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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Uno squalo bianco alle Hawaii? Non comune; in quelle acque al massimo si muovono i Tigre, dice il padre (Fahey) della povera ragazzina sbranata ferocemente nelle prime scene. Eppure l'esperto conferma: i morsi lasciati sul corpo non lasciano dubbi. Poco importa, a noi. Qualunque razza sia stiamo pur certi che – considerato anche il titolo – farà quello che tutti ci aspettiamo. La fortuna è che per una volta lo farà assistito da effetti speciali che non risparmieranno sangue e primi piani durante gli attacchi.

Il Bianco in questione spunta spesso col muso fuori dall'acqua e – nonostante il solito abuso di CGI – si presenta molto meglio di troppi...Leggi tutto colleghi tirati via alla meno peggio (chi ha detto Asylum?). E assieme ai consueti paesaggi da sogno, immersi in un sole splendido che li valorizza, è l'unico vero valore aggiunto a un film che per il resto non offre nulla di diverso dal consueto, col gruppo di ragazzi in catamarano (perlopiù donne, tutte fisicatissime) pronti a cacciarsi nelle acque a loro insaputa infestate. Tuttavia, potendo disporre nel cast di un buon attore come Jeff Fahey, giustamente un po' di spazio lo si lascia anche a lui: persa la figlia, recatosi a protestare inutilmente con le autorità del luogo che nulla fanno, prende il suo barchino, un fucile e via, alla ricerca dello squalo killer.

Sembrerebbe una doppia traccia insomma, ma la verità è che Fahey resta spesso ai margini, perché la parte centrale è tutta saldamente nelle mani dei bellocci in vacanza. Tutti felici tranne una, Jessie (Whelan), lasciata poco prima dal ragazzo e lì per dimenticare (ha pure con sé un anellino regalatole da lui che di tanto in tanto guarda con aria triste). Inutile dire come sia da stendere un pietoso velo sui dialoghi, accompagnati perlopiù da urla, disperazione e considerazioni legate alla comparsa dello squalo. Attraccato il catamarano in prossimità di una piccola isola, l'azione “vera” si riduce al breve tratto di mare tra quello e la spiaggia. Per buona parte del tempo, prima, si era perso tempo a discutere del nulla, testimonianza di una sceneggiatura utile solo a riempire un po' di minuti in attesa dello scontro aperto. Che però, come detto, rappresenta almeno qui il vero punto forte: non è facile, con pochi mezzi a disposizione, riuscire a rendere bene gli attacchi e i primi piani sulla bestia (quando lo squalo salta fuori nell'incipit per abbrancare un tuffatore al volo ci si rassegnava alla peggior CGI), mentre invece le fauci che emergono dall'acqua per aprirsi, gigantesche, si vedono eccome, e sotto questo punto di vista non c'è troppo da lamentarsi. Insomma, uno di quegli shark-movie che senza promettere nulla possono soddisfare il proprio pubblico, che di certo non s'aspetta di vedere per il resto dei gran film... Finale pietosamente trascinato (ai limiti del comico) che pare quasi aprire a un sequel. Chissà...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/09/22 DAL DAVINOTTI
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