Semplicemente commovente. Impossibile descrivere in poche parole le emozioni trasmesse da questo straordinario monologo con cui Paolini fa rivivere l'immane tragedia della diga del Vajont. Trasmesso in diretta in tv in occasione del 30° anniversario dell'evento, fortunatamente è stato riproposto in dvd. Immancabile per ricordare una fetta di storia che si poteva e doveva evitare. Paolini è strordinario nel tenere, da solo, la scena per più di 3 ore non facendo cadere l'attenzione dello spettatore neanche per un secondo. Obbligatorio vederlo.
Emozionante e commovente lavoro teatrale di analisi e denuncia sul disastro del Vajont del 1963. Detto così può apparire un reportage come tanti altri, ma non abbiate paura di annoiarvi perché Paolini riesce infatti a narrare il tutto con estrema bravura, chiarezza e vigore. Combina elementi drammatici a spunti grotteschi che danno un'idea della società e della mentalità del periodo. Le riflessioni sono ovviamente amare e ci si rende conto di come fosse fuori luogo la parola "fatalità", spesa in relazione a quell'evento.
La messa in onda del Racconto del Vajont segna uno spartiacque sia nella storia della televisione italiana che in quella di Marco Paolini. Lui trova un genere che gli è perfettamente congeniale e che affinerà via via nella carriera, mentre il pubblico scopre che il teatro non è solo Goldoni, i Legnanesi o anche Shakespeare, potendo costituire un momento di altissimo valore civile e politico. Una scoperta resa possibile solo dalla assoluta grandezza sia della tragedia narrata sia dell'opera narrativa, perfetta nel ritmo e nella forma.
MEMORABILE: Il racconto della massa d'acqua che scende a valle.
Emozionante, commovente. E particolarmente tocca chi è abbastanza anziano per ricordare, per avere visto Longarone nei mesi successivi (indimenticabile il pavimento della chiesa, ma senza la chiesa). Traspare, insieme al rabbioso dramma, un grande amore per la montagna, per quella terra. Unica nota stonata è il riferimento critico a Indro Montanelli, la cui citazione, parziale ed avulsa dal contesto, è molto scorretta.
Racconto (di una vergogna d'Italia) apparentemente dimesso, che a tratti strappa qualche sorriso ma che alla fine raggiunge il cuore. Nel mezzo l'Italia come noi più giovani non possiamo ricordare; in compenso gli aggiustamenti e le facili illusioni sul progresso appaiono ahimè attuali. Paolini ha la forza di coloro che, apparentemente deboli, goccia a goccia scavano le montagne, che però sono veramente franate e non per colpa sua.
Intenso e struggente, lo "spettacolo" di Paolini ha la forza della denuncia sociale e il coraggio di un artista che non ha paura di ricordare. Opera importante, oltre che per la sua bellezza, per il ruolo che ha avuto nel risvegliare il torpore tipicamente italiano che tende a dimenticare le tragedie, riportando alla ribalta un fatto troppo a lungo caduto nell'oblio.
Straordinario. Duro come una lama senza essere mai retorico, Paolini mostra la verità nuda e cruda con semplicità e amara ironia. Strappa sorrisi agrodolci e fitte al cuore. Riscopre con assoluta maestria la forza oratoria dell'invettiva non urlata, ma cadenzata con argomenti di ferrea solidità. Alla fine ci lascia annichiliti da tante emozioni contrastanti e ci costringe a pensare a quel passato più di mille saggi ponderosi. Performance titanica.
Il sottotitolo orazione civile è quantomai appropriato per descrivere questo monologo di Marco Paolini che segna la sua consacrazione artistica, oltre a quella del genere. La forza tranqulla del testo non necessita per essere incisiva ed efficace di ulteriori orpelli tanto riesce a scavare nelle coscienze, a volte ricorrendo anche ad una leggera ironia che si mantiene quasi sottotraccia. Da vedere.
Capita molto raramente - anche se Paolini è Paolini - di assistere a un monologo assolutamente magico, partecipato, direi musicale: l'autore, coi suoi ritmi, i silenzi, gli improvvisi accellerati e i rallentati, costruisce qualcosa che coinvolge e trasporta lo spettatore come nessun film può né potrà mai fare. Sarà perché la sua infanzia l'ha vissuta là. Sarà perché è persona di sensibilità rara. Sarà perché espone sensa mai un cedimento, una concessione alla retorica. Resta il fatto che la sua orazione civile andrebbe studiata nelle scuole.
Il mio primo incontro con la tragedia del Vajont fu leggendo un paragrafo di un testo scolastico, ma l'entità dell'accaduto, chissà perché, mi rimase impressa... a pelle. Anni dopo incappo in questo immenso monologo di Paolini che comincia a far luce su tutta la sequela di eventi che portano alla sciagura. Doppia medaglia, dunque, a Paolini, il quale oltre a rendere chiari gli eventi e la memoria, agisce da vero dominus del palcoscenico: più di due ore in un crescendo di emozioni drammatiche e sorrisi leggeri. Giù il cappello.
Uno dei più significativi esempi di quel "teatro civile" sul quale Paolini fonderà la propria carriera. Informa, coinvolge e soprattutto emoziona, attenendosi in modo rigoroso e puntuale alla documentazione ma senza mai divenire didascalico. Un lavoro straordinario di ricerca, ma anche di messa in scena, che in mezzo agli one-man show dei "guru" dalle facili risposte, si distingue per essere uno spettacolo basato sulle domande: tante, a volte retoriche, a volte scomode, più spesso drammaticamente destinate a rimanere tali.
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DiscussioneGugly • 3/04/08 21:05 Archivista in seconda - 4712 interventi
questo monolgo è stato editato come testo : ho avuto la fortuna di leggerlo prima di vedere la piece nella biblioteca della mia città.
DiscussioneZender • 3/04/08 23:52 Capo scrivano - 48382 interventi
ti ricordi a spanne cosa è stato tagliato per caso, Gugly?
DiscussioneGugly • 4/04/08 08:34 Archivista in seconda - 4712 interventi
per quanto ricordo io, si tratta del testo integrale, non mi pare sia stato tagliato nulla, vediamo se posso controllare...approfitto per consigliarvi un altro testo collegato: " Sulla pelle viva" di Tina Merlin, la giornalista de l'Unità che denunciò con anni di anticipo i pericoli e come ringraziamento subì un processo ( nel film di Martinelli è interpretata da Laura Morante).
HomevideoZender • 23/05/08 15:23 Capo scrivano - 48382 interventi
Uscito il 21 maggio 2008 per la Warner VAJONT: 9 Ottobre ‘63 - Orazione Civile, la ristampa con extra.
Audio: Ita.DS
Video: 4:3
Extra: Filmati di repertorio RAI + Video scheda Marco Paolini + Come nasce uno spettacolo verità + Storia di un successo televisivo