Mattone e specchio - Film (1965)

Mattone e specchio
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/08/20 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 3/08/20 18:43 - 9052 commenti

I gusti di Cotola

L'abbandono di un neonato in taxi è l'inizio di una vera e propria odissea tragica per il proprietario. Grandissimo film in cui lo spunto di partenza serve al regista per mettere in scena un viaggio all'interno del suo paese di cui ci viene fornito un ritratto a dir poco impietoso. Un paese che dietro le luci della "modernità" e del "progresso" nasconde tutta la sua arretratezza economica, culturale e soprattutto umana. Un paese in cui le parole speranza, giustizia ed altruismo sono mere utopie. Tematicamente profondo, stilisticamente maturo e narrativamente coinvolgente. Eccellente.
MEMORABILE: Gli ultimi dolorosissimi minuti all'orfanotrofio; Il carrello all'indietro a sottolineare il dramma della protagonista.  

Daniela 5/08/20 10:40 - 12670 commenti

I gusti di Daniela

Al termine di una corsa, un taxista scopre una neonata abbandonata sul sedile posteriore. E' l'inizio di un'odissea di 24 ore per strade, locali ed uffici di Teheran nel tentativo di liberarsi del fagotto, mentre la sua donna vorrebbe invece tenere la bimba... Splendido ritratto di una città alla vigilia della rivoluzione khomeinista in cui le luci di una illusoria modernità convivono con le molte ombre della miseria, del sospetto e della paura. Neorealista ma anche sottilmente onirico, per il cinema iraniano riveste un'importanza simile a quella del nostro Ladri di biciclette.
MEMORABILE: La telefonata muta dell'infermiera; La finta gravidanza per evitare le critiche dei vicini; La visita all'orfanotrofio e la carrellata nel corridoio.

Kinodrop 3/12/20 18:20 - 2957 commenti

I gusti di Kinodrop

Il tentativo del cinema iraniano pre Repubblica Islamica di avvicinarsi alla filmografia europea in quest'opera di Golestan riesce solo in parte, anche per la molteplicità dei modelli e degli stili a cui vorrebbe uniformarsi. Accanto a un impianto realistico che lascia intravedere disagi individuali e sociali (la bimba abbandonata e le tensioni nella coppia) si inserisce una dimensione idealizzata e modernista dell'ambiente urbano con in più un che di metaforico (il palazzo in costruzione) e di filosofeggiante (gli amici nel locale, la "morale" sugli schermi televisivi nel finale).
MEMORABILE: Tra scale e macerie con la bimba in braccio; L'estenuante reprimenda di Taji ad Hashem; Burocrazia e indifferenza; Il reparto dei bambini abbandonati.

Bubobubo 9/01/23 14:56 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

L'Iran del 1964 appare come la costruzione escheriana in cui il tassista Hashem (Hashemi) crede di scorgere la donna che gli ha appena abbandonato in macchina il figlio neonato, un solido felliniano, d'astrazione metafisica, tagliato in due da ombre pencolanti. Impietoso nella rappresentazione della miseria morale (la finta gravidanza) e fisica (l'intenso finale al sanatorio) che trattiene il paese nelle paludi della premodernità, Golestan filma un rigoroso saggio neorealista, esigente nei temi e nella durata, ma non privo di estemporanei alleggerimenti (la tavolata in osteria).
MEMORABILE: Dialogo astratto all'ombra di un edificio in costruzione; Il finale.

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  • Discussione Cotola • 4/08/20 15:36
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    @ Daniela, Bubobubo

    Film consigliatissimo. Una sorprendente leccornìa. "Correte" a vederlo e fatemi sapere.  
    Disponibile su Raiplay nella sezione Fuori Orario. 
  • Discussione Bubobubo • 4/08/20 18:25
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    @ Daniela, Bubobubo

    Film consigliatissimo. Una sorprendente leccornìa. "Correte" a vederlo e fatemi sapere.  
    Disponibile su Raiplay nella sezione Fuori Orario. 
    Caro Cotola,
    Rispondo qui per tutti e tre i consigli. Grazie mille delle chiamate! Segnati doverosamente in agenda (assieme ai consigli greci dell'anno scorso). Ti farò sapere il prima possibile. ;)
    Ultima modifica: 4/08/20 18:25 da Bubobubo
  • Discussione Daniela • 4/08/20 19:21
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    x Cotola
    grazie carissimo, annoto questo ed anche l'altro che con quello di prima completo la terzina. Come direbbe la mi' mamma: "Troppa grazia Sant'Antonio!", incrociando le dita per la reperibilità degli altri due.
    Ultima modifica: 4/08/20 19:23 da Daniela
  • Curiosità Daniela • 4/08/20 21:26
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Il titolo si riferisce ad un verso di Farid al-Din 'Attar,  mistico e poeta persiano vissuto nel XII secolo: “Ciò che i vecchi vedono in un mattone / i giovani vedono in uno specchio”.
  • Discussione Daniela • 5/08/20 11:05
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    x Cotola
    gran film con tante sequenze memorabili, tra cui spiccano due davvero eccezionali. 

    SPOILER
    La prima è quella della telefonata che riceve l'infermiera, mentre in sottofondo la giovane donna incinta continua a ripetere che partorirà un bambino morto (poi si capirà perché). Durante questa telefonata, l'infermiera inquadrata in primo piano non pronuncia parola, ma la sua espressione e la gestualità, ed in particolare il modo con cui accarezza la cornetta, ci fanno capire che sta ascoltando parole d'amore appassionate e/o vogliose.
    La seconda - impossibile da non citare per la sua intensità e l'effetto che produce sullo spettatore - è quella della visita all'orfanotrofio della donna con cui il protagonista ha una relazione.
    E' molto lunga e si sofferma sui dettagli: i volti dei bambini, le loro piccole mani, i gesti ripetuti. Il fatto che siano così tanti e tutti così piccoli  trasforma l'iniziale tenerezza in disagio e la mazzata conclusiva si ha quando la donna esce dalla grande stanza e si ferma a capo chino  con le spalle alla parete del corridoio. Da qui parte una carrellata all'indietro che trasforma il disagio in una sensazione di profonda tristezza.
    A mio parere, questa poteva essere la conclusione ideale per il film, in quanto mi pare che le brevi sequenze successivi poco aggiungano col loro carattere didascalico (il discorso in tv), anche se è bella quella proprio nel finale: montato sul suo taxi, il protagonista vede a pochi metri di distanza una donna vestita di nero che monta su un'altra vettura. Dato che la donna somiglia a quella che ha abbandonato la neonata all'inizio del film, si può considerare quest'ultima sequenza la chiusura del cerchio. 
  • Discussione Cotola • 5/08/20 11:32
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Sono assolutamente d'accordo con te, Daniela. Anche la scena della telefonata all'infermiera (che io avrei preso a ceffoni con piacere) è memorabile ed ho avuto la tua stessa impressione circa il suo contenuto.

    E' altrettanto vero che la carrellata (che io, come te ho trovato di una bellezza disarmante oltre che funzionale a ciò che vuole "raccontare) all'indietro poteva chiudere il film.
    Tuttavia a proposito del discorso in tv nelle ultimissime scene, hai notato che

    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

    il "predicatore" che parla alla tv è la stessa persona che in tribunale gli sconsiglia di scrivere la lettera?

    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

    In ogni caso un film meraviglioso. Un film di lancinante dolore. 
  • Discussione Daniela • 5/08/20 14:13
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

    il "predicatore" che parla alla tv è la stessa persona che in tribunale gli sconsiglia di scrivere la lettera?

    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

    In ogni caso un film meraviglioso. Un film di lancinante dolore. 
    Mi pare sia proprio la stessa persona, il che svuota di significato il predicozzo. Un ulteriore tassello in un quadro pessimista, certo esplicativo ma forse, rispetto alla meravigliosa elusività degli altri che lo precedono, un poco troppo esplicito, almeno così l'ho percepito.
    E' come se il regista, mentre ancora ero stordita dalla botta di malinconia data da quella carrellata che conclude la sequenza dell'orfanotrofio, mi avesse dato una gomitata sul fianco, dicendomi ad un orecchio: "aspetta, non è finita, ora ti mostro anche questo..."
    Ma questa sottolineatura in eccesso, ammesso che lo sia davvero, è una minuzia che non inficia in nulla la grandezza di questo film così sorprendente nel suo impasto di realismo e allegoria.  
    E sorprendente lo è anche nelle modalità di realizzazione, come ho letto in seguito: girarlo è stata una vera e propria impresa, funestata da incidenti di percorso ed eventi dirompenti come le manifestazioni di piazza che hanno costretto ad un certo punto alla sospensione delle riprese.
    Ultima modifica: 5/08/20 19:10 da Daniela
  • Discussione Cotola • 5/08/20 14:37
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Lode e gloria a Ghezzi ed al suo Fuori Orario che ci hanno fatto scoprire l'ennesima perla filmica!