L'ennesima tarantina con moraletta finale (di nessuna originalità). Ormai pare che raccontare le sconclusionate vicende di qualche paranoico schizzato sia diventata una moda in grado di giustificare la preoccupante mancanza di idee dei registi dell'ultima ora. Qui il film, di mezzi pazzi ne trova quattro: tre fratelli e una sorella in sedia a rotelle che, forse per reazione alla morte della madre (il padre era defunto da un pezzo) partono per la tangente. Tutto comincia quando il super religioso Thomas piange in un locale mentre si esibisce in una canzone dedicata alla madre. Qualcuno ride e l'apparentemente calmo Michael si offende e cerca la rissa. Finirà accoltellato, con l'altro fratello John...Leggi tutto (il più esagitato) che cova vendetta. E’ proprio John (assieme a Michael) il fratello che seguiamo di più: grida, strepita e con un suo amico che fa le consegne per un ristorante cinese decide di uccidere colui che ha accoltellato Michael. Succederà un po' di tutto, con imprevedibili ripensamenti tra episodi grotteschi improvvisati senza alcun senso e una valanga di incongruenze figlie di una sceneggiatura scombiccherata. L'inglese Peter Mullan prova a fare quello che si impegna, rallenta spesso il ritmo per indurre lo spettatore alla riflessione ma riesce a concludere qualcosa di buono solo nei dieci minuti finali. Per il resto sembra solo la solita gara all'eccesso, ormai diventata una moda e come tale non impressiona più nessuno. Violenza programmatica di maniera, surrealismo buon mercato, molta noia in un dramma che pare troppo artificiale. Non orrendo, comunque.
Questo film scozzese ha il classico humor anglosassone che alterna ad alcune situazioni pseudo drammatiche altre che virano al tragicomico. Tre fratelli e una sorella molto differenti tra loro si ritrovano al funerale della madre, ma la stessa notte ne combinano di tutti i colori ognuno infilandosi in varie situazioni per poi ritrovarsi al mattino al cimitero. Che dire della sceneggiatura se non che alterna situazioni abbastanza grottesche ad altre con più spessore? Un film per certi versi creativo ma troppo sospeso tra noir e commedia.
MEMORABILE: La sorella disabile che in chiesa fa cadere la statua della Madonna; Il masturbatore che dalla finestra "bagna" la faccia al ladro pasticcione!
Quattro fratelli riunitisi per la morte della madre, la notte prima del funerale daranno il peggio tra risse, bevute, accoltellamenti e bigottismo piagnucoloso, il tutto senza un motivo plausibile. Mullan racconta una catena di eventi senza capo né coda, sia dal punto di vista dei singoli protagonisti che come ritratto sociale, con una sceneggiatura che quando vorrebbe essere drammatica appare gratuita e quando con qualche inserto tragicomico vorrebbe essere dissacrante scade nel grottesco. Un pasticcio che quasi subito genera insofferenza e snerva.
Riuniti in occasione del funerale della madre, tre fratelli e una sorella handicappata passano la notte separata - il maggiore in chiesa accanto al feretro, gli altri in avventure pericolose o insensate - per poi ritrovarsi la mattina dopo al cimitero. A sorpresa, Mullan, protagonista di uno dei più bei film di Loach, esordisce alla regia con un'opera che mescola realismo e grottesco risultando spesso troppo effettistica e "urlata". Il risultato è interesaante ma poco convincente per le incertezze della sceneggiatura e di una regia che sembra procedere per accumulo.
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