Non aprite quella porta: l'inizio - Film (2006)

Non aprite quella porta: l'inizio
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Texas Chainsaw Massacre: The Beginning
Anno: 2006
Genere: horror (colore)
Note: prequel di "Non aprite quella porta" (il remake)

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PAPIRO DAVINOTTICO INSERITO IL GIORNO 18/12/06
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Zender 18/12/06 23:19 - 315 commenti

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Che tonfo fragoroso, rispetto al bel remake di Marcus Nispel: nonostante una confezione dignitosa e buone dosi di sangue e violenze varie, il film è scritto e diretto senza nerbo. E per farci capire che siamo nel 1969 cosa si fa? Si fanno dire ai due ragazzetti protagonisti quattro scemenze sul Vietnam che da sole proprio non bastano (nonostante la fotografia old fashion) a ricreare il clima.

G.Godardi 6/03/07 17:22 - 950 commenti

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Un prequel non lo si nega a nessuno, tantomeno al buon vecchio Faccia di Cuoio. Qui apprendiamo come nacque e come acquisì la sega elettrica, come lo Sceriffo divenno uno sceriffo e come il moncherino perse le gambe. Divertente accostare la guerra del Vietnam col sergente di Full Metal Jacket interpretato dal villain Ermey qui presente nel ruolo dello sceriffo. Ma le chicche cinefile si fermano qui. Comunque come horror funziona: inutile ma buon intrattenimento. Buona anche la caratterizzazione del 1969.

Fabbiu 19/03/07 01:07 - 2144 commenti

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La mia impressione è che l'idea delle origini sia stata un pretesto per girare un horror usando personaggi già pronti. Hanno allacciato un po' di cose qua e là per dare un minimo di senso alla storia e poi hanno fatto il resto seguendo i classici canoni dell'horror-thriller moderno per niente originale e al limite del ripetitivo: la ragazza bella che piange, l'insano di mente armato etc etc. La faccia tagliata e usata come maschera, poi, ricorda troppo Lecter. Per fortuna, almeno, è un buon splatter.

Keoma 20/03/07 18:13 - 34 commenti

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Questo nuovo seguito della saga della motosega è una cocente delusione. Più sporco, più cattivo del capitolo precedente vorrebbe riportare allo status aureo del periodo Hooper Non aprite quella porta. Ma fallisce dietro una cretineria sopra il livello di guardia e una violenza inutile, insistita e fatidiosa. Il passato di faccia di cuoio poi è pura fuffa per gonzi. Disonesto.

Undying 2/07/07 21:05 - 3807 commenti

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Michael Bay è a capo della Platinum Dunes, casa di produzione che si sta specializzando in prodotti di elevata qualità, inizialmente remake (Amytiville Horror e Non Aprite quella Porta) poi rielaborazioni originali (come in questo caso) di soggetti storici per il genere. Avvalendosi dello staff che già aveva realizzato il buon film di Nispel, questa volta impone alla regia Liebesman (Al Calar delle Tenebre). Se il mattatore dell'intera operazione rimane R. Lee Ermey (negli sporchi panni dello sceriffo Hoyt) la storia punta tutta sul (buon)gore.
MEMORABILE: L'amputazione (per "bilanciamento") delle gambe allo zio Monty...

Lele Emo 24/07/07 12:24 - 184 commenti

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Prequel di scarso valore che, tranne per l'interessante approcio alla scoperta delle origini di Tommy Hewitt, per il resto è abbastanza scarso, prevedibile e un tantino noioso. La storia dopo il preambolo originale è una pizza scongelata, un clichè pronto da classico horror (anche se per la verità la storia non si presta moltissimo a divagazioni di sorta). Certo, trattandosi di un prequel, la sceneggiatura doveva essere maggiormente esplicativa su questioni liquidate in cinque minuti scarsi. Tranne per i primi venti minuti, sa troppo di"già visto"

Puppigallo 16/01/08 09:52 - 5273 commenti

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Prequel piuttosto inutile, che comincia già a non convincere poco dopo l’inizio. Dà più l’idea di un’operazione commerciale dove risfilano i personaggi del fortunato remake (a parte le nuove vittime, all’inizio pietose e poi, via via più sopportabili, specialmente quando crepano). Piuttosto forzato, si avvale però di una certa crudezza, che sfocia anche in efferatezza. Ma questo non basta a dare un’anima alla pellicola. Sembra tutto già visto (essendo un prequel, è piuttosto grave). Mediocre.
MEMORABILE: A tavola con i sadici pazzi.

Hackett 19/04/08 13:15 - 1867 commenti

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Nella dilagante era dei prequel non poteva mancare anche quello dedicato al capolavoro di Tobe Hooper (unico della saga a potersi definire tale). The beginning non offre molto in più di quanto già si sapesse, fatta eccezione di come è nata l'idea di Latherface (particolare comunque un po' forzato). I componenti della famiglia degenere non sono tutti, c'è lo sceriffo ma manca il giovane demente che nel film di Hooper fa da esca per i malcapitati. A parte le incongruenze la storia è sempre la stessa: scene buie, urla e motosega.

Herrkinski 17/05/08 12:06 - 8109 commenti

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Assolutamente non indispensabile, tirato via che di più non si può, ma comunque piacevole per gli amanti della bassa macelleria. L'atmosfera è marcia e ineluttabile e il film trasuda sporcizia e sadismo da ogni sequenza. Non ci troviamo di fronte a un grande film, anzi forse era anche meglio il già traballante remake di Nispel, tuttavia questo prequel, pur dotato di una sceneggiatura che non mantiene le aspettative, possiede una violenza visiva notevole. In definitiva, per certi versi io lo preferisco al remake.
MEMORABILE: L'inizio nella macelleria è eccezionale.

Schramm 9/06/08 01:04 - 3495 commenti

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Partire prevenutissimi è sempre un po' rinascere davanti a piacevoli e inattese sorprese. Lasciando tutto il purismo del caso nel cassetto, la risultante è un horror senza grossissime pretese e col deja-vu annidato tra un fotogramma e l'altro, ma tutt'altro che parco di cattiveria, che funziona dove come e quando deve. Ok, il prequel è giusto!

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Supercruel 20/01/09 01:06 - 498 commenti

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Tra tutte le operazioni possibili immaginabili per sfruttare questo franchise, mancava giusto il prequel. Le aspettative erano bassissime, ma alla fine qualcosina di buono c'è. Il plot è una robetta piccola piccola, ma la violenza e i colpi bassi fanno aumentare il gradimento. Apprezzabile - inoltre - la rilettura coi mezzi moderni del senso di "marciume" che trasudava la pellicola degli anni Settanta di Hooper. Insomma, via la patina del film di Nispel e giù di gore. Bellino.

Patrick78 21/01/09 14:36 - 357 commenti

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Decisamente meglio di ciò che fece quello pseudo regista di Nispel, ci troviamo di fronte ad un fim che di certo non è un capolavoro ma che può essere definito un sufficiente intrattenimento splatter/gore con però inevitabilmente qualche situazione un po'troppo ripetitiva. La lezione anni 70 di Rob Zombie sembra aver fatto scuola nella nuova generazione di filmakers che incattiviscono le loro pellicole fino a renderle quasi insopportabili per un non iniziato al genere, però non tutti sono Zombie ed il risultato non sempre è di qualità eccelsa.

Trivex 1/08/09 13:54 - 1744 commenti

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La pratica di creare prequel è comprensibile: rischi minori di fare flop (il plot è collaudato e/o il pubblico del film di base è curioso di accedere alle origini), minore energia creativa alla ricerca del nuovo (visto che ormai è tutto già visto). Comunque il prodotto mi è parso piuttosto indipendente dal capolavoro del 74, un film suscettibile di avere esso stesso un prequel (l'infanzia del mostro con la maschera, per dire). Non si elabora molto il passato ma si passa subito alla nuova storia, banalotta ma cruenta e pervasa da una cattiva atmosfera.

Siregon 26/02/10 21:33 - 352 commenti

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Migliore del remake del 2003. Gli attori sono ottimi, si sopporta un po' meno la gigioneria di Lee Ermey ma le atmosfere riportano all'originale, anche se la confezione è di altissimo livello grazie ad un budget ben diverso da quello che ebbe a disposizione di Hooper. Cruento, senza via di scampo, fa respirare allo spettatore le torride atmosfere texane fatte di strade desolate e campi sterminati portandolo in un contesto familiare dove l'irrazionalità scaturisce sempre in violenza. Uno dei migliori horror recenti.

Rebis 2/05/10 18:46 - 2337 commenti

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La pretestuosità dell'operazione (la genesi è risolta in un pugno di sequenze in apertura) trova una perversa rivalsa nella rappresentazione della violenza che qui si fa ineludibile, esiziale: se nel primo capitolo la sopravvivenza era un orizzonte possibile, alle origini non c'è alcuna speranza, perché tutto legittima l'abnorme che verrà. Il macello dei corpi è insostenibile: l'innesto torture-porne, trovando un contesto nelle allusioni sociopolitiche alla guerra vietnamita - il vero orrore non è al fronte, ma a casa... - convince. Nel ciclo, il capitolo più prossimo allo spirito hooperiano.

Magnetti 7/10/10 17:13 - 1103 commenti

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A parte l'inizio che dà un senso alla parola "inizio" del titolo, il resto sembra quasi remake del remake... Insomma la trama è sempre quella e ci si annoia ben presto. Le idee latitano: in aiuto arrivano le scene di scannamento, ben fatte. La famiglia di macellai, nonostante questa poco riuscita parentesi, riesce comunque ad essere agghiacciante e a regalarci puri distillati di follia e degenerazione come la accettata curativa alle gambe del vecchio da parte dello "sceriffo".
MEMORABILE: La sala operatoria/scannatoria di leather face.

Nando 11/12/10 17:02 - 3814 commenti

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Un prequel di un remake è quantomeno singolare, tuttavia la parte iniziale è godibile perché ci narra la genesi di "Faccia di pelle" e le angherie iniziali da lui subite; poi, purtroppo, la pellicola prende l'andazzo solito con le inequivocabili scene efferate e splatter che lo fan sembrare un remake del remake.

Buiomega71 30/04/11 16:40 - 2910 commenti

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Il sudafricano Johnatan Liebesman ci dà giù dove il tedesco Nispel si fermava, cioé nello splatter e nel delirio piu assoluto. Dopo il prologo che ci mostra l'infanzia di Latherface (dove sua madre lo dà alla luce in un mattatoio, con perdite di acque e parto stile Alien), si dà il via a una mattanza che non ha rivali: teste sfondate a martellate, torture, scorticazioni, amputazioni... Le battute finali si avvicinano di molto all'originale, con una cupezza senza speranza alcuna. Un prequel viscerale, che arriva direttamente dall'inferno.
MEMORABILE: Il taglio delle gambe, con la motosega, da parte dello sceriffo Hewitt allo zio: davvero insostenibile per delirio e ferocia.

Tyus23 1/09/11 14:07 - 220 commenti

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L'idea di un prequel sull'allegra famigliola di Leatherface poteva anche rivelarsi una scelta vincente; il problema è che le idee evidentemente latitavano e le scene che effettivamente spiegano qualcosa sulle origini di Faccia di Pelle & co. si riducono ai primi venti minuti (che comprendono anche i titoli di testa). Per il resto il film si riduce ad un inutile remake di un remake (!) con qualche colpo riuscito, soprattutto grazie a R. Lee Ermey, ma che scivola spesso nel già visto e nella noia.

Gestarsh99 23/08/11 12:11 - 1395 commenti

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Prequel nato con l'intento di snocciolare la genesi e le motivazioni del famigerato episodio principale, dalla tradizione cannibalica intrafamiliare alla deformità di Leatherface sino alla sua passione per macellazioni e tassidermia. Rispetto alla figuraccia da pupazzone Michelin offerta nell'ottuso remake nispeliano, Faccia di cuoio riacquista un peso orrorifico minimo, mentre Lee Ermey spreme all'eccesso il fanatismo prevaricatore del suo storico sergente di ferro kubrickiano. La brusca e deludente accelerazione finale getta però in caciara tutte le onorevoli premure iniziali.

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Belfagor 2/11/11 19:11 - 2690 commenti

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Dopo il remake, il prequel del remake. Si indagano le origini di Leatherface, esplorando la sua orripilante infanzia e il suo lavoro al mattatoio per sviscerare (in tutti i sensi) il suo amore per la macellazione. Il film vuole essere sporco e cattivo a tutti i costi, ma dopo poco si rivela essere una mera operazione studiata a tavolino per cavalcare il successo della saga. L'unico degno di nota è, ancora una volta, lo sceriffo di Ermey.

Mdmaster 3/11/11 09:19 - 802 commenti

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Occasione sprecata di dare un "nuovo" inizio alla famiglia più depravata del Texas. Liebesman, purtroppo, si limita a riproporre la stiracchiata formula dei poveri ragazzi catturati e torturati, con meno spinta e convinzione perfino del remake, lasciando il solo Lee Ermey a salvare tutto dal già visto. Perfino la scena della cena viene riproposta in maniera identica. Non ha niente di particolarmente malvagio in sè, ma è un completo spreco di tempo per chi ha già visto l'originale o uno degli sciapi seguiti. Decisamente evitabile.
MEMORABILE: La punizione del povero Zio Monty.

Pol 24/01/12 12:37 - 589 commenti

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Titolo truffaldino per quello che, in fin dei conti, è una sorta di remake del precedente. L'origine di Leatherface viene sbrigata in 5 minuti, dopodichè sotto con la mattanza. A dispetto di Nispel, che ha lesinato sullo splatter forse in omaggio all'originale, Liebesman calca la mano sulla violenza nonostante sia l'atmosfera marcia più che gli effetti in se a colpire. Perfettamente inutile come prequel ma preso a se stante un buon film grazie anche ad un monumentale Lee Ermey, vero protagonista della vicenda.

Mickes2 15/08/12 17:55 - 1670 commenti

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Tralasciando le solite trascurabili ingenuità, l’origine dell’orrore texano batte tout-court l’appena sufficiente remake di Nispel. Liebesman smorza lo spettro e la patina da teen-horror schiacciando l’acceleratore sul nichilismo di fondo – fisico e psicologico – sul gore e sul tratteggio macabro e deviato della famiglia Hewitt. Non pago, tra dosi di cattiveria mai doma, si annidano le motivazioni, seppur blande, di una genesi incontrollabile. Il Vietnam è ancora lontano, ma l’inferno è a poche miglia di distanza. Il tutto girato con perizia.

Zuni 29/10/12 02:15 - 68 commenti

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Nasce sotto il segno dell'inutilità più assoluta (il prequel del remake?) e invece si rivela un horror tostissimo, senza dubbio il migliore dei sequel del capolavoro di Hooper. Si racconta la genesi della famiglia cannibale e pur seguendo schemi ormai più che rodati c'è una capacità notevole di creare per l'intero film un'atmosfera malsana e cupissima. Non c'è speranza per nessuno e il male genera solo male. Privo delle facilonerie del remake di Nispel e con il più terrificante Leatherface della serie. Un horror notevole, purtroppo sottovalutato.
MEMORABILE: La nascita di Leatherface; Il suo licenziamento; Il discorso di Ermey alla famiglia; Il pacifista umiliato e torturato; L'operazione alle gambe.

Redeyes 13/11/14 07:27 - 2449 commenti

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Il piccolo non dal pesce come Grenouille risorge, ma da bovine interiora, deforme, poi, assume sembianze da wrestler e cervello vagamente turbato, acquistando anche una famiglia sui generis. Questo prequel non aggiunge niente né al remake né al capolavoro, ma rispetto alle costole dello stesso, ha un peso specifico maggiore. I giovincelli mattati tendono alla generazione Mtv, per quanto dovremmo esser nel 1969, ma il Vietnam sembra giusto rammentato, più per omaggio a Ermey, che per una scelta d'intreccio. Buon gore dalle tinte fosche e nulla più!

Ale nkf 19/08/15 01:52 - 802 commenti

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Imbarazzante prequel che di buono ha solo l'interpretazione di Ermey (oltre all'espressività e alla caratterizzazione, il "bilanciamento" è fenomenale). Tutto il resto è robaccia: dai quattro ragazzi che sembra vogliano morire a tutti i costi al mostro Tommy, sempre pronto a colpirti alle spalle e più indistruttibile di Jason Voorhees. Il vero prequel riguarda i primi minuti della pellicola, ma subito dopo tutto sa di già visto.

Simdek 13/01/16 17:57 - 122 commenti

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Più che paragonare questo film agli altri remake è più corretto, secondo me, guardare e poi giudicare con obiettività. Il risultato che viene fuori è una dilettantesca apologia della motosega (!) con sangue a fiumi e torture a iosa. L'horror può essere anche gratuitamente truculento ma deve anche vivere e sguazzare nei sonori, nelle attese, nella suspense che fa saltare dalla sedia e non solo farti voltare la testa di lato per il disgusto. Qui, invece, pochissimi salti e tanto torcicollo. Bravo lo "sceriffo".
MEMORABILE: La cena dei sadici; La cicciona che parla di cioccolato mentre la bionda è sotto il tavolo...

Zio bacco 15/01/16 00:12 - 240 commenti

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Difficile da decifrare, non è che un prequel del remake del 2003. I primi minuti sono godibili, perché approfondiscono la genesi del male con tanto di analisi dell'infanzia di Leatherface. Da lì in poi il treno torna su binari già visti, con scene di violenza efferate e ben curate. Rispetto al film di Nispel questo risulta più splatter, ma non propone personaggi abbastanza credibili per gli anni in cui è ambientato. Lee Ermey non sfigura, anche se la sensazione del déja vu è palese, oltre al fatto che il finale è già scritto. Non memorabile.

Minitina80 23/04/17 20:53 - 2984 commenti

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Era prevedibile quanto inutile che prima o poi venisse fuori un prequel che ci spiegasse l’origine della famiglia. L’essenza dell’operazione si dissolve dopo pochi minuti quando, finito di spiegare la nascita di Leatherface, inizia il massacro, senza particolari intrecci di trame e soltanto con violenza insistita e fiumi di sangue a rubare la scena. Si poteva osare qualcosa inserendo qualche novità o personaggio che stemperasse la monotonia della carneficina, ma forse non era necessario. Ermey calza nella parte alla perfezione!

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Rambo90 16/10/17 01:48 - 7697 commenti

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Più che un prequel quasi una replica del film di Nispel: stile e atmosfere sono infatti pesantemente trapiantate dal remake del 2003; peccato che la sceneggiatura non sia altrettanto interessante, ma anzi fallisca nel tratteggiare i personaggi riducendoli a vittime che cercano puntualmente (e miseramente) di scappare. Comunque messa in scena e regia reggono, con vertici gore forse mai toccati dalla saga e un pizzico di sadismo in più. La Brewster se la cava benino, i suoi amici proprio no, Ermey fa il solito show.

Taxius 6/03/19 17:04 - 1656 commenti

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Il prequel del remake di Non aprite quella porta non è affatto male come film e questo grazie a una buona regia e una bella fotografia. Non delude nemmeno il lato splatter, con il nostro amato Leatherface che ne combina di tutti i colori. Delude un po' la trama, ma del resto cosa si può pretendere da un film che è un prequel del remake? Sicuramente non tra i migliori della saga ma, se non si hanno grandi aspettative, non delude.

Caveman 12/12/18 19:29 - 523 commenti

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Ideale secondo tempo del remake di Nispel, che da una parte ci racconta qualcosa di nuovo (e lo fa pure bene) ma dall'altra non può uscire troppo dai binari, data la natura di sequel. Ottima la scelta di riproporre alcuni personaggi visti in precedenza, come lo sceriffo (R. Lee Ermey il migliore del lotto) e lo zio. Chi non funziona sono i giovanotti e l’ambientazione, dato che si fatica a capire il periodo in cui il film vorrebbe collocarsi (il 1969, per l’esattezza). Buono lo splatter.

Anthonyvm 12/07/19 17:18 - 5686 commenti

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Buonissimo prequel di un altrettanto riuscito remake. La sozzura e l'angoscia di quest'ultimo vengono in gran parte rimpiazzate da un gusto dell'orrido spesso fine a se stesso, fra fiumi di sangue e dettagli gore. Il che non dispiace affatto, anche perché i trucchi sono ben realizzati e quando si spinge sul pedale del grottesco il ribrezzo si soffoca nelle risate. Leatherface non perde la dignità acquisita nel film precedente ed è divertente seguirne la genesi e la maturazione (dalla motosega alla maschera). Grande ritorno di R. Lee Ermey.
MEMORABILE: Il parto fatale; L'incidente con la vacca; Il motociclista tagliato in due; La delirante chirurgia con la motosega; La "deflorazione" finale.

Piero68 8/08/19 12:03 - 2957 commenti

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Paradossalmente quello che manca a questa pellicola, oltre all'originalità, è un buon ritmo che riesca a tenere alta la tensione nello spettatore. Perché, nonostante tutti gli ammazzamenti e gli squartamenti, il film sembra subire delle pause inutili che in alcuni frangenti fanno scemare completamente l'attenzione. Arrivati all'ennesimo film su Leatherface era lecito aspettarsi di più. Invece dopo i primissimi minuti (che sono il vero prequel) si sfocia in un'orgia di già visto e digerito. Cast anonimo. da salvare solo "il sergente" Ermey.
MEMORABILE: In negativo: il finale. In positivo:......

Fedeerra 30/04/20 02:25 - 770 commenti

I gusti di Fedeerra

All’inizio non vediamo quasi l'ora di ammirare i quattro bellocci di turno appesi come carne da macello di fronte a faccia di cuoio. Poi però il film di Liebesman fa una brusca virata, il sogno americano si frantuma, gli orrori della guerra si mescolano con quelli perpetrati dalla famiglia di cannibali e la speranza di una possibile via di fuga (anche morale) viene letteralmente frantumata. Ottimo prequel che non aggiunge nulla al gioiello di Nispel, ma che non mette le mani davanti agli occhi di fronte alla violenza. Oscuro e suggestivo.

Lupus73 30/01/21 12:34 - 1494 commenti

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Prequel del remake/reboot di NIspel. Si parte con la nascita di Faccia di cuoio e una spolverata sull'infanzia nei titoli di testa, decisamente diversa dalla versione dell'altro prequel/spin-off Leatherface, in cui il personaggio non è deforme di nascita. Anni '70 (OST, bikers, discorsi su Vietnam e hippies); un'oretta in diurna mette bene a nudo la crudezza e l'aridità di questa zona del Texas. Recuperata la nuova versione della famigliola con Ermey, e rievocata la cenetta con la ragazza legata che Nispel omise, la regia riesce a mettere a fuoco momenti più inquietanti e gore.
MEMORABILE: Ermey che ha reminiscenze del suo passato da marine (chiaro beffardo riferimento al suo celeberrimo ruolo nel film di Kubrick).

Teddy 19/01/23 06:19 - 825 commenti

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Prequel anomalo, perché la descrizione sulla genesi di Leatherface viene fin da subito messa da parte a favore di una costruzione estetica - e storica - che poggia sull’identificabilità dei luoghi e sull’allestimento della violenza. Le basi sono quelle ereditate dal riuscitissimo remake di Nispel, ma l’andirivieni dentro l’afoso proscenio della follia messo in atto da Liebesman è comunque di notevole fattura. Crudele.

Pinhead80 30/10/23 18:47 - 4758 commenti

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Il prequel del remake di Non aprite quella porta è un film robusto ben diretto da Liebesman. Si parte subito forte con il parto di Leatherface in uno dei mattatoi più squallidi che si siano mai visti sul grande schermo. Non c'è nessuna speranza per il gruppo di giovinastri che finisce nelle grinfie della famiglia Hewitt. La macelleria non si fa attendere e i corpi vengono massacrati e scuoiati in un delirio omicida senza precedenti. È pur vero che il soggetto si presta bene, ma sonoinnegabili la forza di questo film e la violenza che sprigiona senza soluzione di continuità.
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