Mario - Serie TV (2013)

La serie tv ideata e interpretata da Maccio Capatonda, che qui presenta un TG ("Dritto per dritto!"), non delude, pur non raggiungendo le vette comico-demenziali delle sue prime produzioni. Bisogna però ammettere che, sia lui, alle prese col terribile direttore Lord Micidial, che quelli che gli ruotano attorno (gli inviati, l'analfabeta Ginetto, spedito a Quel Paese, provincia di Fanculo) contribuiscono a rendere piacevoli le puntate con le loro assurde reazioni e i servizi che fanno il verso a quelli dei veri TG, che ormai inseguono solo tragedie e boiate varie. Nota di merito per gli sponsor

Serie tv tutt'altro che originale, che non raggiunge certamente i livelli dei più grandi comici del passato. Le prime puntate sono guardabili, ma le successive scarseggiano di inventiva; si cerca di far ridere col minimo. Ad un certo punto mi son detto: meglio I soliti idioti.

Forse il prodotto più completo e ambizioso di Macchia. Una serie in cui la storia è pretesto e fondamento di una satira bislacca dell'informazione e della comunicazione nel nostro paese in un vortice di parodia e stravolgimento; giochi di parole che possono essere fini a se stessi o addirittura elementi portanti della trama, personaggi sfuggenti e mai profondi, esagerazioni dissacranti. Il finale è giustamente delirante. Un Mario 2? Meglio passare ad altro con lo stesso folle spirito, per me.

Dal geniale autore dei trailer di capolavori come La febbra, La febbra 2, Mobbasta, una serie tv simpatica ma anche un po' deludente. Certo non mancano le gag divertenti, le trovate demenziali, le frecce satiriche al bersaglio, però il filo rosso dell'assurdità appare qui più logoro ed allentato, mentre la ripetitività non sempre è percepibile come tormentone comico. Da gustare a sprazzi, rigorosamente in compagnia.

Non c'è niente di peggio di un artista che cerca di essere qualcosa che non è. Ora, Maccio, come attore comico, è sempre stato un goliardico, il compagno di classe che tutti noi avremmo voluto avere. Il suo humour si realizza compiutamente entro questi confini, stravince sulle brevi distanze. Ecco perché, di una serie come Mario, dove Macchia arriva ad attribuirsi delle sterili velleità autoriali che neanche Woody Allen, non si sentiva nessun bisogno. Belli gli spot, il resto è noia. Accettabile, ma mediocre.

Da estimatore di Maccio Capatonda non potevo che non adorare alla follia questo "telefilm"! Racchiude in tutti gli episodi un concentrato di follia, comicità, surrealismo e nonsense puro: genialità o pazzia? In entrambi i casi il divertimento è assicurato, anche perché in una serie del genere tutto può sempre accadere e tutto si può ancora capovolgere e le più bizzarre fantasie diventano realtà.

Meno surreale dei meravigliosi trailer rilasciati nei vari "Mai dire..." , ma anche in questa serie l'impronta umoristica tipica di Capatonda è chiara e godibile, anche se alle volte alcuni episodi mostrano qualche ripetizione (specialmente per quanto concerne i servizi del tg, nei quali ogni inviato ha i propri motti ricorrenti che alla lunga possono non sorprendere più). Qualche cedimento e momento di stasi nella trama di fondo, ma l'alone demenziale di telegiornale e spot annessi permette di mantenere una buona media. Finale aperto e a sorpresa.