Sicuramente Oliver Twist è un film fatto molto bene. La trama, arcinota, segue le disavventure di un povero orfanello nella Londra vittoriana. Buone interpretazioni e bella fotografia impreziosicono un'opera che però di polanskiano ha poco o nulla: dietro alla macchina da presa potrebbe esserci qualsiasi altro regista. Questo probabilmente è l'unico elemento che può far storcere il naso agli estimatori del grande regista polacco. Non un capolavoro ma consigliabile a chi ama il buon cinema.
Sostanzialmente il film mi è piaciuto. Bella la scenografia, ottimi i ritmi, perfetta la rappresentazione dei personaggi come il cattivo che prende Oliver in custodia. Solo una cosa non mi è piaciuta, e cioè la rappresentazione della Londra Vittoriana: sembra essere molto più felice di quella che era in realtà (un posto lugubre e terribile). Penso che Tim Burton l'avrebbe ricreata molto meglio. Prendete From Hell con Johnny Depp.... quella si che è un'ottima vecchia, terrificante Londra.
Bella trasposizione cinematografica di un classico letterario per ragazzi, girata da un Polanski in grande stato di forma come si vede nelle scene di massa, dirette con impagabile precisione e maestria come accade sempre più raramente nel cinema contemporaneo. Le scenografie, che ricostruiscono con incredibile precisione e perfezione gli ambienti cittadini, sono semplicemente da urlo. Pellicola di ottimo livello ed estremamente godibile.
Roman Polanski dirige un'impeccabile trasposizione del celeberrimo romanzo di Dickens. Da grande professionista qual'è, il regista eccelle nelle direzione delle scene di massa e il film si segnala per una messa in scena di altissimo livello, oltre che per una dinamica regia e una felice scelta del cast che corrisponde appieno alle esigenze della storia. Grande spettacolo.
Un film livido per raccontare la livida vita dell'orfanello nella Londra dell'800. Opera magistrale sotto molti aspetti dalla fotografia alla ricostruzione storica. Notevoli gli attori (Kingsley da ovazione) precisi nell'esagerazione senza mai arrivare alla caricatura. Grandissimo Polanski nel rendere vibrante e tuttora emozionante la storia di Dickens senza mai scadere nel pietismo o nel bizzarro, allestendo un affresco di grande respiro che insinua, ancora una volta, il disagio di un'umanità nelle cui vene scorrono il male e il dolore.
Trasposizione impeccabile, di grande ricchezza figurativa, impreziosita da fini interpretazioni, compresa quella del piccolo Barney Clark, in una parte difficile perchè a rischio di patetico. Certo resta qualche dubbio sulla reale necessità dell'operazione, in quanto si tratta di romanzo stranoto già portato più volte sullo schermo, anche se saggiamente Polanski lo depura degli elementi più datati, come l'agnizione finale, inserendo invece un dialogo toccante fra Oliver ed il suo aguzzino, nei cui panni Kingsley dà l'ennesima prova di bravura
Con magistrale anacronismo, Polanski mette mano ad un testo letterario e ad una "forma cinema" ormai desueti: l’impeccabile classicismo formale adombra l’anticonvenzionalità di tutta l’operazione che, ridando corpo e vita ad un narrato antico, evoca al contempo la densità specifica della memoria infantile, ripercorre le tappe di una dolorosa iniziazione che conduce il bambino alle soglie di una “identità migliore”. La ricercatezza fotografica sfocia in immagini di superba, marcescente bellezza. Splendido Ben Kingsley e la sua teatrale "lezione di ruberia". Consigliato.
Credo che il grande Charles Dickens si rivolterebbe nella tomba se guardasse la seconda parte di questa discreta trasposizione del suo romanzo (dato che manca di personaggi e situazioni importantissime per la storia). Non calcolando questo, comunque, non annoia e Kinglsey è proprio bravo nella parte di Fagin.
Polanski mette in scena una nuova riproposizione di Oliver Twist senza discostarsi in maniera eccessiva dal testo letterario e introducendo qualche dialogo in più. La cura della scenografia è ben evidente, così come costumi e trucco. La storia del piccolo orfano è sempre toccante e il regista ha il pregio di enfatizzare quest'emozione senza cadere nel pietismo.
Dall'arcinoto romanzo di Dickens, il regista polacco realizza una valida trasposizione che si avvale di splendide ambientazioni e di una discreta tipologia di personaggi. Il percorso del protagonista è ben descritto e la sua triste vicenda suscita immancabilmente uno slancio emotivo.
Una società violenta e senza pietà, nemmeno per i bambini, come sfondo per un dramma sociale con una forte connotazione morale (che penso venga dal romanzo, che non ho letto). Molto bella la ricostruzione dei bassifondi di Londra, fotografati con grande cura. Non so perché, ma ho fatto molta fatica a immedesimarmi nella storia, troppo calligrafata e teatrale. Per qualche ragione che non so, mi è venuto da pensare all'episodio del piccolo scrivano fiorentino di Cuore o al Caruso Ciaula di Pirandello, e lì si che mi sono commosso.
Il matrimonio artistico con lo sceneggiatore Harwood (insieme ne Il pianista) si dimostra più solido che mai in questa elegante trasposizione del romanzo di Dickens: in effetti la regia di Polanski regala momenti di puro cinema e la sceneggiatura mostra la proprio eleganza nel fatto di rendere estremamente interessante un plot conosciutissimo. Il resto lo fanno le magnifiche scenografie e le performance attoriali (indimenticabile Kingsley). Senza dubbio una pagina felice della filmografia dell'immenso Roman.
Polanski riporta Oliver Twist nei cinema con una versione non troppo distintiva. È il film che, seppur con qualche variazione qua e là, forse meno si discosta dal romanzo. Le interpretazioni sono mediocri per la maggior parte (bravo Kingsley), ma ciononostante la pellicola risulta perlopiù godibile. Abile la mano del regista nel saper caratterizzare i personaggi.
Film che si apprezza, oltre che per la storia, anche per la bella fotografia e atmosfera vittoriana. Non ho letto il libro e non posso fare similitudini. La vicenda comunque si conosce e Polanski ci regala un bell'esercizio di "stile". Un classico che penso non possa lasciare delusi. Bravi i giovani attori e una spanna sopra il perfido e spietato aguzzino.
La caratterizzazione dei personaggi, le scenografie, la fotografia, iscrivono questo film nella categoria dei lavori altamente professionali. La mano di Polanski è quasi invisibile, ma questo non vuol dire che l'abbia diretto di malavoglia o senza ispirazione; ha semplicemente rispettata la provenienza del soggetto, lasciando a questo il primo posto, senza imporre personalismi che forse sarebbero apparsi poco appropriati. Le interpretazioni sono buone, ottima quella di Ben Kingsley (in parte frutto del trucco fisico, ma molto per la sua bravura).
Nonostante l'ottima prova registica di Polanski, ammetto di non essere mai stato attratto dalle vicende del trovatello partorito dalla mente di Dickens. Quasi una favola alla Disney, però ultra-realistica e a ruoli invertiti, dove la povera gente è brutta e cattiva, la borghesia clemente e illuminata, la giustizia cieca e spietata. Detto questo, nulla da dire sulla trasposizione registica e sulla qualità di costumi e scenografie, sicuramente un bel vedere.
Per trasporre fedelmente un romanzo ricco di personaggi e avvenimenti come "Oliver Twist" ci vorrebbe una fiction. Costretto a inevitabili tagli, Polanski sacrifica tutta la parte relativa alle origini del protagonista guadagnandone in linearità e credibilità ma sacrificando intreccio e colpi di scena. Comunque un film ben diretto (e ci mancherebbe!), che coinvolge e commuove senza cadere nel patetico e che si avvale di una splendida messa in scena e di interpretazioni corrette. Un po' ammorbidita, rispetto al libro, la figura di Fagin.
La miglior riduzione cinematografica del romanzo di Dickens. Polanski è meno patetico e melodrammatico dei suoi predecessori grazie a un maggior realismo nella descrizione della violenza che circonda il piccolo orfanello. Inoltre la vicenda si presta a spunti autobiografici visto che il regista da piccolo si ritrovò solo a Parigi senza i genitori durante la Seconda Guerra Mondiale. Kingsley è il miglior Fagin apparso sullo schermo. Bella la fotografia che esalta i toni giallognoli dei lumio di candela. Finale commovente ma non consolatorio.
MEMORABILE: La vecchietta che aiuta Oliver nel suo cammino verso Londra; L'incontro con Fagin prima dell'impiccagione; Il tentativo di Bill di sopprimere il cane.
Quando in una pellicola, personaggi caricaturali finiscono per risultare più che accettabili, se non credibili, significa che si è al cospetto di un buon prodotto filmico. Ne è questo un chiaro esempio. In più, il giovane protagonista, dalla lacrima facile (giustificata), ma più forte di come può apparire, è decisamente in parte. E questo fa sì, che si sopportino meglio i momenti più arrancanti, o verbosi (fortunatamente, limitati). Nel suo genere, riuscito, con un faccia a faccia finale tra il ragazzino e il vecchio delirante, che colpisce.
MEMORABILE: Il ladro, che temendo la confessione del ragazzino, prima lo vuole affogare (ma chi la fa, l'aspetti) e poi se ne vuole liberare in aperta campagna.
Adattamento del romanzo di Dickens. Componenti tecniche di prim'ordine nel ricreare le ambientazioni e ottima cura fotografica. Polanski non si nota particolarmente come stile, ma riesce a dare linfa a una storia classica. Molto scorrevole anche quando la trama sposta il baricentro verso i furfanti. Kingsley sempre bravo e scelta perfetta per la purezza del protagonista.
MEMORABILE: La lezione di borseggio; L'incontro sul ponte; Svenuto senza scarpe; La visita in carcere.
Dallo splendido romanzo di Dickens e dalle capacità artistiche di Polanski non poteva che uscire un’opera veramente notevole. Magistrale il tratteggio dei personaggi in un contesto in cui era facile sbagliare, a conferma di quanto la direzione degli attori sia una delle doti migliori del regista. La ricostruzione del periodo vittoriano è semplicemente perfetta e gli occhi non possono che goderne di rimando. A completare il quadro ci pensa Dickens con il suo Oliver Twist, sul quale si potrebbe disquisire giorni senza raggiungere il senso di sazietà.
Bella versione del classico della letteratura inglese, e da Roman Polanski era difficile attendersi di peggio. La pellicola è curatissima, a cominciare dalla notevolissima fotografia. Il cast è buono, soprattutto nella scelta dei volti. Tutti più o meno bravi, ma Ben Kingsley si conferma attore mai troppo acclamato e oscura tutti con una prova straordinaria. Polanski riproduce abbastanza fedelmente il romanzo, tanto che nel film vi traspone anche il suo ritmo lento, tipico delle opere di Charles Dickens. Un film forte visivamente, forse non per tutti ma che vale la pena di vedere.
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Polanski arrestato in Svizzera perchè, come riporta l'Ansa:
l'arresto è legato al mandato di cattura Usa del 1978, per violenza sessuale su una minorenne. Il regista doveva ricevere un premio al Festival del Cinema di Zurigo: gli organizzatori confermano il tributo.
HomevideoRocchiola • 14/02/18 09:12 Call center Davinotti - 1292 interventi
Disponibile a prezzi ormai popolari in doppio DVD special edition a cura della Medusa. Trattandosi di un film piuttosto recente non vi sono problemi, il video è discretamente definito e privo di difetti ed anche l'audio italiano in dolby digital 5.1 è buono. Gli extra sul secondo disco comprendono un interessante "Oliver Twist visto da Roman Polanski" nel quale il regista espone il suo approccio al romanzo Dickensiano.
Stranamente non ancora pubblicato in BD anche all'estero. Credo sia probabile un uscita in HD anche sul mercato italico, trattandosi di un titolo di sicuro e duraturo richiamo.