Terrificante sequel apocrifo del primo PIERINO CONTRO TUTTI. Alvaro Vitali è sostituito dal pressoché sconosciuto Maurizio Esposito il quale, giubbotto rosso senza maniche e basco in tinta, si rivela disastrosamente inadeguato al ruolo. Non è un caso infatti se la sua figura perde completamente la centralità assoluta dei tempi di Vitali per farsi affiancare da altri personaggi che spezzettano ancor di più un film già frammentario per natura e trasformano Pierino in un carattere a tratti quasi secondario. Per sfruttare il filone aureo delle barzellette sui carabinieri troviamo ad esempio la coppia...Leggi tutto Sandro Ghiani (appuntato scemo)/Nino Terzo (maresciallo con moglie scoreggiona a carico), mentre per la variante “dottori” c'è il buon Vincenzo Crocitti (nel film fratello di Pierino). Infine, a gestire l'osteria numero 1000, ecco spuntare il pugliese Gianni Ciardo a completare la galleria di co-protagonisti che s’incrociano e si dividono il set fino al gran (?) finale che li vedrà riuniti tutti proprio all'osteria, dove la moglie del maresciallo li seppellirà con un’interminabile sequenza di rumorosissimi peti. Le scene a scuola sono poche, la qualità delle battute scende sotto il livello di guardia ed è orchestrata da una regia (dell'esordiente Alessandro Metz) terribile, il cast (c'è anche il milanese Tognella che fa il camionista, tanto per inserire altri siparietti spezzanoia) offre volti celebri della commediaccia ma gli fa dire bestialità prive di gusto. Arrivare in fondo sarà dura per tutti: difficilmente ritroverete un quadro d’insieme altrettanto squallido e monotono. A sentire certe barzellette c’è da piangere e un recupero trash risulta impossibile a causa proprio della desolante regia.
Pseudo Pierino organizzato come una sequenza di barzellette che, pur essendo di livello molto basso e per lo più riciclate, giungono a segno in quanto messe in bocca ad un cast di comici e caratteristi di tutto rispetto, quali Ciardo, Ghiani, l'ansimante Terzo e la coppia Tognella-Musumeci con i suoi divertenti battibecchi. Il protagonista Esposito, non proprio all'altezza di Vitali, beneficia del buon doppiaggio di Massimo Giuliani; altera e statuaria Eleonora Cajafa, figlia del noto Gianni. Incredibile il famigerato finale "petomane", in grado addirittura di provocare diegetici cataclismi...
MEMORABILE: "Kazzinga"; La notte di nozze di Cappuccio; La Canale e la cacciagione; Tognella e Musumeci camionisti; Ciardo e le polpette.
Film decismente trash con scene e barzellette che difficilmente potranno far ridere. Sono proprio i film di questo tipo che hanno fatto scagliare la critica nei confronti di tutta la commedia italiana. Esposito è molti gradini sotto Vitali e Ariani, il film a volte sembra essere indirizzato ad un pubblico infantile, altre volte a gente poco normale.
Gianni Ciardo è poco comico. Una scena da ricordare è quella che vede Jimmy il Fenomeno (postino) e Adriana Russo. Molto simpatici i camionisti.
Film scadentissimo e con un protagonista che non ha nulla a che spartire con il grande Alvaro Vitali. In questa pellicola, a differenza delle altre, si utilizza un linguaggio piuttosto volgare con frasi poco adatte ad un pubblico di più piccoli. Da notare comunque che nel cast sono presenti tanti caratteristi della commedia all'italiana.
Filmaccio totalmente inaccettabile, girato sfruttando il successo dei film con Vitali protagonista. Più che una storia è una serie di (noiosissime) barzellette che non fanno mai ridere. Regia pessima. Tolti Ciardo e l'indimenticabile Nino Terzo, il resto del cast è insopportabile. Da evitare.
Di fichissimo c'è solo il simpatico titolo. Trattasi infatti di una squallida brutta copia del Pierino "vitaliano", farcita di battute orrende che a risentirle oggi non fanno ridere nessuno, sia quelle di Esposito che quelle sui carabinieri con Ghiani coinvolto. L'ho guardato con insofferenza persino io che non disdegno questi film "stronzata". Insomma difficile trovare un aggettivo che lo qualifichi ma basta il terribile finale all'osteria a suon di scoregge per esemplificarlo a dovere.
Considerato e a ragione il peggior Pierino apocrifo. Un lercio miscuglio di battute oscene, volgari ("nano... ma con un cazzo così!" "Vado a fare un panino di merda"), luoghi comuni sui carabinieri e altre fesserie. Non solo non fa ridere, ma infastidisce. Il peggiore, tolto l'orrido protagonista, è Ghiani nei panni di un carabiniere tontissimo. Da buttare.
Facente parte dei cosiddetti “pierini apocrifi” delle annate 1981/82, questo film è forse l’esempio peggiore di una filmografia già di per sé non memorabile (a partire dal capostipite). Nella parte dell’indisciplinato scolaretto adulto ci viene propinato un a me ignoto Maurizio Esposito che, malgrado ce la metta tutta per essere spiritoso, non sortisce alcun effetto se non la noia di dover assistere a una messinscena davvero penosa, oltre che volgare. Qualche buon caratterista di contorno e il discreto score “sinth” di Stelvio Cipriani vengono in soccorso, ma...
Maurizio Esposito e non Alvaro Vitali per un'accozzaglia di battute volgarucce e gag che sembrano più uno spettacolo di cabaret che un vero e proprio film. Io e un mio amico abbiamo visto questa pellicola a ripetizione soffermandoci sulle parti più "sceme" (il bravo Ghiani che chiede ai pesci nel frigo "chi è?" e questi che dicono "siamo fritti" alla risposta di lui "la polizia", o Ciardo che mette la gamba nel cesso in quanto il padre gli aveva detto di metter quello che più di lungo aveva dove lei fa pipì... Vi basta?). Ça va sans dire...
Più che fichissimo, questo Pierino è fiacchissimo. Senza Alvarto Vitali, ma con Maurizio Esposito doppiato in romano da Massimo Giuliani, il terribile alunno delle barzellette popolari fa ridere veramente poco. A poco servono il cambio dei colori della divisa scolatica di Pierino, dal blue di Vitali al rosso di Maurizio Esposito, è l'attore che non va. Cavalcare l'onda dei Peririni e dei film barzelletta sui Carabinieri, all'epoca di culto, è stato un doppio K.O.! Giustamente dimenticato.
Capisco quando il buon Alvaro ribadisce che il vero Pierino è lui e basta; degli apocrifi, questo è sinceramente il peggiore, tanto che non regge nemmeno il confronto con quello di Ariani, che dei "non originai" è il migliore. Sceneggiatura quasi inesistente, barzellette assurde e situazioni forzatissime; si salva solo il buon Nino Terzo spalleggiato da Sandro Ghiani (per l'ennesima volta Carabiniere) e lo stesso protagonista, forse più rassicurante e meno volgare di Vitali, ma a cui manca la vis Pierinesca dello sfrontato Alvaro; pessimo.
Ormai si sa, il Pierino ufficiale resta sempre il buon Alvaro Vitali. Qui invece arriva un certo Maurizio Esposito, e trovo la sua interpretazione pessima quando non addirittura antipatica. Però forse è sbagliato parlare del tutto male, del film. Qualcosa da salvare c'è: la coppia Nino Terzo e Sandro Ghiani, ad esempio. I due camionisti, uno catanese e l'altro milanese, interpretati da Tuccio Musumeci e Tognella, davvero in forma. Gianni Ciardo invece risulta simpatico ma fa quel che può. Quel poco che funziona lo dobbiamo solo a questi caratteristi.
MEMORABILE: Tutta la parte finale girata all'osteria N° 1000.
Dei quattro Pierini "parassiti" rispetto a quelli di Vitali questo è il più insalvabile. E ce ne vuole per sopportare una parata di barzellette stranote (la barzelletta dell'esame delle urine verrà usata anche in Che casino... con Pierino!) e di particine che servono solo a trovare improvvisi pretesti per scenette senza speranza (i due camionisti ricordano in peggio i Fichi d'India... ed è tutto dire). Il clima da caserma che si crea è inaspettatamente esagerato scaturendo in una noia sconvolgente. Sprecate le musiche di Cipriani.
MEMORABILE: Le sortite di Jimmy il Fenomeno; L'ultima mezz'ora ambientata nell'osteria.
I film con Vitali non furono dei capolavori ma avevano i loro fan; qui invece, posto il persistente bassissimo livello, non c'è neanche il nostro Alvaro che comunque teneva i suoi film a galla. Non me ne voglia Esposito, ma la gara di simpatia con Vitali era persa in partenza e l'unica cosa da salvare sono i caratteristi del nostro cinema, gente che non ha sfondato da protagonista ma che sapeva davvero come recitare, perché spesso aveva fatto la gavetta in teatro. Per il resto... don't waste your time!
Se non il peggiore tra i vari Pierini apocrifi (non dimentichiamoci l'altrettanto orribile Che casino... con Pierino!), sicuramente il più volgare, con i suoi tentativi di far ridere con squallide barzellette che non escludono stupri, accenni zoofili e geyser di urina. Qualche frammento di una stupidità così volutamente estrema da sfociare dalle parti della genialità e qualche caratteristica simpatica (non il protagonista) addolciscono la pillola, ma il film si riduce a una serie di brevissimi e squallidissimi sketch, senza alcun accenno di trama né di regia.
Incredibile Pierino apocrifo interpretato dal discreto Esposito. A dir la verità l'attore non è il vero protagonista e Metz cerca più che altro di mettere insieme un film-barzelletta nello stile di amenità simili tipo W la foca o il successivo La sai l'ultima su... i matti?. Si raggiungono vette di trash, cattivo gusto e squallore sublimi, che lasciano tra l'interdetto e il desiderio di farla finita; al tempo stesso non si riesce a smettere di guardarlo e grazie ai caratteristi coinvolti si arriva alla fine, pur sgomenti. Da non credere...
MEMORABILE: La gag di Ciardo con le polpette; Ogni scena con Ghiani; La moglie scorreggiona; I due camionisti.
Orrendo, il peggiore dei Pierini apocrifi (che sono comunque uno peggio dell'altro). Il regista non sa dove andare a parare e infarcisce il film di barzellettacce pessime che, cosa peggiore, non riescono a far nemmeno sorridere lo spettatore. Maurizio Esposito come Pierino è assolutamente irritante. Fa sempre piacere vedere Jimmy il Fenomeno, Crocitti, Nino Terzo e altri, ma il film è da buttare senza rimorsi. Da somministrare in cura Ludovico a chi parla male del Pierino di Vitali. Povero di idee più che di soldi. Siete avvisati.
Il prototipo dei Pierini-fake ha i connotati scarsi del brevilineo Esposito, mini-Rascel sboccato e malefico, in un ruolo ben lontano dalla focalità del suo immediato ispiratore. L'inventario del film pare invece svaccarsi tra carab(b)inieri da barzelletta e macchiettismo vernacolare centrosudista: Terzo fa il maresciallo tartaglione, Adriana Russo la ciociara molto Lollo-ma-tutt'altro-che-frigida, Ciardo l'apulo-saudita dal gergo incomprensibile e Ghiani, ça va sans dire, il "sardo di comprendonio". Tra mega-peti, archeo-battute e fredduracce ibernanti, ogni tanto una risata di pietà scappa.
MEMORABILE: Nino Terzo che esclama: "Attenzione: ho bisogno un tappo!" (sic!); Ghiani che prova a potare l'acqua del rubinetto con le cesoie...
Coerentemente con l’ambientazione, la pellicola presenta una sorta di antologia del peggior umorismo scatologico-sessuale da osteria, combinato con barzellette stantie sui Carabinieri, portando all’estremo le caratteristiche deteriori del filone pierinesco. Un protagonista totalmente inadeguato non migliora la situazione e i pochi caratteristi dignitosi fanno quel poco che possono. Al cospetto di simili inguardabili sottoprodotti è inevitabile rivalutare l'archetipo di Alvaro Vitali.
Poverissimo sotto-Vitali in cui Pierino (qui interpretato da un Esposito con lentiggini finte) è in realtà marginale mentre carabinieri, autisti, cameriere e matti vari sono i protagonisti di barzellette che colpiscono per rozzezza, intesa contemporaneamente sia come scemenza (Pierino che piscia addosso al padre) che come bestialità (lo stupro subito davanti al marito) senza mai far ridere ma provocando un crescente imbarazzo. Probabilmente il punto più basso per chiunque sia anche solo di passaggio (Mingozzi, Ralli, Crocitti...).
MEMORABILE: L'apparizione della Canale (futura "signorina buonasera" della Rai), qui non ancora bionda.
Non esiste una vera e propria trama e la sceneggiatura firmata Alessandro Metz e Dardano Sacchetti si limita a proporre una serie di barzellette che non riescono proprio a far ridere. Il Pierino più antipatico e anonimo di sempre è solo uno dei tanti personaggi del film e non il protagonista di quest'opera che annovera tra le altre cose pure un discreto cast. La comicità (si fa per dire) è di natura puramente scatologica e tra un peto e l'altro si arriva alla fine esausti per la tanta pochezza.
A parte la prima, esecrabile scena con chiari riferimenti zoofili, il film inanella una serie di barzellette esilaranti che fanno da collante a una trama pressoché inesistente e che riguardano varie categorie celebri (scolari pestiferi, carabinieri, medici, camionisti, sposini imbranati). Ritmo veloce, discreto cast, musiche divertenti e un finale "col botto" (in tutti i sensi) che non si dimentica.
MEMORABILE: La rapina inscenata a mo' di lassativo.
Se nella pochezza di mezzi, artistica e registica la prima ora comunque riesce a reggere, perlomeno a livello di puro trash, con una serie di battutine talmente brutte da portare al sorriso (forse per pietà), il disastro arriva con il "gran finale" all'osteria, dove le già poche idee finiscono del tutto e a dominare diventa la moglie scorreggiona di Nino Terzo. I caratteristi provano a reggere in piedi la baracca, che però è barcollante già per la scelta completamente sballata del protagonista: far rimpiangere così Alvaro Vitali non era semplice.
Disastroso tentativo di imitare il personaggio di Alvaro Vitali, che già di per sé era cinematograficamente dimenticabile. Una sequenza di vecchie e brutte barzellette recitate male e girate peggio, che vanno dall'omofobia alla misoginia, passando per una evidente passione coprofila difficilmente condivisibile. Sprecati in malo modo anche buoni caratteristi come Ralli, Ghiani e perfino Crocitti (figlio del borghese piccolo piccolo). Da starne accuratamente alla larga perfino se si ama il trash.
Siamo alla deriva del genere con Metz che porta sullo schermo l'ennesimo Pierino apocrifo interpretato da Esposito palesemente fuori ruolo. La sceneggiatura riprende le solite vecchie barzellette che trovano la loro apoteosi nei momenti scatologici, che occupano una buona parte del film. Fra sostanze innominabili e rumori corporali si muove una folta schiera di noti caratteristi nell'affannosa ricerca di rendere divertenti situazioni più che obsolete, che non fanno mai ridere. Un film pensato essenzialmente per il pubblico adolescenziale d'allora, oggi abbondantemente evitabile.
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Nel cast è presente (non accreditato) il sensitivo e personaggio televisivo Solange, al secolo Paolo Bucinelli: lo si vede apparire nell'incipit nella parte del commerciante d'abbigliamento effeminato che chiacchiera per strada con Pierino.
Questa pertanto risulterebbe la sua prima apparizione cinematografica (ricomparirà sui grandi schermi a distanza di quasi 15 anni nel film di Jerry CalàRagazzi della notte, del 1995)
Volendo, si potrebbe aggiungerlo al cast come (n.c.).
DiscussioneZender • 7/04/19 16:51 Capo scrivano - 47698 interventi
A mio modesto parere il secondo film di Pierino più bello dopo Pierino La Peste Alla Riscossa con G. Ariani, come ho scritto in precedenza riguardo quello con Ariani, anche questo film è costellato di grandi attori della risata che rendono il film piacevole e divertentissimo, pieno di battute memorabili, anche se Vitali è considerato da tutti il vero Pierino, uno solo è discreto tutti gli altri sono delle brutte copie inutili e ripetitive. Vitali grande attore comico ha fatto bellissimi e indimenticabili film con Banfi, veri cult dove ha interpretato ruoli migliori dei suoi Pierini. Mitica la scena di Ciardo col prosciuttaio a contendersi le polpette col gioco delle anime buone e cattive del paradiso e inferno. Straordinario Terzo