Omicidi di coppia - Film (2011)

Come suggerisce il titolo italiano, qualcuno si diverte a uccidere le coppie occasionali che si formano su Wandering Eye, un sito di incontri per chi cerca avventure di sesso extraconiugali. Le prime due vittime vengono eliminate subito dopo l'accoppiamento, colpite dai proiettili di una calibro 38: il killer entra nella stanza e senza porre tempo in mezzo spara. Tramite accertamenti sui computer dei due defunti la polizia non ci mette molto a capire che provenivano da ambienti diversissimi e che l'unico punto in comune o quasi era il sito in questione. Nel frattempo quella che ci era stata presentata come una delle protagoniste, la deliziosa rossa Maren Abbott (Righetti), scopriamo che ha qualche...Leggi tutto problema col marito, medico sempre troppo occupato al lavoro (specializzazione in vista). Lei sarebbe di quelle fedeli, che amano il proprio uomo... ma se le trascuri possono anche loro cadere in tentazione. Senti parlare in tv di un sito di incontri che garantisce il massimo dell'anonimato e ti dici perché no? Vai te a immaginare che è proprio il sito scelto come territorio di caccia da un serial killer... La polizia indaga, certo, ma non è pensabile che tutto possa risolversi facilmente. Si parla di un attacco hacker al server di Wandering Eye, di qualcuno che entrando nelle zone riservate virtuali è entrato in possesso di dati che conosce solo la webmaster del sito. Si capisce presto che la ricerca del colpevole e la presenza di Maren, che grazie a Wandering Eye ha da poco conosciuto un uomo dal fare molto cortese, dovranno fatalmente incrociarsi e non è difficile capire come. Da qui in avanti il film tende a perdere il già non esagerato fascino accumulato fin lì, quando la storia cominciava a farsi strada e il killer, che agisce in soggettiva come Argento insegna (a proposito, l'attrice protagonista si chiama Amanda Righetti, esattamente come la fittizia scrittrice di PROFONDO ROSSO) tendeva agguati alle sue vittime. Piuttosto originale il personaggio del marito cornuto (Post) della prima donna assassinata: insolitamente indisponente, risoluto e dalle idee ben precise! Molto più stereotipata invece la detective (Bridges) che si occupa del caso. La seconda parte, con lo svelamento di un colpevole un po' bizzarro, sembra non saper bene come procedere per tentare di variare qualcosa nella trama; persa ogni speranza si adagia a percorrere le strade più ovvie dando all'appassionato di gialli quello che si può aspettare senza offrire nulla di più di un'onesta professionalità nelle interpretazioni e di una regia corretta che se non altro non annoia. Tutto nella norma dei correnti, anodini thriller televisivi insomma, da perdere di conseguenza senza gran rimpianti.

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