Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il film preferito di Fulci, che gira in un paesino sperduto del foggiano inventandosi un’ambientazione profondamente italiana fortemente originale che lascia il segno. Sceneggiato con cura ma soprattutto diretto davvero bene, il film sa rendere estremamente viva la mentalità meridionale che anima personaggi veri in un contesto probabilmente molto vicino alla realtà. Un'opera corale di grande impatto drammatico, recitata adeguatamente da un ottimo cast (Florinda Bolkan, Barbara Bouchet, Irene Papas, Tomas Milian, Marc Porel...) e che segue i meccanismi classici del whodunit celando fino all'ultimo l'identità dell'assassino. Fulci mette in scena una storia cruda...Leggi tutto ispirata in parte a un fatto vero realmente accaduto a Bitonto (dove erano misteriosamente scomparsi alcuni bambini), non si preoccupa di scandalizzare raccontando di ripetuti infanticidi e anzi aggiunge con la figura della Bouchet (nuda di fronte a un bimbo e per questo convocata in tribunale prima di dimostrare che, nelle scene insieme, quello di spalle era un nano maggiorenne) una variante legata al sesso che si rivelerà fondamentale. Tomas Milian, nel ruolo di un giornalista di “La Notte” arrivato lì per fare luce sul caso, ebbe modo di dire come del film apprezzò in particolare l'italianità. Aveva ragione: NON SI SEVIZIA UN PAPERINO non si sarebbe potuto girare in altri luoghi. Splendide la fotografia di Sergio D’Offizi e le musiche di Riz Ortolani, pregevoli alcuni effetti splatter (per l'ultimo partecipò anche Carlo Rambaldi). Poco consistente l'indagine, ma conta poco.

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B. Legnani 6/02/07 00:34 - 5519 commenti

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Quasi capolavoro, perché la regìa non sbaglia una mossa, qualunque sia il registro del momento, grazie anche ad un cast in cui nessuno vuole strafare ma tutti sono gestiti bene, nell'economia di un racconto immerso nel sole, che fila via liscio, al di là delle inverosimiglianze del genere. Da notare la mancanza del classico protagonista: a dominare, in realtà, è la folla, la massa (come ne Il corvo, senz'altro fra le fonti ispiratrici). Girato in gran parte a Monte Sant'Angelo (Foggia). La conclusione della vicenda della maciara richiama direttamente il finale de Il bidone.
MEMORABILE: La spiazzante ripetizione della scena filmata.

Caesars 6/02/07 15:33 - 3772 commenti

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Probabilmente il miglior film di Fulci, è un buon giallo snobbato (quando non denigrato) dalla critica dell'epoca. Molto bella l'ambientazione in un paese del Meridione e azzeccati tutti gli interpreti. Fulci ebbe, come in altre occasioni, problemi con la giustizia per alcune scene contenute nel film. Non un capolavoro ma un buon film, da vedere.

Venticello 20/03/07 14:45 - 63 commenti

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Thriller capolavoro in cui tutto gira alla perfezione, dagli interpreti all'ambientazione, alla trama, con trovate che risulteranno fonte di ispirazione per altri maestri del genere. Si parte dall'omicidio di alcuni bambini per narrare una storia corale di superstizioni e ignoranza che tiene inchiodato lo spettatore sino all'ultima inquadratura. Vetta di cinema assoluto la sequenza del massacro della "Maciara" con un uso totalmente spiazzante della colonna sonora. Imprescindibile.

Homesick 14/04/07 19:12 - 5737 commenti

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Uno dei migliori gialli italiani in assoluto, peraltro assai lontano dagli stilemi argentiani che impazzavano all'epoca. Ambientazione rurale, religione e superstizione, sesso e tabù, bambini in bilico tra infanzia e adolescenza. Fulci ribadisce anche qui la sua originalità e il suo talento nel dirigere scene di violenza e di tensione. Imprescindibile.

Undying 26/04/07 18:04 - 3807 commenti

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Terza escursione di Fulci nel giallo, dopo Una sull'altra e Una lucertola con la pelle di donna. È un film profondo e personale che la produzione, cavalcando l'onda delle titolazioni zoonomiche argentiane, impropriamente ha voluto accodare alla serie di gialli dell'epoca. Grandi interpretazioni di Tomas Milian, Barbara Bouchet, Florinda Bolkan e Marc Porel. Uno dei migliori lavori di Fulci, degno di essere riscoperto e che, all'epoca, non ebbe il meritato successo che ha conseguito nel tempo. Rurale.

Deepred89 25/05/07 19:31 - 3701 commenti

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Uno dei più bei thriller italiani. Originale sotto molti punti di vista (la storia, diversa e più complessa di quella dei soliti thriller argentiani, l'ambientazione, solare e affascinante) e mai banale. Perfetta la regia di Fulci e ottimo il cast, con una Florinda Bolkan veramente al top, un ottimo Milian e una bellissima Barbara Bouchet. Stupenda (e inaspettatamente cruenta) la scena del linciaggio; strafamosi anche il finale e la scena del bambino di fronte alla Bouchet nuda: in tv mancano tutte e 3 le scene. Comunque un cult imperdibile.

Stubby 29/07/07 11:40 - 1147 commenti

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Fulci mette tanta carne al fuoco con questo giallo, soprattutto tanti argomenti tabù per il cinema di quel tempo. Il film è girato molto bene e tiene incollati allo schermo. I protagonisti sono tutti bravi nelle rispettive parti. Tante scene sono veramente memorabili, impossibile elencarle tutte. Da notare come l'identità del killer sia tenuta nascosta fino alla fine della pellicola e sia di difficile identicazione per lo spettatore.

Gugly 31/12/07 12:31 - 1184 commenti

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A caldo, ho trovato il ritmo un po' lento. Ma complessivamente è avvincente anche se, a ben guardare, il possibile colpevole (non il movente) si può intuire da metà narrazione. Stupenda l'ambientazione: chi è pugliese come me può capire quanto buio possono celare le case bianche arroccate; infine, attualissima la constatazione di quali tragedie può causare l'ignoranza, di cui la povera maciara è capro espiatorio.

Cotola 17/12/07 02:15 - 8998 commenti

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Grandioso e sottovalutato giallo fulciano che può contare su una bellissima, originale e misurata sceneggiatura e soprattutto su atmosfere tese, inquietanti e morbose al punto giusto. Un'opera estremamente riuscita, grazie ad un Fulci in grande spolvero, che dimostra di conoscere perfettamente i meccanismi della tensione, nonostante l'ambientazione "solare" del film. Bravi gli attori. Indimenticabile la scena in cui la Maciara viene letteralmente linciata, mentre sullo sfondo si sentono le note di una brano della Vanoni. Imperdibile.

Don Masino 27/12/07 16:40 - 63 commenti

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Un buon thriller in cui l'intreccio giallo vero e proprio (con tanto di falsi colpevoli pronti a confondere le idee dello spettatore) è chiaramente subordinato alla volontà di creare un quadro sociale particolarmente curato. Nella cittadina meridionale di Accendura (in realtà è Monte Sant'Angelo, nel Foggiano), Fulci descrive con arguzia almeno tre o quattro personaggi, riuscendo anche a far vivere tridimensionalmente i comprimari. Il film colpisce per l'insolita ambientazione, per l'idea di scegliere come vittime dei bambini... Buon uso delle musiche (la Vanoni in una scena così...)
MEMORABILE: L'assassinio a catenate della Bolkan: impressionante, splatter e già significativo per la direzione che prenderà a breve il cinema di Fulci.

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G.Godardi 9/01/08 15:42 - 950 commenti

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Assolutamente un capolavoro, su tutti i livelli. Per come presenta l'intreccio, una storia corale senza personaggi fissi e piena di cambi di marcia e false piste. Per il suo linguaggio davvero esemplare, che non rinuncia nemmeno ad un paio di in-joke metacinematografici (la fine-inizio dei due tempi inclusi nella diegesi; lo speaker radiofonico durante il linciaggio della Bolkan). Per la commistione di generi al suo interno (giallo, horror, neorealismo). Per lo splendido cast. Visto col senno di poi, tutta la parte iniziale anticipa Io non ho paura.
MEMORABILE: Il linciaggio della maciara. La seduzione della Bouchet ai danni di un minore.

Rebis 9/02/08 11:43 - 2331 commenti

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Decodificato come thriller il cult di Fulci si ammutolisce: il giallo gli è più prossimo, ma la meccanica del whodunit è priva di reali indizi e piuttosto sbrigativa nel finale. In verità qui il genere slitta via agilmente, ed emerge invece - minaccioso - il ritratto di una provincia assolata e omertosa, pervasa da superstizione e autoregolamentata su ritualità ataviche. Tutto è intriso di appiccicoso, pestilenziale orrore. Forse il miglior film di Fulci, pur con qualche zoomata di troppo alla regia. Per la Bouchet e la Bolkan due momenti iconici: una spremuta di arance e un massacro.
MEMORABILE: Il cimitero, la Vanoni, il sangue che scorre...

Ciavazzaro 11/03/08 14:38 - 4768 commenti

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Fulci ancora una volta cambia le regole del giallo all'italiana, aggiungendo un'aria solare e aperta ai delitti, assai inusuale per il genere. Inoltre dispone di un cast di primo livello: il bravo Milian, la seducente Barbara Bouchet (protagonista anche di una scena di nudo che andò incontro a guai con la giustizia), la Bolkan, la Papas. Davvero non male il tema musicale (con lirica finale di Ornella Vanoni) e la costruzione dei delitti. Da non trascurare anche Marc Porel.

Cangaceiro 4/05/08 14:29 - 982 commenti

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In un paesino della Puglia un serial killer uccide uno via l'altro dei bambini indifesi. Gli inquirenti collezionano buchi nell'acqua incolpando prima lo scemo del villaggio, poi la "maciara" e infine una facoltosa forestiera (la splendida Bouchet). Stavolta Fulci tratta lo scabroso tema dell'infanticidio col suo inconfondibile stile anche se manca quell'iperviolenza che imperverserà in molti dei suoi successivi lavori. Discreto.

Hackett 5/05/08 19:03 - 1865 commenti

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Uno dei migliori thriller di Fulci. La cosa più notevole del film è il senso di isolamento e di angoscia che un panorama assolato come quello pugliese riesce ad evocare, contrariamente all'idea vacanziera che ci si potrebbe fare. Senza scomodare la filosofia, esiste una critica di fondo alla cieca superstizione che è generata dall'ignoranza. Non male.

Mark 8/05/08 21:51 - 264 commenti

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Capolavoro di Fulci, che parla dell'orrore di un paesino del Sud che precipita nel baratro di una serie di uccisioni di bambini. Fulci è in stato di grazia, racconta una storia dietro la lente dell'arretratezza culturale dell'Italia e non si limita ad usare l'efferatezza come metro risolutivo, ma ci parla di mattoni, di incisioni, di campanili, di vicoli che trasudano odore di processioni silenziose, di sottane livide, di sguardi chini, di letame impastato di sacrifici, di viaggi lunghi come esilii.

Matalo! 11/07/08 17:48 - 1378 commenti

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Originariamente "Non si sevizia Paperino", ma poi fu meglio evitare grane con la Disney: il miglior Fulci che abbia mai visto, nato come sotto-Argento ma superiore alle prodezze del Dario "capostipite". Su tutte la eccezionale scena della tortura della maciara (Bolkan) sempre amputata in tv: una sequenza da grande cinema la cui canzone della Vanoni ("quei giorni insieme a te") rende straniante, finché si giunge ai piedi dell'autostrada, con le auto che impietose corrono avanti. 10 e lode!!!

Samtam90 18/07/08 01:58 - 56 commenti

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Non solo è il miglior film di Fulci, ma rappresenta senza dubbio uno degli apici del giallo all'italiana. La regia è ottima, con un grande utilizzo di primi piani a volte molto azzeccati (ad esempio la sequenza in cui la maciara muore nell'indifferenza degli automobilisti); la struttura gialla regge, gli inserti pseudo-erotici e di violenza non sono (troppo) gratuiti, buone le musiche, meravigliosi il paesaggio meridionale e l'atmosfera che si respira; gli elementi di critica sociale, inoltre, valorizzano ulteriormente la pellicola. Da vedere.
MEMORABILE: "Abbiamo fatto le autostrade e non siamo riusciti a debellare l'ignoranza"; l'agguato alla maciara.

Redeyes 5/12/08 18:20 - 2442 commenti

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Non un capolavoro, forse, ma di certo un ottimo film che si avvale di una bellissima fotografia, di una notevole sceneggiatura e di un'abile regia. In effetti al di là del cast che funziona benissimo è impressionante come, fin dall'inizio, la folla assurga a protagonista. Ha qualche decennio ma è attualissimo. Unico neo, a mio giudizio, la scena finale con i ripetuti particolari del volto, un po' trashone. Florinda Bolkan sensualissima e molto brava. Da vedere assolutamente.

Capannelle 3/12/08 15:13 - 4394 commenti

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Un Fulci da ricordare disegna un'atmosfera perfetta, intrisa di sguardi e parole non dette. La vicenda gialla diventa secondaria di fronte alla rappresentazione del pregiudizio e dell'indifferenza dei paesani verso il diverso. Di fronte al contrasto tra tabù ed emancipazione. Alcune ingenuità di ripresa qua e là. Tra le scene giustamente cult solo un appunto a quella finale: bruttina e il regista, non contento, la ripropone 5 anni dopo in Sette note in nero. Quattro pallini.
MEMORABILE: La Bouchet e il ragazzino, il paesino silenzioso, la fine della Maciara.

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Bruce 16/12/08 10:05 - 1007 commenti

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Il miglior film di Lucio Fulci. Totalmente originale, serio ed ispirato, ben diretto ed interpretato. Dramma neorealista ambientato nel sud Italia, assolato e rurale, che svolta in giallo thriller del tutto atipico e lontano dagli stilemi classici del modello argentiano. Salvatores trent'anni dopo vi troverà ispirazione per Io non ho paura. Tomas Milian e Florinda Bolkan offrono ottime interpretazioni. Sublime l'idea di accompagnare con la voce di Ornella Vanoni in "Quei giorni insieme a te" il linciaggio della maciara. Bellissimo.

Supercruel 2/03/09 11:30 - 498 commenti

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Giallo/thriller fulciano di ottima fattura. In primis funziona la sceneggiatura: ben scritta, complicata, interessante, sfaccettata. L'intreccio è gestito in maniera divina, senza un protagonista fisso, gestito in modo "corale" e zeppo di cambi di prospettiva. La gestione dei meccanismi della tensione è di rara efficacia. Davvero ottimo il cast (Milian, Bolkan e Bouchet strepitosi) e molto suggestiva l'ambientazione rurale e solare. Uno dei picchi artistici di Lucio Fulci. Gioiello!

Ghostship 10/03/09 13:53 - 394 commenti

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Giallo fondamentalmente neo realista per l'ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi. Fulci si diverte con lo spettatore rendendo tutti più o meno sospettabili, in ciò aiutato da un cast diretto perfettamente. Ottima fotografia, meravigliosi esterni in un assolato Sud. Pellicola senza ombra di dubbio da riscoprire, cult assoluto.

Stefania 10/03/09 17:19 - 1599 commenti

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Via dalle metropoli corrotte, dalle province ricche e viziose, via dai salotti scintillanti e dai cupi manieri: il giallo all'italiana cambia location. Un Sud che pare uscito da un saggio antropologico di De Martino è lo sfondo di una storia di fanatismo, follia e ferocia, che non sono soltanto dell'assassino. È sempre bravo Tomas Milian, la Bouchet è una bellezza di marmo e di miele, ma la Bolkan, nei miseri panni della contadina, non perde il suo spigoloso fascino. Quattro pallini!

Herrkinski 2/04/09 11:47 - 8052 commenti

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Ottimo thriller di ambientazione pugliese. Insieme a Sette note il migliore di Fulci del primo periodo. Il cast è di ottimo livello: oltre alla splendida Bouchet, troviamo un sempre bravo Milian e una notevole Bolkan, affascinante nei panni della maciara. Molto evocative le location assolate e desolate della Puglia rurale e buono l'intreccio, in cui Fulci gioca a confondere lo spettatore spostando i sospetti da un personaggio all'altro. Non manca qualche tocco gore che anticipa il futuro horror del regista (quel che succede alla Bolkan, il finale).
MEMORABILE: L'esecuzione della maciara con la musica della Vanoni in sottofondo.

Pigro 7/04/09 08:59 - 9623 commenti

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Un serial killer di bambini in un paesino meridionale, una strega, una milanese spregiudicata, i carabinieri, un giornalista: sono alcuni degli ingredienti di un thriller dalle continue sorprese. Fulci riesce a descrivere con efficacia sia il crescendo narrativo legato agli omicidi e alle indagini, sia l'atmosfera superstiziosa e bigotta che permea la storia condizionandola. Notevole il tocco con cui il regista accarezza gli impervi e terrifici paesaggi. Un buon film che non cessa di avvincere lo spettatore.

Ilfigo 17/05/09 10:23 - 75 commenti

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Esco fuori dal coro: questo film è di una noia inaudita! Non c'è scena che si ricordi. Il buon Fulci ricorre a scene splatter (già viste) per far piacere questa pellicola, che in realtà è una scopiazzata da quel genio di Dario Argento. È paradossale: Fulci ha rovinato anche un bravissimo attore come Milian. Disgustoso.

Barbapapà 18/05/09 17:44 - 33 commenti

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Nato nell'epoca in cui il genere giallo in Italia spopolava grazie ad Argento, questo tanto celebrato film di Fulci delude in parte. L'idea dell'ambientazione meridionale, sotto la calura, è interessante ma anche nei momenti migliori resta un che di rozzo e approssimato che lo rende prodotto derivativo, sebbene di buona fattura. Bellissima la Bouchet tutta nuda, alla quale darei 5 palle!

Enzus79 24/05/09 11:01 - 2863 commenti

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In un paesino del profondo meridione muoiono uno dopo l'altro tre ragazzini: sarà caccia all'assassino. Diciamo che questo film si fa apprezzare più per la storia che per altro: gli attori sono tutti mediocri (la Bouchet recita come una bambola), e tra questi c'è (purtroppo) anche Milian.

Rickblaine 24/05/09 09:24 - 635 commenti

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Buona opera del Maestro Lucio Fulci che in questo thriller di alta tecnica registica trasporta quell'horror fatto di culti e riti in un giallo coinvolgente, pieno di sospetti e sospettati. Le autorità perse in quella mistica realtà di gente credulona e terrena e un giornalista (Tomas Milian) richiamato ad indagare sul caso privatamente in compagnia della bella Barbara Bouchet. Ottima anche Florinda Bolkan.
MEMORABILE: La scena della maciara (sa di tarantiniano).

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Ellerre 26/05/09 12:26 - 89 commenti

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Bel thriller, congegnato ad arte e ottimamente interpretato dagli attori: perfetta la Bolkan nell'affascinante e ambiguo personaggio della maciara. Incuriosisce l'insolita ambientazione rurale che riesce ad aggiungere fascino e originalità al film. L'unico neo è nel finale: Carlo Rambaldi poteva forse fare qualcosa di meglio con i suoi effetti speciali, ma rimane nel complesso uno dei migliori thriller degli Anni Settanta.

Puppigallo 27/05/09 11:51 - 5250 commenti

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Un Fulci d'annata. Se si esclude un effetto poco curato e pagliaccesco alla fine, questa pellicola non può che essere definita un grande esempio di cinema. Violenza (non si risparmia nessuno, bambini compresi), morbosità (la Bouchet, nuda, alle prese con un bambino) e giallo (l'indagine, i vari, presunti colpevoli) sono perfettamente bilanciati e supportati dalla notevole caratterizzazione dei personaggi (Milian giornalista), in un ruolo discreto, lo scemo del paese, il maresciallo e il giovane tenente, la maciara (un po' eccessiva), zio Francesco (votato ai santi) e i bambini. P.S.: L'assassino è intuibile ma ciò non intacca il valore del film. Da vedere!
MEMORABILE: Il maresciallo parla dello scemo: "Trova il cadavere del bambino e lo nasconde per estorcere denaro al padre... il lampo di genio di uno scemo".

Trivex 14/06/09 15:53 - 1738 commenti

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È stato un gran piacere rivedere il capolavoro del maestro Fulci, spaccato etnografico che ricorda Il demonio di Rondi, con esplosioni delle passioni umane (amore, sesso, paura... morte) raccontate con straordinaria capacità. Gli affascinanti paesaggi pugliesi sono perfetti per raccogliere il dramma degli omicidi dei fanciulli, con la regia disinvolta del maestro che si piega benissimo al progresso degli eventi ed al lavoro degli attori, anche quelli non protagonisti. Il maresciallo è saggio ma inascoltato, il "giudice" forse troppo arrogante. Fondamentale!

Pinhead80 16/09/09 00:25 - 4715 commenti

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Sicuramente uno dei migliori, se non il miglior film realizzato dal grande maestro Lucio Fulci. Il film è un misto tra un giallo e un horror intriso di atmosfere rurali, che rendono la pellicola ancor più vicina alla nostra realtà. La trama regge fino alla fine e i colpi di scena non mancano. Ottima la Bolkan nella parte della "maciara"; meno brava a mio parere la Bouchet, che però si segnala per la sua grande bellezza. Da vedere!

Funesto 21/11/09 22:38 - 525 commenti

I gusti di Funesto

Uno dei più famosi gialli all'italiana di sempre, nonchè uno dei migliori. Girato in una location insolita che dà un notevole "che" di verosimile alla storia, questo giallo pugliese è ottimamente diretto da un Fulci in gran forma e recitato da un eccellente trio d'attori: un'eccezionale Barbara Bouchet, una convincentissima Bolkan e un mitico Milian. Ci sono anche un paio di inaspettati inserti splatter (gli SFX sono fra i migliori che abbia mai visto!) e una scena di nudo che ha fatto storia. È anche molto coinvolgente ed interessante: ***!
MEMORABILE: L'omicidio a catenate, che Fulci riprenderà ne L'Aldilà (ma in forma stranamente molto meno sanguinosa) e il ritrovamento del cadavere nel lavatoio.

Metuant 10/01/10 16:30 - 456 commenti

I gusti di Metuant

Straordinario esempio di giallo all'italiana che ebbe infinite vicissitudini a causa dei temi trattati (religione e violenza sui bambini) e, trattandosi di Fulci, della sua crudezza, sebbene sia qui molto più contenuta rispetto a tante altre pellicole del periodo, limitandosi alla terribile scena del massacro della Bolkan. Spiazzante quanto duro il finale, al livello di tutto il resto del film. Nel campo del giallo, forse il capolavoro del compianto Fulci.
MEMORABILE: La sequenza della morte della Bolkan, accompagnata da una musica nostalgica.

Galbo 13/01/10 12:39 - 12372 commenti

I gusti di Galbo

Suggestivo film di Lucio Fulci il cui merito principale è quello di realizzare un atmosfera ed un'ambientazione inquietante in un contesto tipicamente "nostrano", quello cioè di un paesino dell'Italia meridionale. Onore quindi al merito della regia oculata anche nella scelta dei volti del cast mentre la sceneggiatura non sempre appare impeccabile.

Vanadio 30/04/10 20:22 - 105 commenti

I gusti di Vanadio

Giallo inconsueto di un Fulci ispirato, che già mostra una vena macabra che enfatizzerà solo negli anni successivi. Buona recitazione; la Bouchet desnuda non è affatto disprezzabile (ma chi la guarda è in realtà un nano e non un bambino). Tomas Milian baffuto è poco riconoscibile; Florinda Bolkan una megera. Finale truculento.

Greymouser 2/05/10 15:18 - 1458 commenti

I gusti di Greymouser

Artisticamente, è il capolavoro assoluto di Fulci, che qui compie il salto da buon artigiano a Maestro del cinema. L'orrore dell'isolamento sociale, dei pregiudizi e dell'ignoranza viene mostrato con mano ferma e senza denuncia retorica. L'inferno di certa realtà provinciale del profondo sud (o profondo nord che sia) spaventa più di un esercito di zombi. L'andamento "giallo" della trama non inganni: il film lavora a un livello molto più profondo, e tocca nervi scoperti che fanno male, spargendo sale sulle ferite.

Aal 18/08/10 14:37 - 321 commenti

I gusti di Aal

Non stento a credere che questo fosse il film preferito di Fulci visto il livello spesso pessimo di questo regista da questa pellicola in avanti. Purtroppo non sono tra gli estimatori di Fulci, anzi, lo trovo largamente sopravvalutato. Tuttavia questo film è una buona prova. Calarsi nella contemporaneità paga e ne esce fuori un lavoro riuscito, con ottime atmosfere e personaggi ben definiti. Ottimi la Bolkan ed il grande Milian. Qualche cliché di troppo, forse, ma un film godibilissimo ancora oggi.

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Il Dandi 2/11/10 13:39 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Ma come si può seviziare un paperino? Se può, se può! Fulci non rinuncia all'ironia (stavolta con un titolo che sbeffeggia la moda "animalesca" dell'imitazione argentiana) ma contemporaneamente non vi si nasconde dietro. Per la prima volta si prende sul serio Fulci e fa bene: perché la trama, anche se ad oggi prevedibile, è esemplare; il tessuto antropologico che fa da sfondo alla vicenda è superficiale quanto basta, ma inedito ed efficace. Non è forse il miglior thriller italiano, ma di sicuro è il più "italiano" tra i thriller migliori.
MEMORABILE: Le pur celebrate musiche di Ortolani per me sono l'unico neo, fatta eccezione per la scena-capolavoro del linciaggio con canzone diegetica.

Mtine 6/06/10 21:24 - 224 commenti

I gusti di Mtine

Il film di Lucio Fulci, considerato il suo capolavoro, presenta un'azzeccata ambientazione, un'ottima regia e bravi attori, ma anche terribili lacune nella sceneggiatura. A parte l'inconsistente sfondo di giallo, che non segue un filo logico preciso e oltretutto ha un assassino che si scopre dopo neanche mezz'ora, procedendo semplicemente per esclusione, ci sono anche momenti terribilmente lenti, in cui la storia non procede assolutamente, "compensati" da inutili colpi di scena che ingarbugliano ulteriormente l'intreccio "matassoso".
MEMORABILE: Occhio all'effetto speciale finale: sembra fatto per un film sugli zombie.

John trent 2/06/10 19:51 - 326 commenti

I gusti di John trent

Giallo fondamentale per tutti gli amanti del genere. Il mostro stavolta si annida in un fantomatico paesino meridionale e miete vittime tra i giovanissimi facendosi forte della superstizione e dell'ignoranza del popolino. Milian e la Bouchet scopriranno la sorprendente verità. Indimenticabile la prova della Bolkan nei panni della Maciara, un po' sprecata Irene Papas. Fulci dirige da par suo condendo il film di un paio di scene splatter che poi diverranno suo marchio di fabbrica dal finire degli Anni Settanta in poi. Musiche sublimi di Riz Ortolani.
MEMORABILE: La scena con la maciara sulle note di "Quei giorni insieme a te" di Ornella Vanoni, una delle scene più belle mai girate da Fulci.

Pau 4/06/10 20:41 - 125 commenti

I gusti di Pau

Giallo coraggioso nel sapersi distaccare dalla moda "argentiana" imperante durante quegli anni, sia sotto l'aspetto estetico (ambientazioni notturne ridotte al minimo, pianure brulle e viuzze assolate) che sostanziale (il sadismo e la crudeltà - di cui farà le spese il diverso, la "Maciara" - sonnecchiano sotto l'opaca superficie di un intero paese e non si limitano ad esplodere occasionalmente in una mente malata; l'assassino accampa motivazioni che inducono lo spettatore a porsi delle questioni di critica sociale). Effetti di Rambaldi.
MEMORABILE: Il brutale linciaggio della Maciara, la cui straziante agonia si conclude sulle notte dell'incongrua (e quindi straniante) "Quei giorni insieme a te".

Bergelmir 13/06/10 14:17 - 160 commenti

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Una delle migliori prove di Fulci, disturbante fin dal titolo, è un giallo che si svolge all'interno di un contesto neorealista, con una narrazione molto personale, capace di mostrare tutto il rappresentabile. Fu realizzato sull'interessantissimo e inedito sfondo di un meridione italiano chiuso in sé stesso, ricco di personaggi pittoreschi, in cui le istituzioni convivono con la superstizione contadina e con la cultura popolare. Leggermente sottotono il finale. Sorprendenti le musiche.

Mrmanuz 3/08/10 15:04 - 9 commenti

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Rappresenta (almeno per il sottoscritto) un genere quasi irripetibile. Da buon (o cattivo) ragazzetto meridionale ne fui profondamente colpito. Ero un Paperino anche io, in fondo. Mi immedesimai nella scena della Bouchet (Patrizia) e ne fui piacevolmente turbato. Eros e Thanatos sono ben mescolati, i personaggi perfetti, la violenza ben dosata. Rivedendolo dopo vent'anni ne ho ancora apprezzato degli aspetti. Fulci è riuscito nell'impresa.

Piero68 4/11/10 14:13 - 2955 commenti

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Nonostante alcuni irritanti luoghi comuni sul Sud (lo dico da campano) il film può contare su di una regia veramente solida ed accurata. Anche la fotografia fa la sua parte. La ripresa della superstrada che si snoda tra le colline ad esempio è uno stupendo messaggio visivo sull'avanzare del progresso in terre desolate. Peccato che la sceneggiatura non mi abbia convinto molto. Non tanto per la trama "gialla", passabile, quanto per l'inserimento di alcuni personaggi ed alcune morbosità tutto sommato avulse dal contesto. Montaggio appena sufficiente.

Gestarsh99 14/08/10 10:57 - 1395 commenti

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Con un occhio a Il giorno della civetta e l'altro a Il tagliagole, Fulci sfida le ire di benpensanti e clericali. Tra paesaggi aridi e superstizioni connaturate ai costumi locali, si sviluppa uno dei thrilling più scandalosi e scabri mai realizzati: personaggi sporchi, situazioni morbose, omicidi memorabili (quello della maciara omaggiato da Tarantino ne Le iene), una grandissima Bolkan. Per nulla argentiano, resta il capolavoro di Fulci.

Greg 15/08/10 20:43 - 19 commenti

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Capolavoro fulciano massacrato dalla censura, sicuramente una delle più alte vette del thriller italiano. Ottima la storia piena di colpi di scena, l'ambientazione mediterranea e le splendide musiche di Ortolani. Bravo Tomas Milian non ancora Monnezza, espressiva la Bolkan e sensuale come non mai la Bouchet, bravissima la Papas e bravo Porel. Anche una critica all'arretratezza e alla superstizione che vige nel Sud. Buoni gli effetti speciali. Da non perdere.
MEMORABILE: La scena della Bouchet nuda dinanzi al ragazzino, l'uccisione della Bolkan, il finale.

Zaratozom 18/09/10 18:03 - 63 commenti

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Torbido, immorale, scorretto. Non esiste un personaggio che fugga dal pozzo nero dei propri peccati. Perfino il giornalista adopera un mezzuccio per carpire l'interrogatorio dei genitori della prima vittima. Il caldo soffoca tutta l'atmosfera. Non riesco a provare pena per il destino dei personaggi votati al massacro. Tutti corrotti. Chi dal vizio, chi dalla droga, chi dal sesso, chi dall'odio, chi dall'ansia di prestazione. Un Fulci superlativo. Una pellicola coraggiosa, estrema. Rivista oggi, non perde un solo colpo.
MEMORABILE: Peckinpah avrebbe pagato per aver potuto girare la scena della maciara con uno stile così "Peckinpah". Chissà se Ornella Vanoni avrà apprezzato!

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Nando 2/11/10 01:06 - 3806 commenti

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Torbido ed inquietante, il film si segnala come una valida opera del maestro Fulci. Cast di grande livello (la Bouchet è meravigliosa). Da sottolineare l'ambientazione meridionale che punta ad evidenziare la facilità nell'instaurare certe credenze ed eventuali primitive arretratezze culturali.

Vstringer 4/11/10 00:26 - 349 commenti

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Grande thriller bucolico e corale, con una trama gialla che è solo un pretesto per supportare le folgorazioni di Fulci: l'ambientazione nel sud profondo con la sua religiosità arcaica venata di superstizione, le fiammate di violenza senza ruffianeria alcuna, il coro greco della gente di paese, le intuizioni dietro a scene magistralmente costruite. Milian non è al meglio della forma: si fanno preferire il compianto Porel, la magnetica Bolkan e l'abbagliante Bouchet. Da evitare la versione massacrata per le tv, con le scene migliori "seviziate".
MEMORABILE: Lo straniante linciaggio e il commento degli agenti; la spremuta d'arancia della Bouchet.

Lupoprezzo 7/02/11 16:57 - 635 commenti

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Giallo ben diretto da Lucio Fulci, che è abile a tenere la vicenda in sospeso fino alla fine, giocando con un ambiente merdionale superstizioso e ignorante. Film violento (da antologia la scena nel cimitero abbandonato), che non risparmia nessuno (neanche i più piccoli). Sicuramente uno dei migliori lavori del regista. Buone le intrepretazioni di Barbara Bouchet e di Florinda Bolkan nel ruolo della Maciara.

Mdmaster 13/02/11 13:50 - 802 commenti

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Solido giallo di Lucio, regia impeccabile, ambientazione affascinante e originale anche oggi, grande soundtrack di Riz. Si va però purtroppo a incartare su cadute di stile clamorose: su tutte la scena finale, una vera doccia fredda di effettacci inutili e trash (urgerebbe quasi un taglio definitivo). Bolkan in gran forma, bravo Milian e conturbante, misteriosa la Bouchet, serviti da una sceneggiatura non impeccabile ma che fa il suo lavoro. Ha tutte le carte in regola per essere un classico in realtà ma, ahimè, manca il bersaglio.
MEMORABILE: Le terribili sevizie sulla maciara e la fuga sulle note della Vanoni; la seduzione del bimbo.

Zadok 22/04/11 15:12 - 12 commenti

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Assolutamente un "must". Regia e recitazione eccellenti, notevole la scena dell'omicidio a catenate, ambientazione suggestiva e trama ben sviluppata e appassionante sino al colpo di scena finale. Oggi per tanti versi sarebbe considerato "politically scorrect", ma il risultato è che la creazione di Fulci è una pietra miliare del giallo. Imperdibile.

Ghirlanda 8/06/11 09:15 - 58 commenti

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Lucio Fulci costruisce un giallo perfetto, nei suoi tempi e nella realizzazione, che getta uno sguardo alla provincia, al profondo sud, con tutte le credenze e ossessioni che agguantano chi è lontano dalla civiltà e dalla cultura. In Non si sevizia un paperino c'è la rappresentazione dell'ignoranza, si vanno a toccare quei tabù (sesso e religione) che si stagliano visivamente contro la tecnologia dell'autostrada che circonda Accendura. La regia curatissima e le ottime interpretazioni fanno di questo film una perla del cinema italiano di genere.

Mark70 28/06/11 18:58 - 118 commenti

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Ottimo thriller: una caccia al serial-killer che segue diverse piste false fino ad un finale a sorpresa (e con il giusto tasso di adrenalina). Regia e sceneggiatura sono ottimi, senza cadute di tensione, l'ottima colonna sonora aggiunge tensione alle scene (il massacro della maciara è da manuale) ed il cast è di altissimo livello (specie le interpreti femminili). Anche le critiche e certa arretratezza culturale è funzionale alla storia e non la appesantisce minimamente. Insomma, un grande film stranamente dimenticato e sottovalutato.

Myvincent 20/10/11 08:28 - 3721 commenti

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Un giallo dalle macabre implicazioni sociologiche, esempio di come si possa far rabbrividire ma anche riflettere. Tutto funziona nel capolavoro diretto magistralmente da Fulci, immerso in una natura meridionale pietrosa, assolata e selvaggiamente intricata. Ma è solo il pretesto per raccontare dei tanti taboo culturali della nostra Italia. Florinda Bolkan e Barbara Bouchet bene addentro ai loro così differenti personaggi.

Buiomega71 8/12/11 01:45 - 2899 commenti

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Ancora prima del Texas hooperiano e della Bassa padana avatiana, mastro Fulci mostrava gli orrori e le pulsioni malsane sotto il sole cocente della Lucania. Non è il suo miglior thriller, c'è poca misericordia verso le piccole vittime, tratteggiate da Fulci come delinquentelli in erba, sporchi e privi di qualsiasi empatia (si comincia mentre vanno a spiare i grandi che vanno con le prostitute). Ci sono pezzi di gran cinema, come la scena della Bolkan sulle note di "Quei giorni insieme a te", ma non coinvolge appieno. Comunque avercene, anche se gli preferisco Sette note in nero.
MEMORABILE: Il cadavere del ragazzino nella fontana; La Bolkan e i pupazzetti voodoo, Il finale sul dirupo; "Quei giorni insieme a te"; I ragazzini in chiesa.

Fauno 4/02/12 12:11 - 2206 commenti

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Non c'è niente da fare... mettiamoci tanti parametri che critica ufficiale o meno abbiano valutato positivamente: se storia e movente non tengono botta per me il film è da cancellare. E questo a maggior ragione per un regista i cui film secondo i miei giudizi hanno 4 pallini e mezzo di media. Vergogna avergli fatto causa per la scena di un esperimento in uno dei suoi capolavori, quando qui l'esecuzione sommaria a catenate ha dato infinitamente più fastidio. Se poi penso ai film ancora oggi murati, quando questo obbrobrio l'han sempre passato uncut...
MEMORABILE: Il discorso del maresciallo quando dice al collega che se stava zitto quella donna non avrebbe fatto quella brutta fine.

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Didda23 13/03/12 22:12 - 2424 commenti

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Fulci dirige con somma maestria un thriller dalle forti tinte sociologiche; in effetti, nonostante qualche riflessione semplicistica, la sceneggiatura non viene schiacciata dall'enorme ambizione del progetto. La commistione fra sacro e profano, tipica di luoghi nei quali la cultura non si era ancora inserita, è l'elemento che conferisce originalità all'opera. Tre elementi tecnici emergono immediatamente: scelta delle location, colonna sonora e la funzionalità del cast. Notevole!

Max renn 23/03/12 16:15 - 80 commenti

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Fulci non è interessato alla lealtà verso le regole di genere, bensì alla ricostruzione di un preciso contesto ove l’orrore è quello dell’ignoranza e della superstizione, le quali impugnano le redini di una realtà agricola in cui sacro e profano si accarezzano pericolosamente. Il regista non guarda in faccia a nessuno: forte delle sue convinzioni, mette allo scoperto l’efferatezza e la meschinità di un mondo gravido di frustrazioni. Le scene più scostanti sono dunque funzionali a quello che considero un Fulci d'annata visivamente inattaccabile.

Gaussiana 24/04/12 16:20 - 121 commenti

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Un bel giallo di Fulci ambientato in un paese dove il pregiudizio, la giustizia sommaria, la ricerca del capro espiatorio, la superstizione complicano la ricerca dell'individuazione dell'assassino di bambini. I personaggi sono ben riusciti e le riprese del paesaggio selvaggio del sud, lontano dall'Italia cittadina, attraversato dall'autostrada trasmettono l'inquietudine di un posto dove ancora è viva una mentalità arcaica, la gente è diffidente verso il nuovo e il diverso, alimentando così primordiali terrori che sfociano in gratuita cattiveria.

Giùan 30/05/12 12:51 - 4528 commenti

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Un lungo incipit di tremebonda ferocia ironica, con una messa in scena della sessualità primitiva (quella infantile come quella d'un mondo contadino che va a grasse battone e di una borghesia capace sol di irretire i pargoli) inusuale, anzi oltraggiosa. Poi si perde un po' tra la riportata antropologia di De Martino e una sorta di strafottente controcanto crudele ai Pane, amore (il maresciallo, il parroco), con un lacunoso sviluppo dei troppi personaggi (i maciari, la Papas). Lucione riuscirà meglio col Paperino di New York, ma questo ha un che d'imperdibile.
MEMORABILE: Barbara Bouchet che "adesca" Michele; La morte a catenate della maciara Bolkan; L'aplomb con baffo di Milian; Il maresciallo grillo parlante D'Alessio.

Corinne 15/07/12 19:57 - 420 commenti

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Giallo strepitoso, uno dei migliori della produzione nostrana anni '70 in generale. Violenza e sesso raramente son stati così funzionali alla storia (tranne la scena conclusiva, gratuita e pure mal realizzata), l'atmosfera e l'ambientazione rurale insolite per il genere risultano azzeccatissime ed oltre al whodunit abbiamo un efficace affresco sociale, tra pregiudizi (i sospettati sono i "diversi", il killer è chi meno te l'aspetti, in teoria) e la giustizia dell'uomo comune.
MEMORABILE: Quasi tutte le scene con la Bolkan; Il finale sullo strapiombo.

Motorship 18/10/12 18:01 - 585 commenti

I gusti di Motorship

Eccellente. Nonostante non ami alla follia Fulci, questo film mi è davvero piaciuto! Una caccia al killer con effetti a sorpresa e tensione altissima, resa ancora più alta da una fotografia da urlo che risalta le scene. Superlativo il finale, notevoli anche le musiche del buon Riz Ortolani, così come sublimi sono il cast e l'ottima caratterizzazione dei personaggi: incisivo Milian, espressiva ed intensa la Bolkan, seducente come non mai e altamente peccaminosa la Bouchet.
MEMORABILE: La Bouchet nuda davanti a un ragazzino: da cardiopalma.

Saintgifts 17/10/12 12:33 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Una buona sceneggiatura e un notevole cast (ben diretto) elevano questo giallo molto al di sopra di prodotti similari della stessa epoca, tanto da farlo resistere anche al passare del tempo. Gli ingredienti (molti) sono ben dosati; la storia delittuosa con essi si intreccia in modo da farne parte, e ne esce un quadro piuttosto preciso (con "indispensabili" esagerazioni filmiche) di una realtà locale in bilico tra modernità e arcaicità tramandata ancora molto radicata. Scene oniriche salvano un finale per "qualcuno" inaccettabile.
MEMORABILE: La bambola senza testa e la testa del paperino; L'ardita architettura dell'autostrada contro le bianche case del paese.

Luchi78 26/11/12 14:30 - 1521 commenti

I gusti di Luchi78

Davvero un bel film, ricco di dettagli e personaggi inquietanti, location suggestive e atmosfere caratteristiche del nostro profondo sud. Come al solito Tomas Milian si dimostra grande interprete e come lui sono all'altezza molti altri del cast (tra cui Florinda Bolkan in un ruolo al limite della follia). Impressionanti alcune sequenze per l'alto contenuto di violenza, meno riuscito qualche effetto speciali che comunque non inficia l'ottimo risultato finale.

Nicola81 15/02/13 11:41 - 2827 commenti

I gusti di Nicola81

Anche se il capolavoro di Fulci per me rimane Sette note in nero, questo thriller è davvero notevole. Tutto funziona: l'ambientazione in un Sud Italia intriso di ignoranza e superstizione, le atmosfere, i personaggi (la Bouchet su tutti) e una sceneggiatura, per la media del genere, molto curata. Fulci stavolta insiste meno sul versante gore, del resto la storia era già abbastanza inquietante di suo. Inquirenti molto presenti sulla scena, anche se il colpevole, ovviamente, non lo scopriranno loro. Il finale poteva essere migliore.
MEMORABILE: La Bouchet nuda davanti al ragazzino; La fine della Bolkan con canzone della Vanoni in sottofondo; I dialoghi tra magistrato e carabinieri.

Il Gobbo 15/07/13 09:05 - 3015 commenti

I gusti di Il Gobbo

Classico fulciano, "il film che Pasolini non è riuscito a fare" come scrive Guido Vitiello. Morboso e pessimista, con esemplare uso dei luoghi, inappuntabile resa dell'atmosfera sudaticcia e malsana, due o tre scene memorabili e - sì - anche qualche smagliatura, su tutte l'orrendo fantoccio finale. Le donne rubano la ribalta, forse il miglior ruolo della Bouchet ("la vera maciara" secondo Fulci), mentre al posto di Milian poteva anche starci Colizzi che lo doppia.

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Zolf 13/08/13 23:54 - 6 commenti

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Thriller di grande effetto che, nonostante sia stato girato oltre 40 anni fa, tiene incollato lo spettatore fino alla fine sottoponendolo a continue sorprese e ribaltamenti. Non ha nulla da invidiare ai più famosi thriller/gialli americani: tutti i personaggi sono validi e azzeccati. Significativa senz'altro la scelta di ambientare la storia in Italia, dove il meridione con le sue superstizioni sopravvive accanto alla modernità che avanza (il viadotto dell'autostrada).

Beffardo57 15/08/13 13:51 - 262 commenti

I gusti di Beffardo57

Inconsueto thriller in cui il gusto matto di Lucio Fulci per le efferatezze sadiche e l'eros perverso si integrano in un'opera di notevole mestiere cinematografico, che mantiene sempre alto l'interesse dello spettatore, deliberatamente inorridito e sconcertato dal regista. Interpreti azzeccati, ambientazione inconsueta e una grande attenzione ai dettagli concorrono a un risultato ragguardevole: un B-movie di alta gamma (ma per favore, non scomodiamo il termine "capolavoro").

Graf 3/09/13 18:52 - 708 commenti

I gusti di Graf

Un thrilling neorealista, antropologico, girato in esterni assolati, pietrosi e afosi, in un'Italia meridionale periferica, arretrata e immobile, con alcuni attori (soprattutto i bambini) non professionisti. Un’esperienza estetica rivoluzionaria mai più ripetuta, favorita dalla Medusa al suo primo film prodotto. Alto magistero narrativo, visivo e tecnico. Purtroppo Fulci filma una visione nichilista e malvagia della società e della natura umana dove a tutti è negata la redenzione dalla colpa. Un limite estremo non accettabile. Meno male che è solo un film.

Furetto60 13/09/13 13:45 - 1192 commenti

I gusti di Furetto60

Una delle migliori prove di Fulci, in grado di offrire un giallo ben architettato e un cast (nel quale si segnalano le prove di Milian, Bouchet e Bolkan) altrettanto ben orchestrato, nell’ambito della piccola provincia italiana dell’entroterra, delineando con semplice efficacia un ambiente chiuso, ostile, morboso e con venature razziste, pronto a sfogare nell’irrazionale caccia alle streghe. Un film che, a dispetto degli anni, non ha perso in efficacia.
MEMORABILE: La scena tragica con la Bolkan è la parte più spaventosa, come può esserlo la follia alla luce del sole.

Samdalmas 26/01/14 17:31 - 302 commenti

I gusti di Samdalmas

Fulci supera il thriller tradizionale dell'epoca e lo immerge sotto il sole e il calore del Sud, in uno sperduto paese chiamato Accendura, una sorta di Twin Peaks meridionale, dove si nasconde il Male in ogni suo angolo. Sceneggiatura, montaggio e cast memorabili, soprattutto la parte femminile (non solo l'inquietante Bolkan e la Bouchet, sempre spettacolare, ma anche Irene Papas). Ancora oggi nel suo genere un'opera magistrale.

Tomastich 18/04/14 10:39 - 1255 commenti

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Se in Una sull'altra Fulci tirava fuori la sua passione per il classico intreccio giallo, in questa bellissima pellicola il maestro mostra al mondo cinematografico il suo anti-borghesismo, la sua pungente critica al sacerdozio, al progresso che costruisce strade ma che uccide delle povere stralunate. Un Fulci più politico che thriller: deve essere chiaro quando ci si mette davanti al paperino. Tomas Milian viene usato sotto i suoi standard ma forse è anche questo il bello. Fulci Neo-realista, Neo-comunista, Neo-horrorista.

Ultimo 21/06/14 14:11 - 1652 commenti

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Ottimo thriller di Fulci. Certo, negli anno '70 spopolano film di questo genere, ma questo rimane uno dei migliori. L'originalità sta proprio nelle location: non si era ancora visto girare un "giallo" così in un paesino sperduto del sud Italia; perfetta la regia, ottima la prova del cast (su tutti uno "sbarbato" Tomas Milian e una brava e bellissima Barbara Bouchet).

Giulio01 23/07/14 14:11 - 5 commenti

I gusti di Giulio01

Credo di aver consumato il dvd a furia di vedere e rivedere questo film, che rappresenta una vera perla nel marasma dei gialli di derivazione argentiana di quel periodo. Ambientando la vicenda in modo originale e vincente nell'atmosfera torrida e solare di un paesino del profondo Sud, Fulci riesce (quasi) sempre a evitare il ricorso agli stereotipi del genere già all'epoca piuttosto inflazionati. Strepitoso il cast, con una Bolkan di espressività straordinaria e la grandissima Irene Papas (un tantino sprecata).
MEMORABILE: La fine della Maciara; I momenti (purtroppo non molti) in cui appare Irene Papas.

Jdelarge 10/10/15 12:10 - 1000 commenti

I gusti di Jdelarge

Giallo fulciano intriso di superstizione e ignoranza da paese, che fanno da sfondo a una vicenda in cui la classica scoperta dell'assassino passa in secondo piano, proprio a favore dell'atmosfera e della volontà di mettere in mostra le realtà obsolete di un piccolo paese del sud Italia. A impressionare è senza dubbio la crudezza a cui Fulci dà vita, che non consiste in scene splatter (quasi assenti qui), ma nella messa in scena di temi scabrosi come a esempio l'estrema sessualità della Bouchet, che sfocia quasi in pedofilia. Ottimo.
MEMORABILE: La maciara nella scena al cimitero sulle note di "Quei giorni insieme a te" di Ornella Vanoni.

Jurgen77 10/11/15 11:32 - 629 commenti

I gusti di Jurgen77

Assoluto capolavoro di Fulci. Superbe le ambientazioni, la tensione che ti tiene incollato sino alla fine, una Bolkan allucinata all'inverosimile e una Bouchet che all'epoca fece scandalo per la sua performance di fronte a un minorenne (che poi si rivelò essere un nano adulto). Tutto è ottimamente sinergico in questa pellicola. Un must assoluto per gli amanti del thriller/giallo italico.
MEMORABILE: Lo strip della Bouchet.

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Daniela 16/01/16 16:30 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

In un piccolo paese del Sud si verificano una serie di delitti apparentemente senza movente, riguardanti bambini del luogo... Innovativo per quanto riguarda l'ambientazione in un mondo ancora rurale dominato dalla superstizione mista al bigottismo, un thriller cupo, ben ritmato anche se non irreprensibile per quanto riguarda sceneggiatura e definizione di certi personaggi come quello di Bouquet. Nel cast affollato da volti noti, emerge nettamente la "magiara" di Florinda Bolkan, al centro della sequenza più impressionante.
MEMORABILE: La maciara al cimitero, accerchiata da un gruppo di compaesani e colpita con catene; In negativo: pessimo l'effetto horror della caduta dalla rupe

Lythops 26/01/16 19:31 - 1019 commenti

I gusti di Lythops

Un giallo piacevolmente fuori dagli schemi, con buone idee e un'ambientazione fino ad allora sconosciuta al nostro cinema di genere, girato al caldo di un anonimo paesino del Sud Italia, arroccato su una collina come tanti. Fulci dirige quella che è giustamente considerata la sua opera fondamentale con mano d'autore - riesce a far recitare anche la Bouchet - e Marc Porel, nella parte di don Alberto, ricorda Aldo Reggiani ne Il gatto a nove code dell'anno prima. Grande Rambaldi negli effetti. Geniale il titolo, anche alla luce del finale.

Alex75 29/01/16 09:32 - 876 commenti

I gusti di Alex75

La critica sociale è l’elemento qualificante di questo thriller in cui nulla è scontato, nello scenario di un profondo Sud in cui la modernità ha portato autostrade, autoradio e televisione, ma non ha spazzato via ignoranza, arcaiche superstizioni e pregiudizi. Fulci dirige con convinzione e gli attori lo assecondano con ottime prove (intense e affascinanti la Bolkan e la Papas, splendida la Bouchet e insolitamente misurato Milian). Alcune cadute di stile non inficiano il risultato complessivo.
MEMORABILE: La Bouchet nuda davanti al ragazzino; Il linciaggio e la fine della maciara con la Vanoni in sottofondo.

Lou 16/03/16 13:07 - 1119 commenti

I gusti di Lou

Apprezzabile la scelta di Fulci di ambientare l’azione in un paese del sud, descritto con realismo e crudezza nei suoi deteriori aspetti di arretratezza culturale. Lo svolgimento del thriller è molto articolato e con una suspance che tiene avvinti fino alla fine. I meccanismi narrativi sono talvolta approssimativi e discontinui e l’eccessiva caratterizzazione dei personaggi, oltre alle scelte splatter, non contribuiscono a elevare il livello. Nel complesso però il film è coraggioso, per i temi trattati e per le scelte espressive operate.
MEMORABILE: La scena della maciara con in sottofondo una canzone melodica della Vanoni.

Rufus68 13/05/16 21:59 - 3818 commenti

I gusti di Rufus68

Uno dei migliori di Fulci; ben diretto e interpretato e ricco di notazioni sociali e storiche che lo rendono assai complesso. La trama gialla è secondaria rispetto all'analisi dello scontro tra una forte ansia di purezza, simboleggiata dalla tradizione profonda e l'incalzare della modernità (Fulci parteggia, forse, per la seconda, ma lo fa con discrezione e intelligenza). La scena capitale, da tale punto di vista, è quella del linciaggio della "strega" accompagnato dalla canzone di Ornella Vanoni. Bravi anche i piccoli attori.

Bullseye2 7/09/16 23:44 - 393 commenti

I gusti di Bullseye2

Estrema provincia italiana, maelstrom d'orrore: ipocrisia, perversione, bigottismo e, come origine di tutti i mali, la crassa stupidità della gente che si manifesta in vari modi: dal cinismo dei giornalisti al pregiudizio degli ignoranti, per arrivare all'arida chiusura della Chiesa. Quello che in piena era Democristiana era un feroce pugno nello stomaco continua a turbare a oltre 40 anni di distanza. Cast impeccabile e sceneggiatura di ferro, Fulci realizza qui il suo capolavoro assoluto.

Ira72 9/09/16 21:12 - 1305 commenti

I gusti di Ira72

Bravo, bravissimo Lucio Fulci che dirige una storia macabra e inquietante ma, ahimé realistica, nel giusto ambiente, giocando con l'ignoranza e le superstizioni tipiche degli ambienti rurali dell'epoca. C'é anche qualcosa di pasoliniano in questo film, dove si respirano tensione e decadenza, grettezza e autenticitá contadina che fanno da cornice a un buon cast e a un film che scorre piacevolmente. Non senza tensioni.

Magi94 18/07/17 19:22 - 942 commenti

I gusti di Magi94

Uno dei più innovativi thriller all'italiana, che riesce a discostarsi dai canoni argentiani e creare una forma di terrore nuova in un'Italia meridionale tra folclore eccessivo e verità. La grande regia di Fulci si sente fin dalle prime scene, con il viadotto che spezza un paesaggio selvaggio e desolato, con i bambini a metà tra innocenza e diavoleria. Eppure anche questo film non convince: la sceneggiatura cade troppo spesso nel grottesco (la Bolkan), la stessa indagine è poca cosa e le motivazioni dei crimini a metà tra fascino morboso e ridicolaggine. Un po' inutile Milian.
MEMORABILE: L'incipit; In negativo, il tremendo e falsissimo effettaccio finale del manichino che cade.

Fedeerra 22/11/17 03:59 - 770 commenti

I gusti di Fedeerra

Un paese dove le prostitute sono donne e non manichini, dove la magia nera fa ancora paura, dove tutti sono innocenti e tutti sono colpevoli. Un paese dove la religione è una schiaviutù, il sesso una condanna, la bellezza una colpa. Un paese dove l'ignoranza è la catena che lega fobie, ossesioni e incubi. Fulci costruisce un thriller meraviglioso, morboso e sacrilego, dove l'assolata vastità dei paesaggi fa da contrasto con la ridotta mentalitá dei suoi abitanti. Bolkan Straordinaria.

Taxius 13/11/17 12:49 - 1656 commenti

I gusti di Taxius

Sicuramente uno dei migliori thriller italiani e tra i migliori lavori del maestro Fulci. Un misterioso assassino di bambini colpisce in un paesino del sud Italia lontano ancora dalla modernità e in cui l'ignoranza e la superstizione regnano sovrane. La scena è tutta girata alla luce del Sole ma non si risparmia in scene forti e violente. Il film gioca molto sui pregiudizi a cui lo stesso spettatore può abboccare. Infine è molto suggestiva la contrapposizione tra il paese rurale e il moderno ponte autostradale.

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Il ferrini 16/11/17 19:29 - 2337 commenti

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Fulci realizza il suo gioiello; in parte grazie a uno script solido, in parte per merito delle retrograde e polverose location in cui ambienta la storia. La provincia bigotta e violenta fa infatti da perfetta cornice per questa storia macabra e sanguinaria, in cui a brillare maggiormente sono le figure femminili della Bolkan e della Bouchet. Un film che si prende i suoi tempi, a volte estremamente dilatati, senza però allentare mai la tensione e non risparmiandoci scene disturbanti (il ragazzino affogato, il pestaggio della maciara). Ottimo.

Arlec 21/02/18 03:05 - 18 commenti

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Più che un thriller è un giallo tinto di rosso: la violenza raccapricciante di Fulci è presente, ma solo in due scene, in cui per giunta non è inflitta dall’assassino (le cui uccisioni non vengono mai mostrate). La trama è solida e ben costruita. I personaggi non sono pochi ma nessuno è di troppo: ognuno di loro ha un ruolo ben definito nell’indagine. I dialoghi non sono banali e la recitazione è di alto livello. Manca forse un po’ di ritmo e di tensione, ma la mano di Fulci non commette errori e alcune scene rimangono impresse nella memoria.

Belfagor 1/03/18 10:30 - 2689 commenti

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Sottovalutato thriller fulciano che dosa magistralmente la violenza (a differenza dei suoi personaggi) per denunciare una morbosità pervasiva e quasi onnipresente: il mondo moderno e urbano è dominato da sensazionalismo e apatia, mentre quello arcaico e contadino è una polveriera celata dall'omertà, con l'infanzia quale vittima finale in entrambi i casi. Forse cade nel melodrammatico in alcuni momenti, ma rimane un film ben recitato e diretto con mano salda. La validità della sua denuncia sociale non è stata purtroppo scalfita dagli anni.
MEMORABILE: Il linciaggio della Maciara accompagnato da un brano della Vanoni; Il contrasto fra l'autostrada e il paesaggio rurale.

Anthonyvm 9/04/18 22:40 - 5612 commenti

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Uno dei migliori film di Fulci e, al di fuori dell'egemonia argentiana, uno dei più belli e coinvolgenti gialli italiani. La ricostruzione precisa e realista della vita quotidiana in un paesino del sud, la scabrosità dei temi e delle immagini mostrate (il bambino davanti alle sfrontate nudità della Bouchet), la crudeltà della giustizia fai-da-te ai danni di un'innocente (scena tanto forte e straziante da poter reggere un film diverso da sola), la musica di Ortolani. Il plot giallo "whodunit" è quasi la parte meno riuscita, pur restando ottimo.
MEMORABILE: Il finale che con la sua ultima inquadratura dà quasi un'ambigua circolarità alla vicenda.

Ronax 1/05/18 01:21 - 1243 commenti

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Giallo assolato ed etnografico, dove il contrasto fra la modernità incarnata dai viadotti e dai piloni delle autostrade e l'arcaico mondo contadino imbevuto di superstizioni secolari fa da sfondo a una serie di feroci uccisioni di ragazzini. Anche se la soluzione può oggi sembrare abbastanza prevedibile (ma non è detto che lo fosse anche ai tempi), il film è sicuramente uno dei migliori di Fulci, che riesce a costruire una tensione in crescendo e che ci regala, con l'impressionante scena del massacro della maciara, una notevole pagina di cinema.
MEMORABILE: La canzone di Ornella Vanoni che esce dalle autoradio durante la fine della Bolkan.

Markus 15/05/18 15:32 - 3680 commenti

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Un triplice infanticidio in un paesello arroccato del Meridione d'Italia dà inizio a tortuose indagini. Straordinario thriller di Fulci annoverabile (insieme a Sette note in nero) tra le sue migliori opere. Lo sviluppo della vicenda si inserisce - portando con sé lo spettatore - nei meandri di un sud ancorato ad arcaici retaggi del passato, che grazie a una regia assai scaltra si uniscono perfettamente alle frivolezze e alle "modernità" degli Anni '70. L'ottimo uso delle location e attori sul pezzo sono un valore aggiunto.

Paulaster 17/05/18 10:07 - 4373 commenti

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Serial killer fa strage di bambini di paese. Senza calcare la mano sulle efferatezze, ci si focalizza sull'ignoranza popolare e la magìa. Più incisivo nei brevi momenti (il ragazzino sott'acqua, le catenate) a reggere una classica trama per scoprire il colpevole. Coraggioso Fulci per il nudo della Bouchet davanti al ragazzino e per lo splatter finale. Grande idea della canzone della Vanoni durante il linciaggio.
MEMORABILE: La Bolkan che stramazza a lato carreggiata; Il volto deturpato del colpevole.

Bubobubo 18/10/18 23:53 - 1847 commenti

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Come giallo non è condotto in maniera impeccabile: a qualche momento particolarmente torbido (l'impossibile Bouchet nuda sul sofà...) se ne alternano diversi altri di sostanziale stasi. Anticlimatica, graficamente e narrativamente, pure la parte conclusiva del finale. Eppure v'è una forza magnetica, malsana, che attira lo spettatore e non lo molla più: merito, forse, delle ambientazioni meridionali, del pervasivo antropologismo, della caustica critica a Chiesa e società dei consumi, della poetica del contrasto. Se ne esce conquistati.
MEMORABILE: Le catene sferzano impietosamente la carne e in sottofondo la Vanoni gorgheggia, raffinata, inarrivabile.

Von Leppe 26/02/20 19:17 - 1255 commenti

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In un vecchio borgo vengono uccisi dei bambini. La scena iniziale fa presagire il peggio: un Sud da luogo comune più adatto per una commedia (spunta persino una coppola); fortunatamente andando avanti questa pellicola si rivela un buon giallo con una bella ambientazione e ottimi attori. Per niente manichei i personaggi, a cominciare da Barbara Bouchet che si diverte nel fare la provocante con i bambini. Il personaggio principale sembrerebbe essere Tomas Milian, ma senza scomodare Eisenstein, nel film non c'è un vero e proprio protagonista.

Keyser3 16/03/20 23:15 - 444 commenti

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Probabilmente il miglior film di Fulci. Il regista percorre la strada del giallo argentiano, ma lo fa con uno stile che garantisce un risultato superiore alla media delle pellicole analoghe che imperversavano in quegli anni. Molto suggestiva e originale l'ambientazione nello sperduto paesino lucano dove dominano superstizione e ignoranza. Con un Milian che si limita al compitino, nei panni del giornalista arrembante, la scena la ruba Barbara Bouchet, mai cosi bella e conturbante.
MEMORABILE: L'entrata in scena della Bouchet.

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Noodles 11/05/20 23:22 - 2196 commenti

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Tra i film migliori del periodo giallo di Lucio Fulci. La vicenda parte un po' confusa, ma quando prende la strada giusta non la lascia più e appassiona lo spettatore, con poco sangue ma tante scene inquietanti, alcune di grande effetto. Un gran bel giallo. Peccato per il movente degli omicidi, francamente debole. Da segnalare un ottimo cast, con la partecipazione della mai troppo osannata Irene Papas. Splendide le location, sia il paese che l'ambiente esterno. Da vedere.

Zampanò 9/06/20 11:19 - 381 commenti

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Nel più vivido Technicolor 70's esplode il Fulci più famoso. Il filtro della pellicola timbra fino al parossismo facce e cattiva coscienza di un paesino lucano (ma i dialoghi sono resi in siciliota), di quelli descritti in "Sud e magia" da De Martino. La regia felicemente invasiva tiene alto il mistero anche su un binario consueto di morti, femme fatale e cronisti ficcanaso. I mostri sono tutti ben torniti (lo scemo, la strega, il pueblo). Magnetiche la Bolkan e Irene Papas, anche se la Bouchet non sfigura affatto. Perla del cinema di genere.
MEMORABILE: Il ragazzino si avvicina alla Bouchet desnuda, allegramente turbato.

Maurizio98 25/06/20 22:14 - 30 commenti

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Gli anni 70 in un thriller di alto livello e con Lucio Fulci nella sua prova registica migliore. La spiegazione matematica del perché registi famosissimi al giorno d'oggi (vedi Tarantino) rimasero incantati dopo la visione dei suoi film. Location suggestiva che diviene incubo, personaggi perfetti (Florinda Bolkan, iconica strega, su tutti), simboli fetish che Argento riprenderà in Profondo rosso. E una nota che non molti sottolineano: i bambini, nel film, sono perfidi e malvagi; anche le vittime, assassinate per una catartica espiazione collettiva.
MEMORABILE: Il nudo, coraggiosamente scandaloso, per le circostanze della narrazione, della splendida Barbara Bouchet. 

Victorvega 27/06/20 19:03 - 501 commenti

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Originale, memorabile: il giallo italiano o argentiano si sposta in territori rurali, nel sud d'Italia, alla luce del giorno, e descrive una vicenda morbosissima. Non sempre la storia appare lineare ma la rappresentazione è molto ben realizzata, con attori che si dimostrano molto validi, in cui manca un vero e proprio protagonista ma tutto scorre, con scene rimaste nella memoria. Al tempo dev'essere stato un film shock, ora lo è necessariamente meno, ma non per questo si può dire invecchiato. Film giustamente cult. Finale con un effetto speciale misero. 
MEMORABILE: La Bouchet nuda di fronte al bambino.

Lupus73 2/07/20 02:06 - 1483 commenti

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Se per Avati si è parlato di horror padano, in questo caso per Fulci possiamo dire horror lucano (e dintorni), tanto è forte e determinante la caratterizzazione dei luoghi e del folclore. Un thriller, se non fosse per alcune scene più cruente e per la stregoneria, presunta ma talmente radicata che la superstizione finisce per prevalere sulla ragione. Milian ancora non sopra le righe ma carismatico, una Bouchet prima maniera (anche per la taglia); sceneggiatura interessante vicina al giallo, diversi colpi di scena, atmosfera pregna di tradizione popolare. Non perfetto ma eccellente.
MEMORABILE: Zio Francesco, una sorta di stregone popolare/oracolo del santo (ricorda in maniera più seria Buzzanca in San Pasquale); la maciara/Bolkan.

Giufox 5/04/21 17:40 - 324 commenti

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Film ben inserito nel suo periodo storico - tra rapimenti, pedofilia e vendette - in un sud (sub)rurale saldamente legato ai suoi retaggi esoterici, nonostante i primi segnali d'urbanizzazione. Spostantdo lo sguardo dall'indagine al suo contesto, Fulci condensa religiosità e giornalismo, esoterismo ed inchiesta, tentando un film di denuncia oltre quello di genere. La diversità degli elementi narrativi è interessante, ma l'analisi risulta approssimativa in vari punti. Un gran classico del padre del gore, che sa dare (Le iene, Memorie di un assassino) e prendere (Clouzot e Visconti).
MEMORABILE: Il dualismo tra i personaggi femminili e il loro rapporto con erotismo e infanzia; Il ritrovamento del cadavere nel bosco; Il linciaggio.

Mesco 25/07/21 16:28 - 8 commenti

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Un ritratto avvincente di un certo tipo di Italia provinciale (potrebbe anche essere un paesino del centro-nord). Modernità/progresso incontrano arretratezza/superstizione. Magnifica la fotografia. Ottima la Bolkan. Perfetto il casting per tutti i ruoli del film. Un film di facce, memorabili, talvolta sudatissime, sembra di percepire l’afa. Film piuttosto coraggioso per l’epoca. Superflua la prolungata e pseudo-splatter caduta dal dirupo (stesso errore in Sette note in nero). Buffa, ma figlia dell’ignoranza di allora in materia, l’allusione al “cold turkey“ da marijuana della Bouchet…
MEMORABILE: Dal punto di vista fotografico la scena del bambino che porta una spremuta d’arancia alla Bouchet.

Nick franc 2/10/21 18:10 - 507 commenti

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Caposaldo assoluto del giallo italiano e della filmografia fulciana, del quale rappresenta lo zenith assoluto. Il regista, rispetto ai canoni del genere, prende una strada del tutto personale già a partire dall'inedita e azzeccata ambientazione rurale arretrata, in cui la superstizione regna sovrana. Incredibile per l'epoca la descrizione del mondo dei bambini e il colpo di scena finale con l'identità del colpevole. Ottime la prova di tutto cast e le musiche di Ortolani con la canzone della Vanoni. Alcune sequenze entrano di diritto nella storia del cinema italiano.
MEMORABILE: La Bouchet nel solarium; L'esecuzione della Bolkan nel cimitero; La visione di Porel.

Wulfgar 16/07/22 21:06 - 47 commenti

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Thriller di culto che ha molti meriti: il primo, l'aver trovato una strada personale rispetto al canovaccio argentiano già abusato all'epoca, puntando su un originale ambientazione lucana e su un clima (e tema) morboso e "blasfemo". Fulci evidenzia qui le sue qualità tecniche ed espressive (memorabile il massacro della Bolkan), oltre a dimostrare di conoscere benissimo i meccanismi della paura e della suspense, non facendo mai calare la tensione. Buona costruzione narrativa, splatter e manichini evidenti in linea con la futura poetica del regista. Nel suo ambito, un vero caposaldo.
MEMORABILE: La scena chiave della maciara commentata da "Quei giorni insieme a te" della Vanoni, con notevole contrasto; Il finale; Il prete.

Metakosmos 29/08/22 23:07 - 300 commenti

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Uno dei migliori gialli italiani in assoluto per una lunga serie di motivi. Non solo è visivamente perfetto, con una fotografia splendida sostenuta da una regia esperta e una sceneggiatura d'effetto, ma riesce anche a calarsi nella crudeltà del periodo (non a caso la storia è liberamente ispirata da un reale caso di cronaca) con una rappresentazione antropologica di un'Italia rurale e superstiziosa che raramente è apparsa così vivida in un giallo. Una caratterizzazione inedita per il genere che si rispecchia anche nel titolo che parodizza il trend animalesco argentiano. Essenziale.
MEMORABILE: L'attacco alla maciara.

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Teddy 24/11/22 19:01 - 808 commenti

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Tra i migliori thriller di Lucio Fulci, tanto esemplificativo quanto mistico, definito da spazi liminali implode in una fruibilità filmica che bene descrive la realtà nella quale i personaggi sono prigionieri, mentre tutto attorno si depositano antichi riti, retrograde superstizioni e feroci istinti. Perfettamente antitetiche Barbara Bouchet e Florinda Bolkan.

Kinodrop 12/03/23 18:15 - 2908 commenti

I gusti di Kinodrop

In un meridione immaginato secondo canoni romanzesco-folcloristici si snoda una vicenda molto confusa (soprattutto nei presupposti tra magia nera ed erotismo un po' triviale) su una serie di omicidi a danno di alcuni bambini di un paesino. La solarità dell'ambientazione frena la cupezza degli eventi, che vengono giustapposti a catena per depistare e impressionare, mentre le indagini nonostante la poco credibile dovizia di forze dell'ordine e la presenza di un giornalista "d'assalto", non concludono un bel nulla. Efficace qualche ripresa se pur non priva di una certa rozzezza. Un cult?
MEMORABILE: Il bambino di fronte alla "Maya" Bouchet; La fine della "maciara"; Giù per il precipizio con effetto trash.

Sonoalcine 7/08/23 12:20 - 184 commenti

I gusti di Sonoalcine

Crudo e spietato viaggio nelle piaghe della pazzia umana; nonostante il peso degli anni e una realizzazione tecnica non sempre adeguata, resta una visione scabrosa, fatta di contrasti stridenti: la purezza dell'infanzia contrapposta al crudele mondo degli adulti, la legge inutile dinanzi alla bieca sete di vendetta della superstizione del volgo. I paesaggi quasi idillici e il sudore delle mura del paesino travolti da violenza e morbosità. Indimenticabile l'interpretazione di Florinda Bolkan nei panni della disturbante Maciara.
MEMORABILE: L'omicidio della Maciara.
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  • Discussione Zender • 17/05/15 08:43
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ma non l'avete già dato Confessione? Non ho ben capito il post. Leggendolo sembra che mercoledì prossimo lo riproiettiate.
    Ultima modifica: 17/05/15 08:57 da Zender
  • Discussione Alex75 • 22/07/16 17:44
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Deepred89 ebbe a dire:
    Aggiungo che non ho mai letto nè Il terrorista dei generi nè il Dizionario di Giusti. Magari lì qualcosa sulla questione Fulci/Il bidone si trova.

    Il "Dizionario", che pure dedica una voce lunga e articolata al film di Fulci, non cita "Il bidone" (che m'è venuta voglia di guardare).
  • Discussione Alex75 • 25/07/16 17:26
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    Io l'ho sempre considerato il miglior film in assoluto del buon Fulci.
    Un thrilling che, meglio di quanto era avvenuto col precedente
    Una lucertola, evita accortamente di accodarsi alla locomotiva argentiana (già di per se carica di vagoni "vampiri"), per assimilare e rielaborare in chiave macabra e superstiziosa sia le atmosfere di quotidianità sospesa del bellissimo
    Il tagliagole (di Claude Chabrol-1970), sia i paesaggi ed i volti disseccati di un successone come Il giorno della civetta (a sua volta fortemente debitore nei confronti dello spaghetti-western leoniano, quest'ultimo a sua volta ancora pesantemente ispirato dai capolavori grotteschi di Germi...un discorso lunghetto però)

    Concordo col Dandi sul fatto che sia il giallo più italiano, aggiungerei anche il più meridionale (non in senso banalmente geografico) e secondo me, assieme a pellicole quali Reazione a catena,
    Anima persa e La casa dalle finestre che ridono, costituì nei '70 una buona alternativa "dinamica", in un panorama thriller impaludato nei topoi argentiani imperanti.
    E' un film al quale mi sento molto legato, soprattutto perchè ispirato ad un tragico fatto realmente accaduto a Bitonto, paese in cui sono nato, cresciuto e tuttora residente (come ebbi modo di spiegare abbondantemente nel settore CURIOSITA' del film).



    Nella filmografia fulciana (ma anche nel panorama del thriller italiano degli anni '70), "Non si sevizia un paperino" spicca secondo me anche per gli elementi di analisi sociale non superficiali, nella descrizione di un contesto provinciale toccato solo in parte da una modernizzazione che non ha inciso sulla mentalità (e in questo il trattamento riservato alla "Maciara" è emblematico, anche per gli elementi di contorno-contrasto: le "Fiat 500", la radio, l'autostrada); non è un caso che i sospettati, prima della rivelazione finale, siano tutti, a modo loro, dei "diversi".
  • Homevideo Zender • 5/10/17 14:22
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Preso il bluray della Arrow del film, con traccia italiana e sottotitoli removibili (anche se è operazione da fare stranamente in partenza, perché durante la visione non si riesce). La qualità del video è notevole, pur se molto contrastata, con colori molto vivi e una leggera nebbiolina che ormai pare non si possa eliminare in nessun modo. Definizione eccellente, titoli di testa in italiano! Cover doubleface che ho subito rivoltato, come si vede qui sotto. Quella qui sotto è quella italiana. Tra gli extra:
    Audio commentary di Troy Howarth
    Giallo a la campagna, una videodiscussione con Mikel J. Koven
    Hell is already in Us, un video essay del critico Kat Elinger
    Lucio Fulci remembers, un'intervista a Fulci del 1988
    Interviste con Florinda Bolkan, Sergio D'Offizi, Bruno Micheli e Maurizio Trani (solo sul bluray, visto che il film c'è anche in dvd).

    Ultima modifica: 5/10/17 14:29 da Zender
  • Musiche Lucius • 16/10/17 00:10
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:

    Ultima modifica: 16/10/17 07:25 da Zender
  • Musiche Zender • 15/02/18 18:09
    Capo scrivano - 47698 interventi
    La colonna sonora del film di Riz Ortolani è uscita nello stesso doppio cd con Una sull'altra, per la Beat records:

    http://www.beatrecords.it/shop.asp?lingua=i&idprodotto=CDCR134
    Ultima modifica: 15/02/18 18:12 da Zender
  • Curiosità Fauno • 7/01/19 00:40
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un altro flano del film:

  • Discussione Gestarsh99 • 4/04/19 20:59
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Alex75 ebbe a dire:

    Nella filmografia fulciana (ma anche nel panorama del thriller italiano degli anni '70), "Non si sevizia un paperino" spicca secondo me anche per gli elementi di analisi sociale non superficiali, nella descrizione di un contesto provinciale toccato solo in parte da una modernizzazione che non ha inciso sulla mentalità (e in questo il trattamento riservato alla "Maciara" è emblematico, anche per gli elementi di contorno-contrasto: le "Fiat 500", la radio, l'autostrada); non è un caso che i sospettati, prima della rivelazione finale, siano tutti, a modo loro, dei "diversi".


    Quoto in toto.

    SPOILER SPOILER SPOILER

    E aggiungiamoci pure che il colpevole alla fine risulta essere proprio il personaggio più tradizionalmente intoccabile e moralmente insospettabile di tutto quel contesto retrivo e arroccato alle superstizioni.
    A testimonianza di un Fulci coraggiosissimo nel prender di petto senza censure anche le istituzioni più inveterate e potenti (almeno nel nostro Paese).

    SPOILER SPOILER SPOILER
  • Discussione B. Legnani • 4/04/19 21:26
    Pianificazione e progetti - 14939 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    Alex75 ebbe a dire:

    Nella filmografia fulciana (ma anche nel panorama del thriller italiano degli anni '70), "Non si sevizia un paperino" spicca secondo me anche per gli elementi di analisi sociale non superficiali, nella descrizione di un contesto provinciale toccato solo in parte da una modernizzazione che non ha inciso sulla mentalità (e in questo il trattamento riservato alla "Maciara" è emblematico, anche per gli elementi di contorno-contrasto: le "Fiat 500", la radio, l'autostrada); non è un caso che i sospettati, prima della rivelazione finale, siano tutti, a modo loro, dei "diversi".


    Quoto in toto.

    SPOILER SPOILER SPOILER

    E aggiungiamoci pure che il colpevole alla fine risulta essere proprio il personaggio più tradizionalmente intoccabile e moralmente insospettabile di tutto quel contesto retrivo e arroccato alle superstizioni.
    A testimonianza di un Fulci coraggiosissimo nel prender di petto senza censure anche le istituzioni più inveterate e potenti (almeno nel nostro Paese).

    SPOILER SPOILER SPOILER


    segue SPOILER
    Gest, francamente non credo che il motivo sia questo. Si tratta più banalmente - a mio parere - del personaggio meno sospettabile, in pieno tòpos.
  • Homevideo Gestarsh99 • 28/04/19 12:14
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Dalla collezione personale di Gestarsh99,
    la vhs Lamberto Forni Film (L.F.Film):

    Ultima modifica: 28/04/19 12:28 da Zender