Polisse - Film (2011)

Polisse
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/06/11 DAL BENEMERITO FORD
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Ford 2/06/11 00:43 - 582 commenti

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Un film tratto da storie vere verificatesi nel reparto antipedofilia della polizia di Parigi. Un lavoro straniante e vite private ingarbugliate sono raccontati in maniera frammentaria con una regia bella sporca; bravissimi i tantissimi attori grandi e piccini, ma la cosa grandiosa è che nonostante il tema sia piuttosto pesantino in questo film si ride dall'inizio quasi fino alla fine. Promosso a pieni voti.

Cotola 9/02/12 00:37 - 9009 commenti

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Suscita un "fiume" di emozioni e non è poco. Non si può non fremere ed inorridire dinanzi ai casi affrontati dai poliziotti della sezione minori, così come si è partecipi delle loro vite private. Il tema, fra i più delicati che esistano, è affrontato seriamente ma allo stesso tempo stemperando la tensione con diverse coloriture “comico-caustiche” che abbondano nella sceneggiatura (giustamente premiata a Cannes). Alcune scelte sono opinabili (vedi il finale): prendere o lasciare. Probabilmente uno dei film più necessari degli ultimi tempi. Sicuramente molto potente: spinge a porsi tante domande

Greymouser 11/02/12 19:50 - 1458 commenti

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Uno dei più bei film sulla polizia, focalizzato su un reparto di tutela minori. I temi scabrosi sulla pedofilia vengono affrontati con una "leggerezza" tanto più efficace di ogni invettiva moralistica, e i momenti di eroismo rifulgono dal quotidiano senza enfasi retorica. I personaggi sono veri, complessi, ambigui, forti e fragili come da vera umanità. Il finale è inaspettato, raggelante, chirurgico. Un'esperienza cinematografica esaltante e indimenticabile.

Paulaster 10/02/12 10:01 - 4389 commenti

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Un film che può apparire disturbante, al limite dello shock. Il tema è di una grave importanza: si parla di abusi su minori e non ci sono metafore nei dialoghi. Il merito, enorme, è che il tutto è affrontato con disinvoltura, alla francese. E palesa la passione a convivere con un lavoro difficile e quotidiano. Plauso al coraggio di raccontare una piaga dolente della realtà, con regia onesta e senza giri di parole. Unici nei, il personaggio della fotografa (la scena della sparatoria in particolare) e del marito.

Zuni 10/02/12 13:46 - 68 commenti

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Partire da nobili intenti non basta quando manca l'assoluta capacità tecnica e narrativa di esporre tesi e situazioni. Cerca l'iperrealismo ma quando gli va bene arriva alla stessa altezza di una qualsiasi fiction tv italica. Non dice nulla, non spinge mai il dito nella piaga e si parla addosso continuamente cercando di costruire un mosaico di personalità di cui non te ne può mai fregare nulla. Maiween sbaglia praticamente tutto e Polisse è un polpettone indigesto e retorico. Il nulla più assoluto, con il gran premio della giuria intorno.

Gestarsh99 3/03/12 13:57 - 1395 commenti

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Dietro le quinte aspro, semi-documentaristico e crudelmente smaliziato sulle attività della Squadra Protezione Minori di Parigi, tra screzi, baruffe, sfoghi da stress, coppie in maretta, piccoli flirt e pause lavorative che rompono il trantran giornaliero dell'orrore, un orrore abitudinario sempre a rischio di burocratizzarsi in routine impiegatizia, se non fosse per la sincera spinta vitale che anima costantemente tutti gli agenti di questa delicata sezione. Un mosaico corale di farina altmaniana, in cui però il piglio realistico brinda cordialmente con una ruffianeria sociologica ben studiata.
MEMORABILE: Parlando del figlio di 3 anni, la mamma snaturata confessa candidamente: "Gli facevo una piccola sega e delle piccole fellatio, ma con le pippe di solito in un secondo si addormentava"...

Capannelle 16/03/12 16:43 - 4398 commenti

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Filo conduttore gli abusi sui minori perpetrati in tutte le salse (pedofili, rom, fanatismo religioso, società consumista). Merito della Maiwenn è averlo raccontato senza reticenze, in perenne bilico tra dolore e ironia (cosa che a qualcuno può non tornare) ma soprattutto arricchendolo con le debolezze umane di chi è chiamato a difenderli. Un realismo abbastanza genuino che non tracima nel ricattatorio e che cattura l'attenzione senza cadere nei toni monotoni del documentario.
MEMORABILE: La ragazzina ai poliziotti "Oggi si fa sesso molto prima, dovete documentarvi andate su youtube!"

Cloack 77 2/05/12 11:45 - 547 commenti

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La forza “bruta” del film sta nel documentare senza tanto romanzare, recitare quasi come vivere. Con la naturalezza dello scorrere del tempo si “vivono” drammi indicibili in un lavoro che conseguentemente ha ripercussioni profonde sulle “vite” dei protagonisti, tramortite, sconvolte e in perpetuo confondersi con le vicende apparentemente solo trattate. Resta però un grande dubbio: POolisse è cinema-documento o prologo di una serie tv?

Mickes2 6/07/12 13:52 - 1670 commenti

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Scioccante viaggio tra le vicissitudini lavorative e di vita in un reparto pedofilia della polizia transalpina. Taglio documentaristico scrutando quotidianamente i volti e le esistenze di individui segnati - direttamente e indirettamente - da vicende e racconti che gelano il sangue. Approccio sensibile e intimista - alle volte alleggerito ma sempre rispettoso, come nella migliore tradizione francese - per il turbine emotivo che investe i protagonisti quasi assuefatti da un'escalation di orrori e devianze che non possono trovare spiegazioni. Necessario.
MEMORABILE: La madre che confessa, senza alcuna remora, la pratica della masturbazione sui propri figli per calmarli.

Deepred89 3/08/12 14:26 - 3704 commenti

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L'inizio è di quelli promettenti: incipit in medias res e titoli "a tema" su coretti infantili alla Morricone. Poi il film mostra la propria ambivalente anima, divisa tra exploitation, con interrogatori "scandalosi" e un paio di scene forti e momenti più leggeri, con le vite private dei personaggi messe in scena, per la verità, in modo piuttosto televisivo. Quando il dark side of the moon emerge (non spessissimo in realtà) il film galoppa che è un piacere, anche se, stando così le cose, tanto vale recuperarsi un La polizia chiede aiuto.

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Galbo 7/08/12 05:49 - 12380 commenti

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Film francese realizzato, quasi sotto forma di reportage, sull'attività di un dipartimento di polizia per la protezione dei minori. Il taglio estremamente realistico e la delicatezza degli argomenti trattati ne fanno un potente documento di denuncia e gli autori mescolano abilmente le vicende narrate con le storie personali dei poliziotti protagonisti, peraltro interpretati da un ottimo gruppo di attori. Buono il doppiaggio italiano.

Rebis 28/09/12 20:02 - 2332 commenti

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Raramente opere cariche di tanta intensità emotiva riescono ad affrontare la complessità delle questioni in atto senza ricorrere a intellettualismi e ideologie: Maïwenn, con un ritmo che travolge, stratifica la narrazione in un magma ipertrofico (il ruolo controverso delle forze dell'ordine, l'ambiguità della violenza, lo scandalo morale dell'infanzia, l'osmosi tra pubblico e privato, le ingerenze del potere), ed esplora dall'intero le dinamiche del Reparto Protezione Minori di Parigi commutandolo in uno sconcertante punto d'osservazione sulla società francese nell'era Sarkozy. Incandescente.
MEMORABILE: Le urla del bambino abbandonato dalla madre; le confessioni; le danze in discoteca; la "nascita" di Iris; lo sfogo sulla morale del Corano; il finale.

Lupoprezzo 8/11/12 18:10 - 635 commenti

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La conturbante Maïwenn dirige questa sorta di corale documentario sulla polizia adottando un registro giornaliero, costantemente appollaiato sulle spalle dei protagonisti. Qua e là aderente a volte patetico, coraggioso e convincente quando osa (il finale), un po' meno quando si adagia tra insipidi party ed evitabili parentesi, che nulla aggiungono a personaggi francamente poco interessanti. Anche la possibile analisi di un'armonia di gruppo composta da diverse etnie, vien meno. Per il resto, l'indecisione tra docu-fiction e cinema fiacca il film.

Pigro 9/03/14 10:45 - 9635 commenti

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Ibrido tra classica descrizione delle relazioni in una squadra di polizia e catalogo dei crimini sui minori. Senza particolare originalità nel primo caso, e con la fastidiosa sensazione del mero accumulo di situazioni choc nel secondo. Il tutto con uno stile Entre les murs ormai manierista. Domande: i poliziotti sono tutti nevrotici come appaiono qui? e sono così grossolani nella gestione dei rapporti con bambini e testimoni? E quale aberrazione ha portato Scamarcio a doppiarsi con strascicamento romano mentre tutti gli altri sono in italiano?

Giùan 18/09/14 22:33 - 4539 commenti

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Uno di quei film che verrebbe facile smontare attaccandolo su un presunto lato debole (che qui potrebbe essere individuato in certo arruffianamento melodrammatico) ma che, a scanso di ipocrisie da cinephile con la puzza sotto il naso, possiede il sempre più raro sacro fuoco della potenza narrativa. Maiwenn, con un occhio agli short cuts altmaniani e un altro alle romantiche asperità di Pialat, stupisce, entusiasma e commuove senza posa, attorno a un argomento eminentemente scabroso, rendendo i suoi "ragazzi del coro" palpitanti e indimenticabili.
MEMORABILE: La serata in discoteca; Joey Starr che toglie gli occhiali alla fotografa Maiwenn; L'alterco tra la Viard (Nadine) e Iris (Marina Fois).

Schramm 2/05/15 13:25 - 3490 commenti

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Se tutti abbiamo almeno sei sosia, è da presumere che ciò valga a maggior ragione per i film: quello del corpus filmico della Maiwenn si chiama Legge 627; là una squadra antidroga risucchiata da ciò che contrastava, qua un dipartimento di protezione minori fatica a tutelare un’Infanzia ormai violata per sempre e assurta a concetto astratto; il lavoro documentaristico e di disperata coralità è il medesimo, ma Polisse fa ampi passi avanti: oltre a non temere di vedersi ricambiato lo sguardo dell’abisso sfidato, dribbla coraggiosamente ogni moralismo a rischio di sporcarsi mani e anima.

Bizzu 1/07/15 13:30 - 217 commenti

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Pensavo fosse un polpettone lagnoso sull'infanzia maltrattata, invece i vari abusi e storiacce sono solo un pretesto che funge da collante per una storia di "neorealismo del quotidiano" (a me ha ricordato tanto La vita di Adele, per esempio). La sceneggiatura, giustamente premiata, in maniera schizofrenica salta da un episodio all'altro rimanendo inspiegabilmente però ancorata a un flusso continuo senza cali di attenzione. Interessante anche il ritratto della polizia, burocratizzata, simile a uno sgangherato corpo docenti.

Nicola81 2/12/19 18:03 - 2840 commenti

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Un film tanto disturbante quanto emozionante, che con stile documentaristico e un linguaggio senza filtri, racconta le vicissitudini di un reparto di polizia preposto alla protezione dei minori, tra difficoltà di ogni sorta e rapporti personali in bilico tra incomprensioni, cameratismo e risvolti sentimentali. In mezzo a tanta sofferenza e tanto marciume c'è anche spazio per la spensieratezza, ma il finale colpisce con una cattiveria che lascia di stucco. Ottima prova corale del cast, ma Scamarcio poteva tranquillamente restarsene in Italia.
MEMORABILE: Il bambino di colore strappato alla madre; Le confessioni delle ragazzine e le relative reazioni; L'alterco tra la Viard e la Fois.
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  • Discussione Gestarsh99 • 3/03/12 15:03
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Prima occasione assoluta in cui la mia esperienza cine-audiovisiva ha incrociato (del tutto involontariamente) il volto e la voce di tal Riccardo Scamarcio, a quanto pare mio casualissimo corregionale...

    Che dire, vagheggiavo ardentemente una bella prestazione bovina ma ho dovuto prendere atto di una prova discreta e per nulla irritante (ahimè!)
    Per smontarlo toccherà attendere la prossima occasione (che difficilmente ricapiterà).

    [Faccina ironica ma un pochino demoralizzata]
  • Discussione Zender • 3/03/12 17:42
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Ahah, grande Gest. Fulminato sulla via di Damascamarcio. Secondo me anche in Colpo d'occhio non era così male... Credo ci sia di molto peggio in Italia.
  • Discussione Galbo • 3/03/12 18:29
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ahah, grande Gest. Fulminato sulla via di Damascamarcio. Secondo me anche in Colpo d'occhio non era così male... Credo ci sia di molto peggio in Italia.

    concordo, qualche ruolo discreto lo ha avuto (anche nell'altro film di Rubini, L'uomo nero). Non è Brando ma in Italia circolano attori ben peggiori e magari più celebrati.....
  • Discussione Gestarsh99 • 3/03/12 21:28
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Adesso pian pianino recupererò tutti i suoi masterpiece :D
  • Discussione Didda23 • 9/08/12 15:46
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Galbo l'hai visto su la7? perchè io e Deep ci chiedevamo se fosse passato cut o uncut..
  • Discussione Galbo • 9/08/12 19:56
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Galbo l'hai visto su la7? perchè io e Deep ci chiedevamo se fosse passato cut o uncut..

    l'ho visto su La7 ma non ho idea se fosse tagliato...
  • Discussione Rebis • 28/09/12 19:51
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Zender, dobbiamo regolarizzare la posizione di Maïwenn Le Besco sul Davinotti: il suo nome d'arte ufficiale è solo Maïwenn - così anche su IMBD, e così in effetti si firma in testa e in coda al film - ed è attrice oltre che regista. In database abbiamo questi titoli con lei - ma non compare nel cast di tutti per cui sarebbe carino inserirvela essendo tanto brava e promettente :)


    L'estate assassina

    Léon

    Il quinto elemento

    Alta tensione
    di Aja (l'unica scheda su cui il nome compare correttamente)
  • Discussione Zender • 29/09/12 08:50
    Capo scrivano - 47726 interventi
    In realtà in Alta tensione era scritto tutt'altro che correttamente (Maiween), e manco qui. Ciò significa che non esisteva una sola scheda col suo nome corretto, sul Davinotti :). Ora c'è su tutti. Grazie.
  • Discussione Schramm • 21/03/15 18:17
    Scrivano - 7694 interventi
    Pigro ebbe a commentare:
    E quale aberrazione ha portato Scamarcio a doppiarsi con strascicamento romano mentre tutti gli altri sono in italiano?

    E' presto detto: perché nella versione originale tutti attorno a lui parlano il francese, mentre lui è un trapiantato che strascica appunto un francese maccheronico o un italiano romano-centrico...
  • Discussione Pigro • 21/03/15 23:41
    Consigliere - 1659 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Pigro ebbe a commentare:
    E quale aberrazione ha portato Scamarcio a doppiarsi con strascicamento romano mentre tutti gli altri sono in italiano?

    E' presto detto: perché nella versione originale tutti attorno a lui parlano il francese, mentre lui è un trapiantato che strascica appunto un francese maccheronico o un italiano romano-centrico...


    Aaaaahhh, allora il problema non è suo, ma del direttore del doppiaggio che ha fatto questa scelta balzana. Un conto è, comprensibilmente e coerentemente, una scelta realista con l'attore italiano che biascica un francese maccheronico in quanto immigrato; tutt'altra cosa è una scelta antirealistica per cui in mezzo a parlanti in italiano con dizione perfetta (praticamente inesistenti nella realtà) ci sia un parlante in italiano sporco e, perciò, bozzettistico.