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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/09/07 DAL BENEMERITO CAESARS
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Caesars 7/09/07 09:22 - 3779 commenti

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Marlon Brando illumina con la sua interpretazione questo film che ci racconta qualcosa sulle logiche colonialiste viste nell'ottica post sessantottina. L'azione si svolge nell'ottocento in un'immaginaria isola delle Antille dominata dai portoghesi, dove arriva un misterioso inglese (Brando) che si occuperà di far sorgere una rivoluzione contro gli occupanti; ovviamente il solo scopo è quello di cambiare i padroni, non di liberare gli schiavi. Bello anche se un po' pesante. Fa un po' specie vedere Renato Salvatori con la pelle scura da meticcio.

B. Legnani 14/04/10 00:57 - 5523 commenti

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Spiace dire non solo che è il peggiore di Pontecorvo che io conosca (oltre al peggiore film con Brando che io abbia visto), ma specialmente che è un film non bello. Brando gigioneggia, pontificando in maniera insopportabile su storia, scienze sociali e tecniche guerresche. In più non si rinuncia a cose da sottoprodotto, come la fucilazione interrotta all’ultimo momento (ma come diavolo ha riconosciuto il salvato, che aveva visto solo da bimbetto???), o a citazioni grevi come il bimbo che alza le mani, a richiamare la nota foto del bimbo ebreo. Stucchevoli i riferimenti a Cuba. Grande delusione.

Enzus79 30/09/10 16:42 - 2874 commenti

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Il buon Franco Solinas, prendendo spunto dalle varie rivoluzioni latino-americane e dalla guerra vietnamita, ha scritto questa sorta di parabola sul colonialismo ed i suoi difetti. Pontecorvo è stato un buon regista e lo si vede da come ha girato certe scene. Brando al di sotto dei suoi standard. Salvatori fa un po' ridere, truccato e col capellone.

Ale nkf 21/10/11 17:50 - 802 commenti

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Il film racconta il colonialismo vissuto dagli indigeni di un'isola immaginaria chiamata Queimada. La regia di Gillo Pontecorvo è tutt'altro che suggestiva e il ritmo lentissimo (le interminabili danze dei neri...). Per di più non si può nemmeno sperare in una buona prova di Marlon Brando, indubbiamente al di sotto delle sue potenzialità. Per fortuna le musiche sono di Morricone, ma nonostante ciò, dopo due ore se ne esce sfibrati.

Deepred89 27/11/11 13:55 - 3704 commenti

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Discreta ma non esaltante pellicola disseminata di svariati (ma ambigui nelle posizioni) riferimenti alla politica contemporanea. Nel complesso il film regge, soprattutto grazie al carisma di Brando, ma lo schematismo della vicenda e la piattezza della confezione (non me ne vogliano i fan del regista) abbassano decisamente il tono. Dialoghi discutibili, musiche passabili, inguardabile il trucco da meticcio di un lampadatissimo Renato Salvatori: il film non è male ma non esistono, a parte Brando, veri motivi che ne giustifichino la visione.

Homesick 18/03/12 18:31 - 5737 commenti

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Tentativo poco riuscito di conciliare cinema di impegno storico-civile e avventura. Se nel primo Pontecorvo è a proprio agio e costruisce un teorema anticolonialista aggiornato anche ai fatti storici del tempo, nel secondo si trova in panne a causa della sceneggiatura prolissa (troppe le digressioni sui costumi locali) e di sequenze belliche prive dell’efficacia necessaria. In aiuto accorrono gli interpreti: Brando, che entra coscienziosamente nel suo contraddittorio personaggio, e Marquez, che non fa poco per un non-attore. Epico il brano “Abolição” di Morricone, già abbozzato in Navajo Joe.
MEMORABILE: I titoli di testa “sparati” sulla colonna sonora; il discorso capitalistico di Brando su mogli e prostitute; Salvatori truccato da meticcio (trash!).

Galbo 14/07/12 20:45 - 12380 commenti

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Una miscela tra film d'avventura di stampo classico ed opera di denuncia del regime coloniale. Ne deriva un'opera a tratti suggestiva ma che non può dirsi completamente riuscita. Il limite del film è il ritmo troppo lento, unito alla verbosità della sceneggiatura che stempera la componente avventurosa. Buona nel complesso la prova del cast, anche se Brando non è al suo meglio.

Nando 15/07/12 12:20 - 3810 commenti

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Pellicola di puro stampo anticolonialista con abbondanti sprazzi di puro marxismo in cui si analizzano le vicende di un'ipotetica isole delle Antille. La violenza è belluina e gli usi e costumi locali descritti con attenzione. Brando catalizza la scena con autorevolezza mentre Salvatori incide poco. Appropriata colonna sonora di Morricone. Forse lievemente prolisso e troppo politicamente schierato, ma più che dignitoso nella sua confezione.

Herrkinski 18/07/12 15:41 - 8072 commenti

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Poco prima della consacrazione assoluta con Il padrino, Brando è l'elegante protagonista di questa vicenda esotica ambientata in un'immaginaria isola delle Antille. Tra l'avventuroso e il film di denuncia dei regimi schiavisti (con dialoghi che sembrano venire direttamente dal fervore socio-politico sessantottino), Pontecorvo pecca un po' troppo di prolissità e di megalomania; la durata eccessiva, la verbosità esagerata, alcune immagini stucchevoli in bilico tra il melodramma e la baracconata. Belle le musiche, la location e le danze tribali.
MEMORABILE: Il tema di Morricone.

Nicola81 18/11/16 17:16 - 2840 commenti

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Sono bastati cinque film a Pontecorvo per lasciare un segno indelebile nel nostro cinema. Qui riesce a coniugare l'esotico/avventuroso con un forte messaggio politico incentrato sui rapporti tra occidente e paesi coloniali, utopia rivoluzionaria e ingerenza delle multinazionali. A tratti lento, ma con una storia ben scritta (da Arlorio e Solinas), una suggestiva ambientazione, un'efficace ricostruzione d'epoca e robuste scene di massa. Brando, che credeva molto nel progetto, offre una delle sue prove più misurate. Buone le musiche di Morricone.

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Matalo! 27/08/18 11:17 - 1378 commenti

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Un film girato con mano greve e senso estetico un po' limitato. Il soggetto è simile a quello dei coevi western di Damiani e Sollima ma è appesantito da troppi dialoghi. Brando come sempre illumina lo schermo mentre Salvatori è decisamente buttato via, con un chilo di cerone che persino riflette il sole. Interessante invece il coprotagonista, fisicamente simile a un Michel Constantin in nero.

Noodles 26/01/24 16:47 - 2204 commenti

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Un Marlon Brando leggermente sbiadito e una sceneggiatura che dà eccessiva importanza alle parole non scalfisce eccessivamente un'opera comunque degna. Gillo Pontecorvo torna a parlare di colonialismo, stavolta puntando l'attenzione sui Caraibi, ma il concetto è sempre lo stesso. Film dal bellissimo significato ma che, come detto, avrebbe forse meritato un ritmo più avvincente. Risulta invece una parabola anti-colonialista, valida sicuramente ma troppo ammantata di autorialità. Belli i paesaggi colombiani. C'è anche il nostro Renato Salvatori. Buono, coi suoi difetti.
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