nutrito una particolare simpatia per le coproduzioni e per attori quali Steffen, Fajardo e Ugarte.
Modesto poliziesco ibridato col thriller che il doppiaggio italiano peggiora ulteriormente, non falsificando in maniera adeguata la voce dell'assassino e rendendolo quindi facilmente individuabile. La confezione è molto vicina a quella di un prodotto televisivo, mentre la colonna sonora di Giombini irrita fin da subito. Il monoespressivo Antonio De Teffè se la cava abbastanza bene nel ruolo del rude detective, piccola parte per il sempre bravo Fajardo.
Felice ibrido tra poliziesco e thriller, in cui le indagini e la massiccia azione del primo - il protagonista Steffen preferisce il karatè alla pistola - si abbinano agli omicidi ripetuti e ai colpi di scena del secondo. La regia conduce in modo lesto e frugale, mettendo in bella evidenza le luminose location iberiche. Taglienti le musiche di Giombini, che rispecchiano gli umori dei due generi cinematografici qui proposti.
MEMORABILE: La droga nascosta nella bottiglia di VAT 69.
Poliziesco paratelevisivo con sottotesto thriller in cui l'unico elemento di qualche interesse sono le belle location portoghesi, dove un agente londinese della narcotici (il monocorde Anthony Steffen) si agita freneticamente per scoprire il segreto che si nasconde dietro un gigantesco traffico di droga e l'uccisione di un suo collega seguita da una lunga serie di omicidi. Sparatorie, inseguimenti e scazzottate occupano almeno mezzo film che approda piuttosto stancamente a un finale non del tutto imprevedibile. Fajardo fa, al solito, il cattivo.
MEMORABILE: La macchietta dell'affittacamere gay con cui Bosch verrebbe oggi probabilmente accusato di omofobia.
Narco-thriller poliziesco capeggiato da uno Steffen "callaghanoide" nei poco bazzicati sfondi metropolitani lisbonesi. Lo script non brilla certo per intelligenza o linearità, ingarbugliandosi irritantemente fra insensataggini a stock, triplogiochismi mal intessuti e spifferatori in serie predicibilmente liquidati giusto un secondo prima della fatidica (ma sempre disattesa e rimandata) rivelazione. A tagliar la testa al toro delle incongruenze ci pensa slealmente l'inevitabile spiegone pretermine, unico mezzuccio possibile per far quadrare i conti in sospeso tra false piste e indagini a vuoto.
MEMORABILE: La sempre "tempestiva" eliminazione dei testimoni implicati nella vicenda...
Davvero difficile trovare qualche pregio a questa pellicola la cui sceneggiatura doveva essere di qualche riga, con dialoghi e situazioni improvvisare sul set (almeno questa è l'impressione che si prova, vedendo il prodotto finito). I personaggi che appaiono sullo schermo spesso sembrano inseriti solo per fare minutaggio, e infatti o vengono uccisi o spariscono senza tornare ad avere un ruolo nella trama. Musica di Giombini ripetitiva e irritante, interpretazioni e regia anonime. Il tempo dedicato alla visione del film (fortunatamente breve) risulta decisamente sprecato.
La mano sicura e professionale di Bosch non salva un poliziesco ben poco entusiasmante, aperto da un promettente incipit quasi proto-slasher con rapidi flash di un omicida mascherato. Poi la maschera sparisce e gli omicidi continuano, ma risultano l'unico elemento realmente "mystery" di questo sciapissimo intrigo di droga, soldi sporchi e testimoni destinati a durare poco. Inespressivo ma granitico come il personaggio richiede, Steffen si barcamena tra agguati, scazzottate (discrete) e sparatorie (con armi che sparano solo nel sonoro). Anonima colonna sonora di Giombini.
Tipica produzione italo-spagnola seventies che si segnala per la buona miscela di generi: da un lato il giallo che spopolava in quel momento nel nostro paese, con il misterioso assassino dalle sembianze argentiane, nero vestito e dalla voce artefatta; dall'altro il poliziesco, con Steffen in versione Callaghan. Bosch non si perde in convenevoli e il film fila via con discreto ritmo, seppur con pochi colpi di scena: il finale è prevedibile e ricalca per ambientazione e modalità pellicole già viste.
Juan Bosch HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.