1970: la Fox è sull'orlo dela fallimento causa continui flop. I capoccia hanno la brillante idea di mettere sotto contratto il sovversivo Meyer. L'idea è un sequel de La valle delle bambole in versione softcore. Ne viene fuori un rutilante, coloratissimo, divertentissimo fumettone pregno della stagione in cui fu girato. Per molti è il capolavoro di Meyer, a mio parere è invece troppo castrato entro le griglie censorie della Fox, ma nella lunga parte finale Meyer dà il meglio di sè girando un'incredibile orgia pulp chea anticipa Rocky Horror Picture Show.
MEMORABILE: Tutta la folle parte finale dell'orgia. Il bacio lesbo. la decapitazione a ritmo della fanfare della Fox. Le canzoni del film.
Sgargiante, palpitante, barocco musical beat in cui si incastrano e si amalgamano commedia, dramma, erotismo, manovre dello show business, devianze sessuali, splatter e un invito finale alla speranza. La storia, ingarbugliata, passa in subordine rispetto all’intento del regista di colpire (e scioccare) con l’impeto della stravaganza e dell’eccesso che gli sono propri. Senz’altro una delle opere più significative e complete girate da Meyer.
Oltre ad essere un softcore (specialità di casa Meyer), il film getta uno sguardo disincantato alla società americana degli anni '60, col suo carico di spesso ingenua trasgressività ma anche di violenza latente. Fra le bellezze da paginone centrale di Playboy si aggira anche Z-Man, un transessuale amante del kitsch e folle visionario che arriva a confondere completamente la finzione con la realtà. Mentre le ragazze ci danno dentro col sesso e il rock, Z-Man sembra in preda ad allucinazioni che non sembrano essere solo personali.
Peccato che la Fox abbia posto il freno censorio a Meyer per la realizzazione finale di questo film: sarebbe stata sicuramente un'opera strabiliante se si fosse osato ancora un po' di più. Comunque la regia è pregevole e l'atmosfera hippie dell'epoca è ben resa dalla fotografia curata dallo stesso Meyer. Quasi tutti i personaggi, da Z-Man all'impersonificazione di Martin Bormann sono ben caratterizzati, un po' fuori luogo la protagonista femminile Dolly Read. Da non perdere.
Considerato un cult nel suo genere (exploitation), quando uscì ebbe un certo successo. Visto ora è una visione che fa solo innervosire per gli evidenti limiti che si pone in tutte le tematiche che affronta e per il niente che vuole dimostrare. Oltretutto viene meno anche il sensazionalismo ad effetto che fece presa alla fine degli anni sessanta. Una didascalia iniziale (imposta da Jaqueline Susann, autrice del romanzo "La valle delle bambole" da cui è stato tratto l'omonimo film) recita che questo film non è un sequel del primo.
Uno dei film meno meyersiani che ci siano che tuttavia raggiunge un buon risultato grazie alla bizzarra mescolanza di risate, musica, dramma e qualche spruzzata gore.
Ne viene così fuori una pellicola decisamente gustosa, barocca e colorata, con tanta
buona musica e con qualche momento folle tipico del regista: a questo proposito si
pensi soprattutto all'ultima parte del film. Nonostante la sua stranezza riesce
ad avvincere, divertire, soddisfare. Il più strano ma anche il più normale dei film del
regista che dimostra di essere molto bravo.
Gita negli inferi losangelini per una band beat di belle figliole. Prima parte scoppiettante di situazioni, divertente per la predominanza musicale e per gli intrecci dei dialoghi che non risparmiano stilettate morali. Dopo gli spigoli diventano acuminati e le direzioni estreme: amore universale, trans, splatter, vendette e resa dei conti. Padronanza del mezzo anche per un erotismo che resta velato ma pieno di ardore e dinamismo del girato da gustare nei momenti di gruppo.
Esordio di Meyer nel circuito delle major (Fox produce e supervisiona) è croce e delizia della sua filmografia: se l'exploitation erotica si ridimensiona dentro più sdoganabili canoni camp, lo stile grafico si radicalizza in un flusso ipercinetico che lascia sbigottiti: il montaggio è, come sempre, virtuosistico, con picchi lisergici al limite del subliminale. La capacità di condurre gli stilemi del cinema classico al punto di ebollizione – il finale – è qui più atteso che conseguito. Passa come uno dei suoi migliori film: diciamo che Meyer esce a testa alta da un compromesso produttivo.
Russ Meyer HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare la registrazione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
HomevideoZender • 3/07/08 17:08 Capo scrivano - 47366 interventi
Il benemerito inseritore del film G.Godardi precisa che l'edizione in dvd della Fox non presenta traccia in lingua italiana ma solo inglese e francese.
CuriositàZender • 3/07/08 17:09 Capo scrivano - 47366 interventi
Il benemerito inseritore del film G.Godardi precisa che:
* Una nota prima dei titoli di testa annuncia che il film non è un sequel de La valle delle bambole. Questo è dovuto a dissensi dell'autrice del romanzo, la quale ha voluto ben specificare che non c'entrava niente con questo film.
** In una piccola parte nella scena del party compare Pam Grier alla sua prima apparizione cinematografica.
"Non me ne frega niente di una bellezza snella e piatta.
Voglio ragazze voluttuose, con davanzali oltraggiosi, pneumatiche, tutte tette e niente fronte... come Kitten Natividad o Melissa Mounds."
Russ Meyer. Un erotomane abbondante, a cura di Giancarlo Carlotti (pag. 57)
Deepred89 ebbe a dire: Probabile sia stato doppiato per l'uscita nelle sale, sempre che ce ne sia stata una (la presenza del titolo italiano fa pensare di sì).
Il dvd della Fox non riporta nessun visto censura (come, di norma, fa con i film inediti in Italia)
In effetti nemmeno io sui vari archivi online ho trovato nulla. Solo Wikipedia dice che "Il film uscì in Italia con il titolo Lungo la valle delle bambole, ma successivamente fu pubblicizzato con il titolo originale Beyond the Valley of the Dolls" ma non so quanto sia attendibile la fonte.
Rimane però da verificare da dove salta fuori questo titolo italiano.
DiscussioneDidda23 • 5/11/13 00:46 Contatti col mondo - 5800 interventi