Poco significativa incursione di Claudio Risi in un quella sorta di neorealismo anni 90 che ha al suo attivo qualche bel titolo di spessore. Non questo però, nonostante abbia il merito di promuovere al ruolo di protagonista il giovane Ricky Memphis, destinato a una buona carriera nella commedia e indubbiamente in possesso della faccia giusta per il ruolo richiesto. E' Danilo, un ragazzo senza troppa voglia di fare che tra un lavoretto e l'altro (spesso come idraulico) si dedica al pugilato con alterne fortune. Sogna di mantenersi combattendo sul ring, ma sa benissimo che la strada è lunga e così non si fa troppe illusioni. Vive al Corviale, il gigantesco palazzo della periferia romana più volte...Leggi tutto scelto al cinema come simbolo di miseria e vita ai margini. Trascorre giornate dalle emozioni avare, come se tutto gli scorresse addosso senza lasciare tracce; almeno finché non incontra Tresir, una bella ragazza del Mali che sta con un altro pugile ma con la quale comincerà ugualmente una relazione accorgendosi ben presto di aver a che fare con un'eroinomane. Lei è Johara, una delle tante sventole lanciate dal Drive-in di Antonio Ricci (dove faceva soprattutto coreografia in abiti succinti e un cucciolo di leopardo che l'accompagnava): decisamente non in una grande interpretazione, mostra il bel corpo (e il seno) trovando spazio quando deve urlare le sue crisi d'astinenza. Molto meglio Memphis, per quanto ancora acerbo e con un look da "bravo ragazzo" che fatica ad inquadrarne il personaggio. Ma è la sceneggiatura a non trovare sbocchi in grado di vivacizzare la storia, adagiata in una descrizione di maniera della vita scombinata di questo giovane malinconico (o forse è solo ciò che trasmette il suo sguardo) che vive con la madre e la sorella minore. Realizzate con scarsa grinta le scene sul ring, Risi è indeciso sulla strada da seguire e non riesce a imboccarne al meglio nessuna: i personaggi restano in superficie mentre il sonoro, scadente, penalizza soprattutto la voce non esattamente squillante di Memphis. Un film che procede piatto, a cui mancano i momenti da ricordare, con personaggi infilati tra le scene senza un vero motivo (il ragazzino di strada che s'iscrive in palestra) e del tutto privo della rabbia citata nel titolo (che esplode solo durante l'incontro amatoriale, anche lì senza un vero perché). Bello qualche scorcio di Roma notturna. Misurato, crepuscolare, ma in definitiva assai modesto.
Uno spaccato della degradata periferia romana in stile melodramma con spruzzate di neorealismo fine anni 80. Un pugile di borgata s'innamora di un immigrata maliana e cerca di condividere queste sue due passioni. L'ambientazione è azzeccata ma la narrazione talvolta scivola nel qualunquismo. Memphis è suo agio in quello che gli riesce meglio.
Film del '91 ma con echi di fine anni '80, è un prodotto che al tempo non ebbe grande vita sul grande schermo. È una piccola storia di un idraulico che si diletta nel pugilato che si imbatte in una graziosa ragazza di colore che vuole aiutare. Un film che si vede senza problemi, scorrevole, con una vena poetica, che fotografa un sottoborgo romano. Merita una visione.
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