Intelligente, elegante e divertente commedia di caratteri di Comencini. Quattro amici cacciatori e le loro mogli allestiscono l’eterna rappresentazione dell’amore e della gelosia coniugale per supposti e temuti tradimenti. In un’Italia alla vigilia del miracolo economico, certe sotterranee inquietudini cominciano a insinuarsi nella vita coniugale degli italiani. Film molto più complesso e costruito di quello che appare. Si sente la mano dello sceneggiatore Anton. Strepitose Dorian Gray e la Moll.
Spiritosa commedia di costume che con le sue prove di fedeltà, gelosia e (possibili) tradimenti dipinge allegri quadretti di vita coniugale, non disegnando qualche pennellatina erotica intorno alla danza del ventre della Koscina – nonché al suo accenno al gioco del medico e della paziente - e alle arti seduttive della Casilio. La regia è limpida e frizzante e tutti gli attori si impegnano in ritratti eterogenei e credibili di mogli (la procace Koscina, la delicata Moll, l’arcigna Gray), mariti (Taranto, Savatori, Fabrizi) e suocere (l’implacabile Renzi). Esordio di Rosalba Neri.
MEMORABILE: Taranto che si rimprovera allo specchio; Carotenuto che spalleggia il figlio; Fabrizi in ascensore con la Masson; la danza del ventre.
Simpatica commedia sulle coppie e i tradimenti, diretta con classe e tempi giusti da Comencini, con un ottimo cast a disposizione. Il più esilarante è sicuramente Carotenuto, alle prese con un figlio mammone e imbranato con le donne, ma anche Fabrizi nel solito ruolo di bugiardo e donnaiolo. Piuttosto banali alcune situazioni, ma sono tanti i momenti che fanno sorridere.
MEMORABILE: La danza del ventre della Koscina; Carotenuto che si sacrifica per il figlio.
Non conosciutissima commedia di Luigi Comencini, è un piccolo "bignami" sul matrimonio e sui concetti di fedeltà e tradimento in particolare. L'intento di un film sui costumi matrimoniali italici è raggiunto grazie ad una buona sceneggiatura, una regia puntuale che (grazie anche ad un buon montaggio) mantiene sempre un ritmo elevato. Ottima la prova di tutto il cast. Da recuperare.
Commediola su amicizie e amori nella media borghesia, sempre sul filo del tradimento e della reticenza. Salvatori (doppiato da Locchi) e la Moll (tenerissima e spontanea) costituiscono la coppia che rimane più impressa, ma le uniche vere risate ce le regala Mario Carotenuto, da applausi nei suoi duetti col figlio inibito e inebetito. Tutto il resto si guarda e si dimentica in fretta, nonostante la grazia del tutto.
Commedia veloce degli equivoci di Comencini, ben scritta e con situazioni non banali. Le donne sono tutte belle e sexy (la Koscina come sempre primeggia), tra i maschi si distingue Carotenuto qui veramente scatenato (e pronto anche a ironizzare sul suo passato reale di repubblichino...). L'amore alla fine trionfa ma forse no, e Comencini riesce a non rendere moralista il lieto fine che all'epoca era quasi obbligatorio, soprattutto per le commedie sull'infedeltà coniugale.
Commediola ben recitata e piuttosto semplice diretta in modo efficace da Luigi Comencini. C’è un bel cast a corredo in cui sicuramente ad emergere è Carotenuto nelle sue diatribe familiari con il figlio e la moglie (ottima Pupella Maggio). Per il resto ci si accontenta senza grossi colpi d’ala, però è un piacere vedere la dolce Moll e la procace Koscina.
Franco Fabrizi HA RECITATO ANCHE IN...
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Comencini, molto prima di Nanni Moretti, rende omaggio all'amico e collega Alberto Lattuada proponendo nel film la celebre scena, tratta da "Anna", in cui Silvana Mangano interperta "El negro Zumbon".
Scusa Zender, vorresti aumentare di mezzo pallino (portarli a tre) il mio giudizio sintetico su questo film?
Era il mio secondo commento e non avevo ancora ben chiari le modulazioni del pallinaggio davinottiano…
Grazie.
DiscussioneZender • 4/06/15 17:59 Capo scrivano - 47700 interventi
Nessun problema. Non farti scrupoli, se ti accorgi di aver "interpretato" male la legenda in qualche film (cosa comunissima, peraltro).