Ormai sempre più spesso, negli horror televisivi o paratelevisivi, si cerca di vivacizzare soggetti scadenti attraverso iniezioni di demenzialità più o meno sfacciata. In MAMMOTH l'evidente scarsità di mezzi (alla quale si cerca di ovviare con un uso massiccio della computer graphic) suggerisce agli autori di tentare la via del copione frizzante con qualche discreto innesto comico, ma la regia mediocre e attori deludenti (Vincent Ventresca è davvero poco espressivo) ne fanno un film che s'inserisce nel prolifico filone degli animali “assassini" senza lasciare il segno. E dire che l'incipit, nel quale si mischiava la resurrezione di un mammuth...Leggi tutto conservato in un museo con una folle sottotrama extraterrestre, sembrava promettere qualche chicca "weird" non da poco. Solo illusioni. Non è che qualche bizzarra trovata non manchi (anche in certi dialoghi che si divertono a citare apertamente la fantascienza cinematografica classica e moderna), ma è troppo poco per dare sostanza a un prodotto che inevitabilmente finisce con il seguire le tracce dei tanti predecessori nonostante la presenza in scena di un mostro killer inedito o quasi come il mammuth. Noi poi ce lo immagineremmo pelosissimo, l'elefantone con le zanne giganti, mentre qui (per quel poco che si capisce, visto che la macchina da presa è quasi sempre in movimento, quando lo inquadra) sembra fatto di cartone! Deludenti pure gli attacchi, a conferma di una poco confortante povertà d'insieme.
Il target medio di questo film è l'adolescente americano che ama il demenziale e che da piccolo faceva la raccolta delle figurine di animali preistorici. Da vedere per i titoli di testa e la scena della mano nel forno a microonde.
Non posso che confermare in toto le tesi davinottiche sul film: scontato nei contenuti e anonimo negli attori, si concede qualche battuta parodistica e qualche ammiccamento tra il ricercatore ebete e l'agente maggiorata. Il mammuth tecnicamente è trascurabile anche se la confezione generale del film non è da buttare. Una simpatica vaccata, insomma.
Se il regista si fosse preso minimamente sul serio, l'avrei massacrato, visto il contenuto. Ma dato che non l'ha fatto, trasformando il tutto in una parodia dei bmovie, gli faccio raggiungere i due pallini. Purtroppo, il parco attorico è pietoso (i poliziotti, gli agenti speciali, i ragazzini...) e gli effetti, nonostante l'evidente low-budget, potevano essere meglio. In più, tocca sorbirsi fasi di stanca, che in una pellicola come questa sono deleterie. Comunque, il bestione scongelato con sorpresina è pagliaccesco al punto giusto. P.S. Occhio ai titoli di testa (alieni vs umani vs mammuth)
MEMORABILE: Il sistema di sicurezza (tendina rossa con "Vietato l'accesso"); I vecchietti in calore con dentiera nell'acqua che vibra (omaggio a Jurassic Park).
Alieno prende possesso del primo essere trovato sulla Terra: scelta poco mimetica in quanto trattasi di un mammut sotto ghiaccio parcheggiato in un museo... Con tutta la benevolenza del mondo verso i film di fantascienza dichiaratamente auto-ironici che menano vanto dalla loro appartenenza alla serie B, questo film è troppo stupidello, a cominciare dai dialoghi davvero imbarazzanti. Nel cast, l'unico che assomiglia ad un vero attore è Skerrit, l'indimenticabile capitano Dallas: ovvero come passare dall'alfa all'omega della fantascienza. L'unica cosa buona sono i titoli di testa.
MEMORABILE: "Se sei padre di un maschio, devi preoccuparti del suo salcicciotto, ma se sei padre di una femmina, devi preoccuparti di tutti i salcicciotti".
Ammirevole il tentativo in tempi non sospetti, da parte di una compagnia specializzata in pessimi monster-movie (il SyFy Channel, prima dei fasti di Sharknado), di prendersi in giro da sola giocando la carta della fanta-comedy. Tuttavia, come gli horror non riuscivano a spaventare, la comicità qui non fa ridere. Solo pochissime gag funzionano (i due vecchietti che amoreggiano in auto come teenager), le citazioni sono simpatiche, ma ci si perde in dialoghi interminabili che cercano di conferire un po' di calore umano all'insieme, dando adito alla noia. Il mammut si vede a malapena.
MEMORABILE: I titoli di testa animati con gli uomini primitivi alle prese con mammut e UFO; Il ragazzo infilzato da una zanna; La mano resuscitata nel microonde.
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Scusa Magnetti, ma un film "Da vedere per i titoli di testa e la scena della mano nel forno a microonde" merita due palle e mezzo?
DiscussioneMagnetti • 12/11/10 15:28 Call center Davinotti - 210 interventi
Diciamo che è stata la mia prima critica scritta sul Davinotti e quindi ha tutti i difetti propri del "neofita".
Poi una volta scritte le critiche non le modifico e quindi...
Un pò di sano entusiasmo comunque non guasta mai.