L'attesa fa brutti scherzi. Ottenere un ottimo film sulla vita di una delle più grandi attrici porno come Moana Pozzi era impresa ardua, specialmente se questa ha avuto una vita assai difficile. Sicchè la delusione è forte. La Placido, che oltre alla sua bellezza non dà niente (e non solo in questo film), sembra inadatta, per non parlare del resto del cast. Era meglio non fare niente e lasciar in pace Moana.
Serie TV prodotta e iper-reclamizzata da Sky. Come sono cambiati i tempi... Ora si propone in prima serata ciò che per "natura" dovrebbe albergare in altri orari e canali. Non mi aspettavo nulla, e questo ho trovato nella prima puntata. Con la seconda puntata le cose sono migliorate, persino la Placido sembrava via via assomigliare di più a Moana. Scene di sesso piuttosto esplicite per una fiction inutile ma non peggiore di altre produzioni televisive. L'errore più grave a livello narrativo è stato il non evidenziare a sufficienza la seconda fase della carriera "normale" di Moana.
Fiction con ambizioni, non molto servita dal cast tranne la brava e mimetica Placido. Sull'aspetto biografico nulla so. Sul tono, mi è sembrata oscillare tra momenti goliardici e altri decisamente grevi, senza però andare molto a fondo né in un senso, né nell'altro. Lo squallore del mondo del porno è suggerito in modo un po' estetizzante, l'aspetto eventualmente liberatorio dei lavori di Schicchi & C. non è approfondito. Nemmeno un cenno alla trasmissione cult "Araba Fenice" su Italia1.
Probabilmente l'unico aspetto realmente encomiabile di questa miniserie è la sfida intrapresa da Violante Placido (bellissima, tra l'altro), che si immedesima in un personaggio-tabù mostrando un'incredibile carica erotica non dissimile dall'originale. Il resto è pura fiction nel vero senso della parola, in cui si bada più al softcore che a caratterizzazione, narrazione e attinenza ai fatti. Piuttosto in parte Paravidino, insufficiente sotto ogni punto di vista la Wurth. Curiosi cammeo di veri attori hard tra cui Sofia Gucci e Francesco Malcom.
MEMORABILE: "A Riccardì, te levi dar cazzo? Che voi stà sul set? Te fo fa 'a protagonista, chiamo er senegalese e te metto là!". Esilarante.
Curato nella fotografia, caldo nelle pose ma freddissimo, algido. Un film che non trasmette nemmeno lontanamente l'eros di Moana e non credo perché preferisce evidenziarne i dolori dell'animo quanto per incapacità. La Placido è deliziosa, questo è certo, carina, ma salvo certi sguardi in cui sfiora la vera Moana, non ne ha niente in comune. Di contorno bravi attori ed un grande Schicchi. Direi che il personaggio meglio riuscito sia proprio lui. Il background del porno tuttavia è sdoganato semplicisticamente e senz'anima. Niente di che.
Io non ho mai conosciuto bene il mondo reale al quale si rifà questa fiction ma sostengo che il porno è un ambiente così underground e complicato da essere molto difficilmente convertito alla logica popolare di una fiction, quasi come se fosse una storia di Padre Pio o di partigiani. Molto brava la Placido (almeno nell'interpretazione), Schicchi invece odioso, irritante a fin troppo macchietta di se stesso. La regia non è male, il tutto è ben scritto e diretto con sostanziale senso del ritmo; ma troppo evidenti ipocrisie e convenzionalità.
Inizia bene, con un rapido montaggio alternato che è un'ottima soluzione visiva e narrativa: quanta vita, o quante vite, sono trascorse tra la Moana ragazzina, limpida e allegra, e la Moana adulta, disperata e frenetica? Ma, quasi subito, ci si adagia in un biopic standard, in cui la carica trasgressiva dell'anomala pornodiva, il suo conflitto tra desiderio di ribellione e bisogno di integrazione, nonché la crudezza del mondo dell'hard, sono "normalizzate", riallineate ai canoni rassicuranti della fiction televisiva. Colorato, non troppo colorito, anodino.
MEMORABILE: La Placido rende bene lo sguardo inconfondibile di Moana: non abbassava mai gli occhi, non sbatteva le ciglia, era una seduzione-sfida!
Piuttosto piacevole da guardare e fa sorridere l'estrema somiglianza dell'interprete di Riccardo Schicchi (che scimmiotta addirittura la voce) e di Cicciolina. La regia è buona, ma la sceneggiatura manca di realismo: il tutto è troppo buonista ed eccessivamente romanzato. Sarà stata una donna grandiosa, ma questo film la dipinge esageratamente come vittima. Incomprensibile la rivalità con Cicciolina (che non c'è mai stata) e ci sarebbe voluta almeno un occhio in più sulla campagna politica e sui film non porno. Finale Ozpetekiano.
Film che propone un personaggio dalle potenzialità infinite ma lascia in sospeso diversi aspetti: Paravidino, seppur bravo, carica troppo sull'imitazione il personaggio Schicchi, mentre Violante Placido ci mette tutta la sua bellezza nell'essere Moana fuori e dentro al set, dandone però una descrizione sin troppo lineare. Sarà un problema di scrittura, ma non traspare dal film quel desiderio di essere al centro dell'attenzione che la Pozzi sicuramente dimostrava facendo di lei stessa un personaggio.
Come tutte - o quasi - le biografie, c'è da vedere il film con il beneficio del dubbio; in linea di massima la vita di Moana è rispettata, ma credo ci siano svariate "licenze poetiche". Detto questo, è stato fatto un buon lavoro; la Placido, dal momento di "Fantastica Moana" in poi assume un aspetto davvero simile alla pornodiva; Paravidino fa uno Schicchi un po' troppo sopra le righe e macchiettistico, ma diverte. In generale il film si fa seguire piacevolmente, non scade in eccessive volgarità, ha una buona fotografia e una OST interessante.
Opera perfettibie: se Violante Placido riesce a trasmettere un misto di candore, sicurezza ed erotismo, bisogna dire che la vera Moana era inimitabile per bellezza e soprattutto carisma; Peyretti cerca comunque di tratteggiare i set dei film porno con sufficiente realismo, mentre la rivalità con Cicciolina (una Wurth insufficiente) non è storicamente provata. Alla fine il personaggio più divertente per me rimane lo Schicchi tratteggiato da Paravidino, un concentrato difficilmente ripetibile di furbizia e "pornomanagement".
Sincero e riuscito omaggio alla famosa pornodiva, che si è sempre elvata ben al di sopra dello status di donna oggetto grazie a discorsi profondi e impegni vari. Bravissima e bellissima la Placido (appoggiata da un bravo Paravidino), ottima la fotografia e la storia tiene benissimo per tutti e 180 i minuti. Magari un po' troppo romanzati e forzati certi spunti (apparizioni improvvise di polizia, uccisioni che manco in un film di Coppola/Scorsese, ecc.), ma meglio di così non si poteva fare. Mai volgare nonostante tutto (nudi, argomenti, persone).
MEMORABILE: Le orge; L'uccisione che avviene in braccio alla Pozzi; Il primo incontro tra Schicchi e la protagonista; Le apparizioni di Infascelli e Malcolm.
Fiction ben realizzata nonostante l'esaltata ed eccessiva celebrazione di quella che non era altro che una pornostar con pseudo velleità artistico culturali. La Placido è perfetta nel ruolo e Paravidino stupisce con la sua interpretazione. Qualche situazione appare romanzata, ma nel complesso lo sviluppo narrativo scorre in maniera lineare.
Girato e raccontato con un certo garbo nonostante il tema trattato la miniserie si avvale di una buona regia a cui viene dato un parco attori non male. La Placido è davvero brava nell'impersonare Moana e anche Paravidino (Ranocchia in Romanzo criminale) costruisce un convincente Schicchi anche se spesso sopra le righe. Solo la Wurth convince poco nei panni di Cicciolina. Ma al di là della cifra tecnica quello che fa perdere punti alla fiction è una sceneggiatura francamente insoddisfacente e quasi inadeguata. Punti chiave trattati poco e male.
Ho la fortuna di conoscere personalmente la ex-segretaria di Diva Futura e mi ha assicurato che il film è abbastanza fedele alla realtà (lei ci ha scritto un libro), fatta forse eccezione per la figura di Schicchi, qui un po' troppo caricaturiale. Comunque sia l'opera, più che come biopic, va intesa come un omaggio alla "rivoluzione sessuale" di quegli anni, che Moana, Schicchi e Cicciolina perpetuarono con fini non solo lucrativi ma anche ideologici. La Placido è brava, anche se la sensualità della Pozzi era un'altra cosa.
L’aristocratica pornostar che già nel nome incista l’infinito di gemere avrebbe meritato un biopic più vettoriale e coraggioso. Peyretti si attiene alla velatura e non ci fa certo fare il bagnetto negli autoindulgenti anni guadenti che furono, stiracchiati in maniera appena abbozzata, e anche drammaturgicamente fatica a stare in piedi sui propri pattini. Ne va della sfumatura biografica e del connubio eros/thanatos: la Placido non è una maschera sufficientemente sensuale né sufficientemente malinconica, Tolta la resonnance somatica il resto del cast fa quel che può senza riscontri indelebili.
Non era facile far rivivere il mito di Moana, ma va dato atto alla Placido di esserci riuscita incarnandone le movenze, le sembianze, i gesti, restituendoci la personalità di un'attrice che verrà ricordata per sempre. In alcuni momenti in particolare, (tipo l'intervista in tv) è così calata nel personaggio che è lei! Più che dignitoso il resto del cast per un lavoro di squadra portato a termine nel migliore dei modi e con rispetto per una figura carismatica e poliedrica come la Pozzi. Il regista Peyretti sigla una fiction di qualità.
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Fra i credits alla voce Creative consultant c'è Donato Carrisi: niente a che vedere con Al Bano, ma scrittore italiano molto giovane. Aveva già partecipato a talune sceneggiature di Mediaset.