Men behind the sun 2 - Laboratory of the devil - Film (1992)

Men behind the sun 2 - Laboratory of the devil
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Titolo originale: Hei tai yang 731 xu ji zhi sha ren gong chang
Anno: 1992
Genere: drammatico (colore)
Regia: Godfrey Ho
Note: Aka "Maruta 2".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/01/10 DAL BENEMERITO TRIVEX
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Trivex 20/01/10 22:06 - 1740 commenti

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Premessa: ho rifiutato la visione del numero uno causa l'ignobile e criminale scena (riferitami) di un gatto realmente massacrato da ratti (la scena è comunque descritta nei sottotitoli di questo capitolo secondo, quale esempio di crudeltà!). Detto questo, il film riprende altri momenti già noti quali l'autopsia di un bambino e le torture ai prigionieri, tipo quella delle mani congelate ed in seguito spaccate. Exploitation pura, anche impressionante, frullata col tentativo di dare visibilità ad una parte di storia scomoda. Molto meglio guardare Black sun!

Undying 26/04/10 21:47 - 3807 commenti

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Sequel di un film gelidamente incosciente. I reduci della famigerata unità 731, al termine del conflitto, vengono chiamati a raccolta da una signora misteriosa; nel gruppo emergono, ipocritamente, le differenze dei carnefici: tra vigliacchi e impauriti, agli ordini dei superiori, fan capolino anche ribelli dal cuore umano. Le scene di tortura sono rielaborazioni di quelle già (mal)offerte nel primo capitolo; il taglio documentaristico raggiunge livelli parossistici nella proposizione di una reale autopsia e, nel complesso, regna un clima malsano e deprimente. Ha un ulteriore seguito (apocrifo).

Herrkinski 5/07/20 04:37 - 8072 commenti

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Tra il remake e il sequel, una sorta di appendice al classico Man behind the sun girata da un Godfrey Ho fuori dai suoi generi abituali. Bisogna dire che rispetto ai film di ninja "cut & paste" e ad altre amenità a cui ci aveva abituato il regista, qui la direzione e la confezione in generale sono abbastanza dignitose; il film in sé è però poca cosa, mai efficace nelle varie crudeltà come l'impressionante prototipo e carico di dialoghi che appesantiscono inutilmente il narrato. Si possono apprezzare i cenni storici e l'atmosfera opprimente ma resta un lavoro di modesto interesse.

Schramm 23/07/22 21:26 - 3490 commenti

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Il sole della bandiera giapponese è una grande emosfera e dietro c'è stavolta finito Ho, quasi irriconoscibile per rigore formale tecnico estetico – nerboruta la fotografia - ma non del tutto rinunciatario a ruzzolate spencerhilliane o intemperanze situazionali, che facendo due passi indietro e due e mezzo avanti non fa troppo rimpiangere il suo avo. Brancica tra insenature mèlo e fardella di dialoghi soprannumerari, ma va affermato che quando si discosta dall'algore per farci scendere le scale della storia al buio, colpobassometro e livello di neurotossicità impennano di parecchio.
MEMORABILE: Titoli di testa; Autopsia; Inceneritore con cadaveri a cataste.

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