Narcos - Film (1992)

Confesso che mi duole dover parlare male di un film di Ferrara, regista che ci ha donato bellissime opere di denuncia sociale e politica come Faccia di spia, Falcone e Cento giorni a Palermo. Ma questo pessimo film, vuoi per gli attori scadenti, vuoi a causa dell'ambientazione insolita per questo regista (siamo lontani dagli intrighi di mafia e ci troviamo nella giungla del narcotraffico), vuoi per il taglio troppo d'azione... fa davvero pena. Un pallino e mezzo.

Ferrara indaga nel mondo del narcotraffico colombiano con un taglio feroce da cinema d'azione (di seconda serata, aggiungerei), dove non c'è spazio per la pietà e i sentimenti sono soffocati dal tragico destino. La vicenda si segue, per carità, ma si intuisce presto come le cose vadano a finire. Al di là di un doppiaggio penoso, è un'opera di cui ci si scorda presto. E non stupisce affatto che la distribuzione nelle sale sia durata lo spazio di un mattino. Non sembra neanche un suo film.

Bel film di Ferrara che segue le vicende di un gruppo di baby-killer del narcotraffico colombiano. Per noi italiani forse è più semplice comprendere del tutto le dinamiche mafiose di casa nostra e qualche passaggio può sembrare forzato. Il regista dal canto suo si concentra più sulle vicende personali dei protagonisti limitando la denuncia a qualche breve spezzone di TG. La storia procede vivace nonostante il livello di recitazione e di alcune maestranze sia quasi dilettantistico. Buona la resa degli ambienti dei narcos. Si può guardare.

Penalizzato da una confezione di stampo televisivo e da una recitazione talvolta quasi dilettantesca (l'unico attore di buon nome è un irriconoscibile Aldo Sambrell), il film ha però il pregio di affrontare un argomento inusuale come quello del narcotraffico colombiano, visto attraverso la tragica parabola di alcuni ragazzini reclutati come killer su commissione. Un Ferrara fuori dal suo contesto abituale, ma sempre agguerrito nella denuncia delle collusioni tra politica e criminalità, e che nel drammatico finale suggerisce inquietanti analogie con i fattacci di casa nostra.