Ottimo drammone a tinte gialle con la straordinaria performance di Laura Turner. Buoni anche gli attori secondari (tra cui la Grey e Forsythe), ottime musiche, finale che non lascia indifferenti; la regia di Rich, poi, è impeccabile. Buona la confezione, che comprende un'ottima fotografia.
Ottimo esempio di grande cinema: ben diretto, coinvolgente e strappalacrime. Stupenda Lana Turner, davvero brava nell'interpretare praticamente due personaggi in uno. Dramma familiare e sociale, denuncia quanto il potere possa influenzare e rovinare una vita. Si parla tanto di amore materno e forse questo film ce ne dà una reale visione senza mezze misure.
Solido e granitico come una vecchia magione coloniale: tanto solido da essere superficiale e monocorde, da non poter essere vibrante, nervoso, sfaccettato come tanti grandi melò dei decenni precedenti (uno per tutti: Lo specchio della vita, ma lo cito ad esempio soltanto perché la protagonista è sempre la Turner). Marchingegno strappa-lacrime, strappa-sospiri, strappa-compassione, la lunga odissea di Holly Parker, costretta a diventare Madame X, ma incapace di essere altro che la signora Anderson! Soap-operistico più che melodrammatico, anche se filmato con impeccabile cura.
MEMORABILE: La Turner morente al figlio: "Mi raccomando, quando ti sposi, vai a vivere solo con tua moglie!" Beh, con tutto quel che le ha combinato la suocera...
Melodramma solido ma anche banalotto: la storia scorre via così come deve e come ci si
aspetta. Rispettare le regole di genere non è un difetto, ma qualche guizzo di inventiva non avrebbe guastato. Tra tanta medietà spiccano le interpretazioni della Turner e di Burgess Meredith, nonché la fotografia, con ottimo uso del colore, di Russell Metty. Se vi piace il genere andate a colpo sicuro. In caso contrario non è nulla di imperdibile.
Diretto da David Lowell Rich è un melodrammone alla Douglas Sirk. La storia ruota intorno ad una donna (la Madame X del titolo) dalla vita tormentata. Come da tradizione per i film del genere, la sceneggiatura è ricca di avvenimenti e ovviamente poco improntata alla sobrietà. Scene e costumi curatissimi, ma il pezzo forte è la recitazione, sopra le righe ma assai efficace, di una magnifica Lana Turner. In scena anche ottimi caratteristi. Non male il doppiaggio.
Melodramma lineare, fluido, formalmente ineccepibile ma senza vero splendore poetico da eroico condottiero del genere. Se non siamo vicini alla profondità del pathos e all'acutezza figurativa di Douglas Sirk gli stilemi meló, comunque, ingranano e funzionano: buone interpretazioni, morbidi e scientifici movimenti di macchina, fotografia preziosa (in certe scene i colori ammaliano). Il punto debole è la semplificazione psichica diffusa e di fondo; che comunque non deturpa la visione (e il film naviga imperterrito sul fiume dell'artificio).
Melodramma che sfida a più riprese la credibilità ma che riesce appieno nel suo intento, ovvero quello di rendere lo spettatore partecipe dell'odissea vissuta dalla protagonista e magari strappargli anche qualche lacrima. Poco incisiva la regia, ma confezione di lusso (splendida la fotografia di Russell Metty) e una Lana Turner che in certi ruoli aveva poche rivali e che qui è affiancata da comprimari eccellenti (per la Bennett fu l'ultimo film). Convincente la virata processuale dell'ultima parte, preludio allo struggente epilogo.
MEMORABILE: Il ricatto della Bennett alla Turner; La parentesi felice in Danimarca; Il processo; Il finale.
La favola di Cenerentola si trasforma in tragedia nel momento in cui la commessa sposata col milionario osa tradirlo e la suocera scopre tutto...Vicenda figlia di un maschilismo aberrante narrata in maniera cruda ma toccante, con un buon ritmo e un valido cast. La scelta della bravissima Turner si rivela azzeccata e forse non casuale poiché la drammaticità di alcuni fatti narrati richiama "l'affare Stompanato" che la vide protagonista anni addietro. Finale inverosimile ma intenso.
MEMORABILE: L'ultima chiacchierata tra Holly e il figlioletto Clay.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Bisognerebbe aggiungere anche Keir Dullea, che interpreta il figlio della Turner.
CuriositàSiska80 • 4/07/20 20:35 Call center Davinotti - 453 interventi
È stato l'ultimo film interpretato da Constance Bennett, la quale morì il 24 luglio 1965 per un'emorragia cerebrale poco dopo la fine delle riprese, all'età di 60 anni. A causa del tragico avvenimento, l'uscita del film venne rimandata all'anno successivo, cioè nel 1966.
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