Note: E non "Mizzica... ma che è proibitissimo?" o "Mizzzica... ma che è proibitissimo?".
Il regista afferma che il film vinse il premio "Schermo d'oro" in Canada.
Una sorta di commedia erotica molto strana, decisamente inguardabile e che nemmeno diverte, dal ritmo molto lento. È un film scritto e diretto dal catanese Salvatore Bugnatelli che racconta come si gira una pellicola hard rivelando tutti i retroscena che si nascondono durante la preparazione. Poi, nella seconda parte del film, arriva Femi Benussi, ma nemmeno lei riesce ad alzare il livello generale. Tra i protagonisti Luciana Frazzetto (la ricordiamo soprattutto in Cornetti alla crema, dove interpretava una delle fidanzate di Gianni Cavina).
MEMORABILE: "Mizzzzica... ma che è proibitissimo?": il titolo viene pronunciato con ripetitività durante i titoli di testa del film.
L’intento di mostrare quel che accade nella sala di montaggio di un film in cui si insertano scene hard si risolve in poche interazioni tra il regista Bugnatelli e il pubblico che assiste; il resto del tempo è speso in una serie scombinata di sketch da commedia sexy di indescrivibile puerilità. Del tutto inutile l’arrivo di Femi Benussi (doppiata in romagnolo), che non poteva chiudere la sua proficua carriera di starlet in modo peggiore. Proibitissimo? Semmai squallidissimo!
Sicuramente tra i film più brutti, lenti, noiosi e inutili che mi sia capitato di vedere. Ritmo catatonico, erotismo blando, comicità nulla, mediocre il cast, pessima la regia. Da vedere solo se si è fanatici di cinema e una pellicola vale l'altra. Un pallino.
Bugnatelli da anni ha del girato con Pippo Pollaci ma non trova i soldi per completare questo film, così un giorno decide di creare dei raccordi con lui in sala montaggio che sproloquia sul porno per spiaccicarsi ciò che detiene da anni. Terribili le scene in moviola con assistente balbuziente e altra aiutante di cui vediamo uno spogliarello (sic!). Addirittura peggio le parti con Pollaci: ovvio che due film brutti al prezzo di uno rendono lo spettacolo doppiamente noioso, vista anche la presenza di eterne scene musicali.
Deprimente e sgangherata produzione di sottobosco circolata solo localmente. Il totale vuoto di trama è riempito da un susseguirsi di gag di insulsaggine cosmica, di scene ripetitive e tirate per le lunghe per fare metraggio, di siparietti pseudo-erotici e pseudo-comici che ovviamente nulla hanno di erotico o di comico. Negli ultimi minuti appare come un miraggio nel deserto una splendida Femi Benussi che chiude così malamente una lunga e onorata carriera.
MEMORABILE: La terrificante canzoncina ripetuta ossessivamente per tutto il film.
Bugnatelli, uno dei più vivaci e rischiosamente sperimentatori del cinema bis italiano. Questa sua terzultima prova di regia ne è la prova: avendo da anni del girato inutilizzato da parte, decide di riciclarlo girando nuove scene e collocando una bizzarra cornice narrativa come raccordo con lui stesso protagonista. I film pertanto sono due ed entrambi particolarmente orridi. Fa ridere il “proibitissimo” con risate in sottofondo? Fa ridere il siciliano Galletti nudo ed impotente? E Tony Morgan invaghito? Macabro.
MEMORABILE: Il frastornante jingle onnipresente durante tutta la durata del film.
Un altro film che dimostra in modo chiaro la caduta libera, a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, di molto cinema di genere italiano. Qui si mettono insieme materiali raffazzonati, comici che non fanno ridere e Femi Benussi che, povera lei, peggiore addio al cinema non poteva proporre. Lo spogliarello che mima uno stupro è poi la ciliegina, in negativo, sulla torta. Terribile.
Salvatore Bugnatelli HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneGeppo • 21/07/13 21:38 Call center Davinotti - 4268 interventi
Zender, la protagonista del film, Luciana Frazzetto, mi ha inviato la locandina originale del film... puoi sostituirla?
Grazie.