Godibile film sotterraneo che, seppur presentato come horror, risulta essere più che altro un avventuroso, in cui la protagonista deve recuperare un prezioso manufatto antico sepolto in una zona sconosciuta delle catacombe parigine. Non si scade quindi nel sanguinolento, ma si preferisce mostrare in lungo e in largo la (notevole) ambientazione delle cripte. Regia e attori nella media, appoggiati su di una sceneggiatura che in più punti non si prende troppo sul serio, ma non rinuncia a qualche sano spavento. Molto buono.
MEMORABILE: Un vecchio telefono fisso squilla nelle catacombe e la protagonista va a rispondere.
Scorribande con brividi nei sotterranei di Parigi per un gruppo di giovani in cerca di un antico manufatto. Ormai il mockumentary sembra essere un elemento preponderante dell’horror moderno. Ed ecco così l'ennesimo film che non riesce mai a far paura (in sala si udivano grasse risate anche nelle scene teoricamente più terrifiche), che sfrutta malamente una location spettrale la quale, se usata con criterio, poteva portare a risultati ben più gratificanti del solito prodotto da cassetta destinato a esaurirsi non appena lo si finisce di guardare.
Ogni tanto gli americani azzeccano ancora il film horror. Questo infatti, seppure appartenente a un sottogenere ormai abusato come il found footage, regala una trama abbastanza varia e qualche spavento davvero imprevedibile. Il gruppo di protagonisti è simpatico e lo stile avventuroso alla Indiana Jones fa bene alla storia, che si sviluppa piacevolmente tra pietre filosofali e alchimisti. Budget bassissimo ma film solido.
Rispetto ad altre pellicole del genere, che hanno invaso i cinema negli ultimi anni, questa se non altro si sforza di creare una base dalla quale partire (la ricerca di un qualcosa segnalato da antichi scritti e realizzato da un potente alchimista). Può quindi almeno avere un suo perchè. Poi però, c'è modo e modo di girare un film; e soprattutto, certe location, pur dantoti all'inizio la sensazione claustrofobica di un luogo senza via d'uscita, dovrebbero essere sfruttate meglio dal punto di vista delle sorprese nascoste. Qui invece si scivola nel grossolano e nel solito fuggi, o muori.
MEMORABILE: Il nero incastrato in un cunicolo pieno di ossa; Le colpe del passato (non certo una novità nel cinepanorama); Il finale, con protagonista la gravità.
Bisogna dire che qui lo stranoto stile della camera a mano, che tra l'altro in quest'occasione non spinge a violentare troppo la stabilità dei muscoli oculari come in altri casi, si adatta molto bene allo spirito del film e delle location, generando un'estetica che risulta un po' meno posticcia e forzata del solito. Come si conviene in tal genere di film, la trama è scarnificata e lineare, con dei punti di suggestività sparsi qua e là ma non senza un diffuso senso di incompiutezza e di mancanza dell'affondo più coraggioso, là dove si potrebbe.
Sorprendentemente non male: con mio (non sommo, però...) piacere, l’atmosfera claustrofobica tutta tunnel e cunicoli e il sapore alchemico aiutano a creare quel po’ d’inquietudine che proprio non ti aspetti. Siccome non tutte le ciambelle riescono con il buco, nella seconda parte l’estetica da Playstation prende il triste sopravvento, gli spaventi diventano artificiosi e la protagonista, troppo abile, esperta e fortunata per essere simpatica, viene a stancare. Nel complesso è tuttavia godibile e non ci avrei scommesso una lira.
Trama molto confusa che tira in ballo l'ermetismo, la pietra filosofale e Nicolas Flamel facendo della archeologa Scarlett un'intrepida (e un bel po' insana) cerca guai. Al punto che la protagonista tenta di inoltrarsi nelle catacombe parigine alla ricerca di vie inesplorate, supportata dalla guida di un outsider locale. Se si prende subito un'aspirina per il mal di mare cagionato dalle riprese schizofreniche (POV ovviamente) e si soprassiede alla demenzialità del plot, si può anche rimanere piacevolmente sorpresi per talune spaventose trovate.
MEMORABILE: Il cadavere mummificato nelle profondità terrene; La definzione di Vitriol e di "Come in alto, così in basso"!
Come finirà mai una spedizione nelle catacombe di Parigi alla ricerca di un antico tesoro? Chissà... Quel che è certo invece, oltre alla trama ed ai suoi sviluppi, è che il film accumula tutti i difetti (che ad alcuni potranno sembrare vezzi) del cinema horror contemporaneo: trama esilissima e ripetitiva; telecamera spesso traballante; urla e piagnistei assortiti; effetto non vedo-vedo-non vedo-non vedo (e si potrebbe continuare ancora) nelle scene "importanti" e tante altre amenità assortite. Risultato finale: una noia mortale. Esiziale!
Un gruppo di giovani capitanato da una archeologa molto scatenata si intrufola nelle viscere di Parigi per trovare un tesoro nascosto, ma le insidie e le sorprese sono innumerevoli. Il film cavalca i soliti topoi horror contemporanei (primo fra tutti la cinepresa traballante) e gioca soprattutto con la claustrofobia dello spettatore che s'intasa tra cunicoli stretti e bui. Niente di nuovo, ma lo script è curato e il finale lascia soddisfatti e in pace.
Nell'era del found footage questo è forse uno dei pochi film degni di nota. C'è tanta carne al fuoco: archeologia, alchimia, religione, templari e via discorrendo, ma le location (le vere catacombe di Parigi, primo film a ottenere il permesso per le riprese) e il taglio quasi schizoide del montaggio creano un effetto molto interessante. I personaggi sono semplici ma decenti e il viaggio nelle catacombe tiene incollati alla tv grazie a momenti di puro terrore e altri di pura azione alla Indy. Piccolo dubbio sulla scena finale: troppo semplice forse, considerando il resto del film.
Una spedizione di bambocci nelle viscere di Parigi a cercar la pietra filosofale guidati da una Indiana Jones petulante e simpatica come un calcio negli stinchi. Parole a casaccio: "porta alchemica", "cardine tolomaico" a simulare un esoterismo che farebbe scompisciare anche il Mago di Arcella. Solite camere a mano condotte da ubriachi, goliardate, impennate di dubbio gusto e il marchio di fabbrica del nuovo horror: la trama inesistente (Godzilla, a esempio, ne ha una). Colpi di scena? Più probabili quelli di sonno.
Ancora un puro mockumentary, ma questa volta a tema esoterico/alchemico. Una ragazza e il suo traduttore, con un equipe che fa da guida, alla ricerca di un tesoro e della pietra filosofale nelle interminabili catacombe sotto Parigi. Ottima l'ambientazione claustrofobica, ricca di trabocchetti, personaggi strani che popolano le catacombe, spettri, visioni legate alle proprie colpe/paure e ovviamente la stanza del tesoro legata al sincretismo templare/egizio (non da ultime le influenze esoteriche ossendowskiane/guenoniane). Sorta di tunnel degli orrori.
MEMORABILE: L'ambientazione e le parti di cunicolo sommerse; L'uscita "sottosopra".
Nulla di nuovo sotto il sole (o in questo caso sottoterra): abbiamo il classico found footage coi soliti ragazzi protagonisti che vanno ad infilarsi in situazioni pericolose con conseguenti urla, crisi isteriche, visioni e infine morte; in questo caso però il tutto funziona ottimamente. Le catacombe parigine sono molto suggestive e riescono a creare una bella atmosfera intorno a una vicenda molto semplice (si parla di una caccia al tesoro) ma comunque interessante e capace di tenere incollati allo schermo. Unica nota negativa il finale, ma va bene lo stesso.
Quale migliore idea di mettersi alla caccia della pietra filosofale di Flamel scandagliando palmo a palmo gli abissi catacombali che si squadernano sotto Parigi? Beato spirito d'avventura, che spinge la giovane ma già scafatissima Scarlett (Weeks) verso un viaggio di gruppo al centro dell'inferno senza la sicurezza di uscire a riveder le stelle. Se l'ambientazione sotterranea è genuinamente affascinante e l'oceano dell'ignoto realmente spaventoso, a non funzionare è una storia stereotipata, ricca di punti morti (il culto femminile?) e mediocremente interpretata dal parco attoriale.
MEMORABILE: Una macchina in fiamme, un segreto inconfessabile.
Pochi mezzi, ma John Erick Dowdle pare sappia bene che il bisogno aguzza l’ingegno; ed ecco che partorisce Necropolis. Horror a tutti gli effetti, carnale e carnoso, con denti affilatissimi, coreografie scenografiche e narrative da tachicardia e un uso della violenza inaspettatamente realistico (la scena della faccia sbattuta sul pavimento è impressionante). Suggestivo e sicuramente suggestionato dai cliché del genere, ma si guarda tutto d’un fiato e a fine visione ti resta la paura addosso. Splendido.
Cercare la pietra filosofale sotto Parigi in pieno XXI secolo lascia intuire il livello fantasy che insiste sull'avventurosa impresa di un gruppo di ragazzi messo insieme da una fanatica giovane archeologa. Nel ventre della città, tra ossa e cunicoli, apparizioni e repentine decifrazioni di simboli-guida, si snoda un horror claustrofobico che attraverso l'uso generalizzato di una mdp traballante vorrebbe evocare i brividi del viaggio nell'oltretomba (anche se l'impianto rimane lucido e quasi scientifico, il che evita eccessi e stramberie). Date le premesse, piuttosto riuscito.
MEMORABILE: La pianola, citazione dei Goonies; La stanza del tesoro; La pietra "terapeutica"; L'uscita a capo all'ingiù.
Nonostante la sua ordinarietà nella perentoria presenza degli archetipi di genere, il film di Dowdle nasconde anche inconfutabili percorsi di terrore legati al macabro totalitarismo del culto religioso. “Necropolis”, di fatto, sta a metà strada fra la ghost-story e il folk-horror, assoluto nella solidità dei ritmi e della paura, si lancia in affondi alchimistici con esaltazione ma senza troppi vezzi decorativi. Mistico.
Assai traballante e con un'insopportabile so-tutto-io per protagonista (risolve enigmi a tempo di record e vorrebbe pure spiegare la strada da prendere alla guida da lei assoldata!), questa caccia al tesoro finita male non è tuttavia così disprezzabile. La bella location, claustrofobica e perfetta per inserirci qualche sorpresa sparsa, è senza dubbio il principale punto di forza del film (anche se a volte pare sin troppo illuminata), lo svolgimento è ripetitivo ma tiene desta l'attenzione, gli elementi orrifici sono sufficienti e l'escamotage finale interessante. Un film onesto.
MEMORABILE: Il telefono sotterraneo; L'auto in fiamme; Il brano dei La Femme ai titoli di coda.
Originale quanto imperfetta variazione found-footage del genere avventuroso-enigmistico, fra Indiana Jones e Dan Brown, che ha l'ardire di tirare in ballo la pietra filosofale, sfuggevoli streghe argentiane, sensi di colpa e peccati da espiare à la Linea mortale, monaci incappucciati sotterranei dalle vaghe reminiscenze lenziane e nientemeno che l'Inferno dantesco. L'abbondanza di materia prima elide i tempi morti, ma pretende troppo dalla sospensione dell'incredulità (gli indovinelli risolti in un secondo o tradotti simultaneamente in rima!). Nulla da eccepire in fatto di jumpscare.
MEMORABILE: L'incipit in Iran; Il pianoforte; Incastrato nel cunicolo cedevole tipo The descent; La stanza del tesoro; L'odissea infernale dell'ultima mezz'ora.
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Non sono simili sono UGUALI, credo che tale Dowdle abbia preso la sceneggiatura di Catacombs e come a scuola l'abbia copiata bene bene e poi ha detto "Ho fatto un film" :)
DiscussioneZender • 13/09/14 15:47 Capo scrivano - 48336 interventi
Sì, ma Ruber: LI HAI VISTI entrambi, ripeto? Parli di sceneggiatura... per parlare di sceneggiatura o l'hai letta pagina per pagina o hai visto i due film, altrimenti è ridicolo parlare di sceneggiatura uguale. Forse intendi soggetto.
Zender ebbe a dire: Sì, ma Ruber: LI HAI VISTI entrambi, ripeto? Parli di sceneggiatura... per parlare di sceneggiatura o l'hai letta pagina per pagina o hai visto i due film, altrimenti è ridicolo parlare di sceneggiatura uguale. Forse intendi soggetto.
Si certo gli ho visti entrambi, ma poi "Catacombs" è del 2007 mica lo hanno fatto ora, ma e normale se ne parlo è perchè gli ho visti, il soggetto e abbastanza simile e anche le sceneggiature se non per qualche differenza (se no sarebbero due copie identiche). Direi che tra i due preferisco "l'originale" anche se il secondo ha dalla sua un po più di suspence e alcune scene più "horrorifiche" rispetto al primo. Vedili anche tu se non lo hai fatto e poi mi saprai dire, e vedo che sono in buona compagnia a giudicare dai post sopra.
DiscussioneZender • 14/09/14 08:39 Capo scrivano - 48336 interventi
Ma io non ho mica detto che non sia vero eh. Semplicemente non vedevo il tuo commento a questo film e non capivo.
Zender ebbe a dire: Ma io non ho mica detto che non sia vero eh. Semplicemente non vedevo il tuo commento a questo film e non capivo.
Eh si ma Zender mica posso commentare tutto, se no lascio il lavoro e faccio il "Davinottidipendente" :) commento e inserisco man mano cio che vedo segnandomi i commenti dopo il film con il tempo a disposizione, poi pian piano inserisco.
DiscussioneBrainiac • 20/11/14 16:55 Call center Davinotti - 1464 interventi
In dvd (e BR) per Universal, disponibile dal 14/01/2015
http://www.kultvideo.com/DVD.aspx/22667-DVD-Necropolis-La-citt%C3%A0-dei-morti-14-01-As-Above-So-Below?__lang=it-IT L'ho visto al cinema, e d'emblée, ne sono rimasto deluso. Puntavo molto sull'onestissimo Dowdle che ha diretto cose sfizioselle assai. Le locations sono da urlo, ma la storia andava a parare sul solito trito-ritrito locus horribilis kinghiano, quell'abusato "non luogo" dei Dylan Dog meno riusciti in cui tutte le peggio paure dei malcapitati vengono al pettine. Però uscito dal cine mi sono reso conto che il retrogusto in bocca non era malaccio -come quel vino barrcato che all'inizio pensi muffo invece è buono- e la voglia di rivederlo c'è tutta eccome. Alcune trovate alla Codice da Vinci (che in sala mi avevano atterrito alquanto: certo che avere tre sedicenni urlanti la fila dietro non aiutava la catarsi orrorifica) poi, mi sembravano d'improvviso financo simpatiche. Ottima quindi l'opportunità Universal, e fra l'altro ho la netta impressione che il solerte "inseritore" del quote suscritto, ovvero Buiomega71, potrebbe portare alla luce un suo nuovo personalissimo cult.
Trattandosi di Universal non ci sono dubbi sulla qualità del riversamento home video, ovviamente da prediligere nel formato bluray (video 1.85:1, audio DTS 5.1).
Extra modesti, costituiti cioé dallo speciale Dentro Necropolis la città dei mostri, in realtà un video promozionale di pochi minuti.
Nulla da dire sulla cosa più importante, ovvero l'alta esperienza offerta, per qualità audio/video, nella visione...
MusicheMagerehein • 21/01/23 11:42 Call center Davinotti - 74 interventi
Due i brani del gruppo francese La Femme ascoltabili in questo film: Sur la planche 2013 (mentre il gruppo sta entrando nella discoteca) e Hypsoline (ai titoli di coda).