Primo piano sull'assassino - Film (1998)

Primo piano sull'assassino

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La nostra recensione di Primo piano sull'assassino

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Thriller anomalo di un certo interesse anche per la qualità non indifferente della messa in scena, superiore a quella delle tante produzioni di genere prive di ambizioni. Il titolo italiano fa riferimento al mestiere di Johnny Scardino. I colleghi lo chiamano Johnny “La Morte” perché scatta fotografie ai cadaveri freschi per conto della polizia. Per arrotondare, poi, non disdegna di partecipare ad ardite scorribande ai danni di importanti personaggi in compagnia di un paio di complici poco raccomandabili e di una prostituta ingaggiata per trascinare le vittime in qualche motel. Durante l’atto sessuale Johnny e gli altri due entrano dalla porta, fotografano la coppia clandestina...Leggi tutto in pose compromettenti e passano successivamente al ricatto. Una routine che garantisce entrate extra non da poco e che continua fino a quando qualcuno comincia a uccidere le persone che aiutavano Johnny nel suo lavoretto “sporco”: la prostituta, trovata morta in un grosso incidente stradale, poteva essere un caso, ma poi…

Sembrerebbe insomma un thriller in piena regola non molto diverso dagli altri e in fondo lo è, ma i personaggi sono ben tratteggiati e il protagonista, interpretato da Peter Gallagher, ha la giusta faccia di chi non riesce bene a rendersi conto di cosa gli stia succedendo intorno: è il meno vivo di tutti, assorbito completamente dal suo lavoro e ancora scosso dalla morte della moglie. Gli è rimasto il genero (Black), che lavora in un piccolo fast food (Happy Burger) e che ogni tanto sembra dare un po’ di matto. Poi l’incontro con Alice (McDormand), una donna a sua volta similmente “assente” e che forse potrebbe avere un ruolo importante nella soluzione del caso; non si creda però che il film basi la sua forza su quello, e lo dimostra il fatto di come evolve una volta che ci viene spiegato come sono andate le cose.

Siamo solo a un terzo del film, che da lì si trasformerà in un thriller decisamente d’azione cambiando parzialmente le carte in tavola e mostrando una nuova faccia, comprensiva di una scena sanguinaria al limite del sostenibile, con una scheggia di vetro conficcata in un occhio degna di un horror di Fulci (ah, c’è anche qualche luce notturna coloratissima alla Bava e l’accenno a un delitto con acqua bollente in stile Argento). Insomma, il cast è di livello, la fotografia pure, le musiche talvolta dissonanti e invadenti sono lo specchio di scelte precise e, se non fosse per la regia piuttosto spenta di John Raffo, sarebbe un film con ottime carte da giocarsi. Si perde però nella banalità durante l’ultima parte, fin troppo tirata per le lunghe, che piazza l’indizio chiave in modo pretestuoso e poco credibile (per quanto a suo modo spettacolare). Nel complesso, comunque, il film dimostra la solidità di certo cinema americano di consumo, cupo al punto giusto. Anche dal punto di vista dell’intreccio “giallo” certe suggestioni fanno centro e il mosaico di truci foto ritagliate e appese in camera oscura è non poco inquietante.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/04/17 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/01/25
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Deepred89 15/04/17 12:12 - 3840 commenti

I gusti di Deepred89

Thriller novantiano che, pur emergendo dal mare magnum paratelevisivo dell'epoca grazie alla decorosa confezione, pecca proprio dal punto di vista dell'intreccio criminoso, che entra nel vivo troppo tardi e si disvela troppo presto (fino alla prevedibile resa dei conti finale). Eppure si nota un certo tentativo di rifuggire la banalità, tra personaggi ben caratterizzati (anche i secondari, come Jack Black barista psicotico) e una buona capacità di gestire in modo personale l'ironia e il bizzarro (la cruda scena allo specchio). Buon cast.
MEMORABILE: Il protagonista allo specchio armato di pinza.

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