Live! - Ascolti record al primo colpo - Film (2007)

Ecco l'ennesimo, inutile film che vuole essere un'amara riflessione sulla deriva sensazionalistica dei media. Superato in crudeltà da Contenders, dove i partecipanti al reality si massacravano allegramente tra di loro (altro che roulette russa). Ma ben prima c'erano stati l'adrenalinico L'implacabile, Stephen King, il tronfio Truman show, La morte in diretta, il trascurabile EdTv. Sull'argomento è già stato detto tutto, quindi, e nel pre-finale tocca sorbirsi pure le lacrime di coccodrillo dell'arrivista Mendes. Regia di Bill Guttentag. Gute Nacht, Bill.

Una delle più grandi "bufale" della stagione in corso (e degli ultimi anni). Partendo da un'idea vecchia come il cucco (la morte in diretta... sai che novità) il regista e gli sceneggiatori tirano per le lunghe un soggetto stiracchiatissimo che al massimo poteva dare vita ad un telefilm. Risultato? Nei primi 70 minuti (su poco più di 90 di pellicola) non succede quasi nulla e tutte le emozioni (si fa per dire) sono concentrate negli ultimi venti minuti che raggiungono livelli di grottesco assoluto nel ridicolo finale. Evitatelo!

Il mockumentary è ormai risaputo, sulla televisione poi! Sulla producer di una rete televisiva che tocca il fondo pensando ad un reality che poi è uno snuff manco a parlarne! Brutto forte Live! Almeno fino alla diretta. Che è disturbante perché, almeno chi scrive, si è reso conto che potrebbe succedere, che trattasi di un gioco terribilmente plausibile. L'epilogo, però, sputtana di nuovo tutto.

Il tema trattato in questa pellicola è di un'attualità sconcertante, fa vedere come la gente oramai ha venduto l'anima al potere mediatico, qui sottoforma di reality show. Il problema è che il film è strutturato male, con una prima parte (quella della preparazione del format) troppo lenta e una seconda parte troppo rapida e superficiale. Da ritenere interessante il tipo di regia, quasi fosse un documentario. Riuscito a metà.

Il proposito è buono, ma è trasposto con una tale lentezza e con sequenze piene di dialoghi ripetitivi da portare lo spettatore a sbadigliare più di una volta. Eva Mendes non convince, così come il finale piuttosto sorprendente (in negativo). Meglio The contenders.

Ed ecco a voi il reality estremo...OOOHHH...ma vaff! Penosa pellicola con una protagonista così grossolana e sopra le righe da far quasi compassione. La sceneggiatura non esiste, o se c'è, è talmente annacquata da sproloqui e castronerie video-verbali da scomparire come per magia. In un film come questo ci si aspetterebbe almeno un minimo di approfondimento, di analisi; e invece viene solo proposta una carrellata di teleidioti smaniosi di puntarsi una pistola alla tempia. Quasi tutti gli attori meriterebbero quella pallottola, compreso il regista. Finale ultratelefonato (chi la fa...). Inutile

Film che ci spiega come l'uomo è disposto a tutto pur di partecipare ad un ipotetico (per fortuna) reality. La parte migliore è assolutamente la seconda, con una brava Eva Mendes. Non siamo ai livelli del sottovalutato The Contenders, ma qualcosa (poco) di interessante c'è.

Giudizio diviso in due. Il film è girato bene in modo serrato quasi fosse un telegiornale scandalistico alla SKY TG24. L'idea è anche buona e ci si incurosisce su dove si possa arrivare con il finale dopo il lungo e prolisso prologo. Gli ultimi 10 minuti dovrebbero essere il punto forte ma si calca troppo la mano su una situazione assurda, non credibile e con incongruenze logiche (il comportamento del pubblico in sala ad esempio). E' alla fine un film che si prende troppo sul serio: qualche spruzzo di ironia non avrebbe guastato. Eva Mendes è molto bella, certo, ma inadatta alla parte.

Il mondo dei reality, tra grandi fratelli, fattorie e isole dei più o meno famosi, non poteva che partorire un film che estremizza il tema. Ed è un film che pur chiacchierando molto non si perde in chiacchiere e va subito caparbiamente al punto, con la stessa caparbietà con cui Eva Mendes recita e il medesimo coraggio che lei ha avuto nel produrlo. A parte l'irritazione ideologica che può suscitare, è un lavoro di un certo impegno recitativo, con la parte del gioco-show del reality molto tesa ed un colpo (di scena) finale ben assestato. ***

Se l'intento era mettere alla berlina il mondo televisivo attuale tutto casi umani, arrivismo e lacrime, il film non può che esser un'opera meritoria. L'occhio del regista però sembra fin troppo compiaciuto nel mostrarci tutto ciò e la pellicola assume le sembianze di vero e proprio manifesto dell'orrore catodico. La struttura da para-documentario a "spettatore interno" vorrebbe essere sensazionalistica ma risulta soltanto fuori luogo. Sgradevole oltre ogni misura il personaggio della Mendes, che si rivela leggerina come protagonista assoluta.

Vorrebbe essere un film di denuncia sulla deriva dell'essere umano e di un certo tipo di televisione, ma in fin dei conti è solo una vaccata di cosmiche proporzioni. Ci si interroga se davvero esista una sceneggiatura alla base dell'opera! Non si salva niente: la regia è ridicola e l'interpretazione del cast patetica. Osceno il finale. Tremendo.

Il film riesce là dove voleva e di questi tempi già non è poco. Eva Mendes è volutamente odiosa (e le viene assai bene) nell'interpretare il suo ruolo di arrivista senza scrupoli, imperturbabile anche di fronte alla morte, che (tristemente vero) ha sempre rappresentato uno spettacolo: dai gladiatori del Colosseo alla ghigliottina francese. La confezione del film è quella del mockumentary e funziona bene, la tensione c'è e il ritmo pure, il resto del cast invece è piuttosto scarsino, così come il finale a cui manca un po' di coraggio.

L'idea satirica di fondo non è malvagia, la conduzione è approssimativa. Le sequenze più riuscite sono quelle montate come se provenissero effettivamente da un programma televisivo (le video-presentazioni dei partecipanti, tutti bellocci e ben curati), mentre la sezione propriamente narrativa, inutilmente girata a mo' di mockumentary, oltre a essere noiosa è pure risibile nel suo perseguire una certa plausibilità. Il terzo atto, per quanto onestamente teso, anche all'interno dell'universo distopico e paradossale dell'opera è totalmente incredibile. Meglio The Contenders - Serie 7.