Ha detto il regista Raffaele Meloni, alla sua prima esperienza nel romanzo sceneggiato: «Nel ritratto di Marina, un ritratto ambiguo e dolente, e nella tempesta di anime che le scatena dentro e attorno, io vedo il senso dell’interpretazione televisiva. Non mi interessava ricalcare il romanzo pagina per pagina, ma coglierne i momenti più segreti... Non abbiamo certo evocato [...] atmosfere alla Dracula. Per suggerire il mistero basta rispettare i ritmi di Fogazzaro che sono, con un termine d’oggi, di suspense. Protagonisti i volti, i gesti anche minimi, le sfumature di voce». Le premesse sono state per il momento rispettate (Suspense in riva al lago, articolo redazionale su "Il Corriere Mercantile", 22 aprile 1974, pag. 7).
Da quando il suo volto è diventato quello di Malombra, Marina Malfatti ha rinverdito la sua popolarità. [...] «Questa è la prima vera occasione che la tv mi ha offerto», dichiara Marina. «Ora toccherà al pubblico decidere. Ho girato Malombra otto mesi fa, e ormai il personaggio non mi coinvolge più; lo guardo con un certo distacco. Eppure l’ho vissuto per quattro mesi in modo appassionato e totale. Malombra non è una donna-oggetto come se ne trovano nella letteratura dell’Ottocento, ma una donna-soggetto, moderna, ribelle, che cerca di realizzare pienamente se stessa. Molti critici hanno voluto vedere in lei un’esaltata, una nevrotica, in poche parole una pazza perché crede che una sua antenata, Cecilia, vittima di un marito brutale e spietato, si sia reincarnata in lei. Il suo compito diventa dunque quello di vendicare Cecilia, un compito che la porterà per davvero alla follia. Ma nella "vendetta" di Marina ci sono la ribellione e il desiderio di affermare i propri diritti di donna moderna. [...] Malombra non è una malata e la vicenda da lei vissuta non è soltanto un’allucinazione. In questo senso, gli odierni studi di parapsicologia mi hanno offerto la chiave per capire meglio il personaggio e darne una versione inedita» (Marina Malfatti: io e Malombra, articolo redazionale su "Il Corriere Mercantile", 2 maggio 1974, pag. 8).