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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Caotico thriller di quelli in cui regista e montatore pare si accordino per rendere meno chiaro possibile il procedere dell'azione, già penalizzati dall'implausibilità delle situazioni e la debolezza dell'intreccio, che in più di un'occasione lascia interdetti per la sfacciataggine con cui propone svolte improbabili e personaggi al limite del ridicolo. Che dire ad esempio della coppia composta da padre (Kingsley) e figlia con lui, giudice in pensione, che gira la città utilizzando la ragazzina per adescare maniaci sessuali? Lei di norma porta il predatore in una camera e lo fa spogliare fino all'arrivo improvviso di papà, che lega al letto la vittima,...Leggi tutto la addormenta e la castra! La polizia, pur al corrente dell'insolita attività del pensionato, lo lascia agire come si stesse dedicando a un innocuo passatempo e, quando la figlia finisce nelle grinfie di un killer particolarmente ricercato, l'agente Superman (nel senso che è proprio Henry Cavill, l'attuale corpulento Clark Kent della saga DC) entra nella casa in cui il maniaco la tiene segregata assieme ad altre poverette e la libera. La polizia si trova così per le mani uno psicopatico in piena regola (Fletcher), di quelli altamente schizzati che perlopiù tacciono con gli occhi fuori dalla testa, bisbigliano e s'impauriscono; tocca alla psicologa Rachel (Daddario) cominciare a familiarizzare con lui nel tentativo di cavarci qualcosa. Storie che s'incrociano, personaggi di consistenza cartavelinica cui gli attori non sempre rendono un buon servizio: Cahill ad esempio risulta qui anonimo e scialbo, Stanley Tucci commissario completamente sprecato in un ruolo marginale buono per una sfuriata e poco più, la Daddario costantemente alle prese col suo pazzerello che pare uccidere a distanza, visto che i poliziotti muoiono a grappoli, dopo il suo arresto; Kingsley infine coltiva con la figlia il rapporto più raffazzonato che si possa immaginare (lei oltretutto è sboccata, ribelle, insofferente e nemmeno si capisce perché). Buchi a ripetizione in sceneggiatura, ellissi che tocca impegnarsi a ricostruire per seguire una storia il cui interesse si rivela basso fino alla conclusione sul lago ghiacciato, testimonianza almeno di una certa ricerca stilistica supportata da un'ottima fotografia. I mezzi infatti c'erano, un cast di peso anche, ma la regia di David Raymond - che il film se l'è scritto da sé esentando altri da ogni colpa - proprio non funziona, persa nel disperato tentativo di agganciarsi al treno dei thriller da blockbuster all'americana cui si accoda formalmente senza tuttavia saperne cogliere lo spirito. Lo si capisce fin dall'inizio che qualcosa non quadra e la stessa sensazione prosegue fino ai titoli di coda, con picchi insopportabili durante gli insulsi dialoghi tra il protagonista e sua figlia, adolescente da questi cresciuta con dotti insegnamenti del tipo "Uomini uguale maiali".



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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/10/20 DAL DAVINOTTI
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Rambo90 24/11/20 16:16 - 7660 commenti

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Un thriller in cui le singole parti sono più interessanti di come sono state messe insieme. C'è una buona fotografia (soprattutto le scene notturne sul ghiaccio sono molto suggestive), un cast di livello, un inizio anche intrigante. Peccato che la sceneggiatura peschi a piene mani da altri film di genere e non riesca in fin dei conti ad appassionare quanto dovrebbe. Così come la regia risulta a volte troppo statica. Kingsley e Cavill si impegnano abbastanza, molto meno la Daddario e un Tucci sprecato.

Daniela 15/02/22 02:30 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

Un maniaco sessuale grullo in grado di ammazzare anche dopo il suo arresto, una psicologa gnocca, un poliziotto bonazzo, un giudice pensionato che si serve di una ragazzina per incastrare pedofili a scopo castratorio: sono i principali personaggi di questo scombinato thriller modailo da cui sceneggiatura, scritta dello stesso regista, riesce ad accumulare un tale massa di sciocchezze e inverosimiglianze da lasciare allibiti. Uno spreco di soldi (bella la fotografia invernale) e di talenti attoriali solo in piccola parte compensato dai momenti di umorismo, ovviamente involontario.
MEMORABILE: La psicologa (Daddario) interroga duramente il maniaco, minacciandolo di mostrargli le tette nude se non risponde alle sue domande.

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