Nati morti - Film (2021)

Tassidermista morbosamente attratta dalla morte si prende cura a modo suo di un assassino trovato in fin di vita. Macabra e decadente storia d'amore in cui Visani, molto più cupo e intimista rispetto al precedente Stomach, esplora la dimensione malsanamente lirica della necrofilia, sfoggiando gore e putrescenza nella freddezza di una palette cromatica strategicamente spenta, omaggiando D'Amato (da Buio omega ad Antropophagus, fino a Emanuelle e Françoise) senza chiudersi nel citazionismo fine a se stesso. Opera produttivamente piccola, a tratti velleitaria, ma nel complesso compatta.

Visani riesce a raccontare in maniera solida l'incontro tra due solitudini malate, innestando su una struttura da torture porn una storia d'amore dai sorprendenti risvolti poetici e dalle reminescenze D'Amatiane. Il regista non rinuncia a dirigere gli attori, con i due protagonisti Monacelli e Lepori che risultano convinti e convincenti, e a curare la forma (belle fotografie e musiche) a dispetto del budget ridotto. Un disturbante incubo a occhi aperti con momenti di vera tensione e allucinate soluzioni visive che colpiscono nel segno: si astengano le anime candide!

Isolata in un casolare, ha come "passione" la tassidermia; e in effetti si rivelerà necrofila, soprattutto quando si imbatterà in un assassino e la sua vittima nei meandri del bosco. Oltre ai riferimenti del D'Amato-Massaccesi del periodo horror, troviamo chiare influenze trasversali che arrivano da Nekromantik (anche se non si spinge a livelli tanto eccessivi) e la fattura della confezione è di discreto livello (tralasciando alcune note sulla recitazione). Certo il livello di squallore è ben evidente, come in gran parte dei film basati su questo tipo di feticismo.

Durante una passeggiata nel bosco, un'appassionata di tassidermia si imbatte in due corpi: il cadavere di una donna strangolata e un uomo svenuto a seguito della ferita che gli ha inferto la vittima prima d'essere da lui uccisa. L'occasione è troppo ghiotta... Il film contiene una dose generosa di morbosità necrofila condita da particolari sadici nonché una bizzarra vena romantica, per cui possiede un certo impatto disturbante, compromesso però da una messa in scena quasi amatoriale (fotografia piatta, ambientazioni poco curate) e dal livello modesto delle interpretazioni.