Ottimo horror lirico di Rollin. Un ragazzo cerca disperatamente la ragazza che aveva incontrato da bambino in un isolato castello da bambino, aiutato da alcune vampire e ostacolato da una misteriosa associazione. Molto lirico, discrete interpretazioni, ottime scenografie (tra cui quella della spiaggia che Rollin ha usato in molti film) e c'è pure Annie Belle. Da vedere assolutamente.
Si comincia col trasporto di due cadaveri in una cripta; si prosegue con le visioni (cagionate da un ricordo infantile con presenza di gradevole femmina) d'un uomo (il figlio dell'anziana donna che ha assistito alle cerimonia funebre), circonvicine ad un castello misterioso ricordato da una foto. Il protagonista si mette alla ricerca del luogo e -soprattutto- della donna, ignorando che quest'ultima è una vampira. Una delle cose più interessanti firmata da Rollin, anche se piuttosto scombinata e non priva di vistose mancanze, a cominciare dalla scarsa resa del protagonista. Bella la fotografia.
Forse uno dei più riusciti lavori di Rollin. Il suo stile è subito riconoscibile, nei pregi e nei difetti; ma stavolta il regista riesce a costruire una vicenda intrigante e romantica, dal sapore quasi autoriale, molto francese. A volte riporta alla mente anche le vecchie novelle gotiche sui vampiri, da "Carmilla" in poi. Affascinanti come e più del solito location, luci e fotografia; anche gli interpreti hanno le facce giuste ed esprimono bene la natura tormentata dei protagonisti. Il ritmo è lento come da tradizione, ma non si patisce. Buono.
Questa volta non si tratta della solita "rollinade" colma di pacchianerie e astrusità. È vero che l'erotismo continua ad imporre la sua forte presenza, ma la trama ha una sua logica - prevede anche il tema dell'infanzia perduta, foriero di nostalgia e inquietudine - e il regista immette somma cura nell'esplorare il lato più romantico e meno orrorifico del vampirismo e ricercando luoghi dalle suggestioni letterarie, illuminati da una pittorica fotografia. Indimenticabile il poetico epilogo tra le onde, preceduto da uno splendido nudo integrale di Annie Belle.
MEMORABILE: La bara dei due amanti non-morti, trascinata via dalle onde.
Visionario e romantico, un sogno lucido; ha una prima mezz'ora pulita e dalla bella atmosfera erotica e misteriosa. Peccato che poi certi eccessi e l'accumulo di elementi che rasentano la carnevalata lo facciano sbandare dalla strada della sobrietà, altrimenti sarebbe stato un prodotto molto raffinato. Restano inattaccabili il fascino visivo, la capacità evocativa dei luoghi e della fantasticheria lugubre, la squisitezza cromatica della superficie.
Il buon, vecchio Rollin: erotismo, vampirismo, il mare, le fascinose location. E il consueto racconto strampalato in cui immagini suggestive si alternano proditoriamente a cadute incresciose. Stavolta, però, soggiace al film una bella metafora: quella del richiamo del passato che, proprio come un vampiro, sugge la linfa alla vita presente. E Rollin come risolve tale dilemma? A modo suo: a tale richiamo, egli dice, è giusto rispondere, sino a perdersi in esso, per sempre. Mezzo pallino in più: c'è Annie Belle nuda.
Rollinade non malvagia che presenta tutti i pregi e difetti del cinema del regista francese. I ritmi sono, come al solito, molto pacati; la storia è semplice ma più lineare di altre volte: forse è una qualità o forse una maggiore anarchia avrebbe giovato. A mancare è più probabilmente quel pizzico di bizzarria che ha sempre contraddistinto il cinema del regista francese. Non mancano invece, non è una novità, i nudi femminili (c'è pure Annie Belle!). Molto bello il finale. Tra i migliori Rollin.
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Accreditata come Annie Brand, compare Annie Belle (nome anagrafico: Annie Brilland), attrice francese che solo l'anno seguente, dietro operazione condotta da Ovidio Assonitis, approda al cinema italiano con Laure.
L'attrice è destinata a divenire una sorta di stella brillante per il bis italiano, comparsa qua e là in produzioni più o meno scalcinate e oggi al centro di una forte rivalutazione.