Milano, Via Padova - Documentario (2016)

Milano, Via Padova
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2016
Genere: documentario (colore)

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un'inchiesta giornalistica "condotta e galoppata" ironicamente da Antonio Rezza, girata dove suggerisce il titolo e negli immediati dintorni. Lungo una delle vie più popolari e multietniche del capoluogo lombardo, Rezza "indossa" un microfono (nel senso che se lo avvolge attorno al braccio facendolo terminare nella mano) e lascia parlare chi incontra, sfruttando la sua capacità di intrattenitore e umorista per spingere gli intervistati a esprimere facili pensieri su argomenti perlopiù inerenti l'integrazione. Le risposte sono le più disparate e lasciano trasparire spesso nei milanesi (o comunque negli italiani, perché non manca chi è...Leggi tutto del Sud e si è trasferito al Nord per lavoro) una certa insofferenza nei confronti negli stranieri, alternata comunque da chi invece sa mostrare nei loro confronti tolleranza e rispetto. Poi certo, se Rezza per provocare - quasi sempre non “scoperto” nella sua funzione di bonario aizzatore - insiste col chiedere ai residenti di ospitare in casa un giovane nullafacente che vuole spadroneggiare, è normale che chi risponde faccia capire come la cosa non lo farebbe di certo felice...

E' infatti nell'ingenua creduloneria delle sue "vittime" che Rezza trova gli spunti per muovere al sorriso: immaginando situazioni paradossali, facendo passare per normali offerte e situazioni che normali ovviamente non sono, spinge gli interlocutori a dimostrare il rispettivo grado di sensatezza. Un gioco che diventa il fil rouge su cui costruire la bizzarra "inchiesta": fermando ad esempio il primo straniero che passa e proponendo a un italiano lì nei pressi di piazzarglielo in casa non può che ottenere un certo tipo di reazione... Mai scomposta però, perché tutti stanno comunque al gioco cercando far capire le proprie ragioni anche di fronte a chi, senza scoprire troppo le sue carte, li sta prendendo sottilmente in giro. Rezza non può certo pretendere in questo modo di ottenere un campionario completo delle opinioni italiane sul tema (a proposito, passa di lì anche il sindaco Pisapia, intervistato fugacemente), ma nemmeno ci conta. Punta soprattutto a divertire approfittando della spontaneità innocentemente comica di coloro a cui viene offerto il microfono, spesso convincendoli - ma solo gli stranieri lo fanno, salvo pochissime eccezioni - a intonare una canzone del proprio paese.

Senegalesi, peruviani, egiziani, tunisini, marocchini... tutti si lasciano volentieri coinvolgere in discussioni che quasi sempre diventano di gruppo (quando già non lo sono in partenza) e che Rezza cerca di rendere godibili lavorandoci sopra ampiamente a livello di montaggio per trarne il meglio. Come prevedibile non tutto funziona allo stesso modo: alcuni scambi si rivelano spassosi e anche illuminanti per come sanno evidenziare le differenze nel carattere delle persone e la diversa percezione della multietnicità nel medesimo quartiere, ma si incappa anche in qualche pausa di troppo e in una ripetitività che talora appesantisce non poco la visione. Non a caso il film si ferma prima dell'ora e dieci senza insistere, lasciando comunque la sensazione piacevole di un bel ritratto d'un mondo che, al giorno d'oggi, deve inevitabilmente fare i conti con la presenza straniera.

Qualche sprazzo del genio di Rezza si individua nella capacità di spiazzare chi lo ascolta con domande insolite, seguendone poi le risposte e portando il ragionamento in direzione di sviluppi paradossali e quindi spassosi. Le regia prova a movimentare il tutto con inquadrature non canoniche (spesso dal basso) ma come espediente non funziona granché. Girato praticamente solo in esterni.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/01/23 DAL DAVINOTTI
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Reeves 24/12/23 10:16 - 2152 commenti

I gusti di Reeves

In mezzo a tante pseudo inchieste televisive che fingono di voler scoprire la realtà che hanno deciso di raccontare, Antonio Rezza e Flavia Mastrella usano la tecnica straniante dei loro spettacoili teatrali (che hanno valso loro il Leone alla carriera per il teatro) proponendo una pseudo inchiesta frizzante, divertente, piena di interessanti notazioni su razzismo e antirazzismo. Veramente notevole.

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